BEATI

ORDINE DI PRECEDENZA

mercoledì 26 luglio 2017

PER CONOSCERE IL BEATO FRANZ JÄGERSTÄTTER - il martire, il Terziario Francescano che disse NO al nazismo




9 Agosto

Beato
Franz Jägerstätter

Martire
Padre di famiglia, Francescano secolare





St. Radegund, Austria, 20 maggio 1907
Berlin-Brandenburg, Germania, 9 agosto 1943



 Franz Jägerstätter nacque il 20 maggio 1907 a Sankt Radegund (provincia dell'Austria superiore) e fu battezzato il 21 maggio nella chiesa parrocchiale del suo paese. Nel 1936 sposo Franziska Schwaninger. Entrambi appartenevano all’Ordine francescano secolare.
Quando nel 1938, nell'Austria i nazionalsocialisti presero il potere, lui rifiutò ogni tipo di collaborazione. Dopo due ordini di reclutamento, il 10 marzo del 1943 ricevette un altro richiamo alle armi. Ma davanti alle autorità militari dichiarò che secondo la sua coscienza religiosa e secondo l'amore di Dio e del prossimo era sua intenzione rifiutare l'arma perchè un cristiano deve obbedire più a Dio che agli uomini.
Malgrado si fosse offerto di fare il servizio sanitario, il 9 agosto 1943 a Berlino fu condannato a morte a causa di disfattismo. Fu decapitato a Brandenburg an der Havel il giorno stesso

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Sembra una sceneggiatura di un film la vita di Franz Jägerstätter
 
  • di cui in effetti il cinema si è già interessato con un film del 1971, THE REFUSAL, di Axel Corti  (on line con sottotitoli in inglese).
  • In Italia è stato girato un corto (vedi una sintesi con una scheda di presentazione pubblicata dal Calendario:) Franz Jägerstätter, un contadino contro Hitler, a cura di Giampiero Girardi e la regia Fulvio De Martin Pinter. Largamente utilizzato per motivi didattici (associazioni, scuole, centri culturali).  Info per richiedere il CD.

PROSSIMAMENTE

  • A fine 2016 sono finite le riprese di  RADEGUND del regista Terrence Malick, di prossima uscita nelle sale cinematofrafiche. In Italia, probabilmente nel 2018. Film del quale il Calendario ha dato una anticipazione.

Ancora un post pubblicato dal Calendario:
  • Per i non vedenti e per chi ama l'ascolto il Calendario ha pubblicato in un post l'audio libro ANTONIO SICARI, VITE DEI SANTI, DAL VOLUME XI: FRANZ JAERSTAETTER


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I. Vita e martirio di Franz Jägerstätter
II. Franz Jägerstätter, un "resistente" al nazismo
Preghiera
Causa di beatificazione
1. Beato per l'obiezione
2. Padre di famiglia
Culto - indirizzi e iniziative
Video: SIGNORNO' di Paolo Giuntella e Enzo Chiodi
III. Spiritualità e vita coniugale

I.
vita e  martirio di Franz Jägerstätter

Franz Jägerstätter nasce nella terra incantata dell'Alta Austria, il 20 maggio 1907, attraversata dal fiume Salzach, lo stesso che da il nome a Salisburgo, a pochi chilometri dal confine con la Baviera. Non molto lontano da Sankt Radegund (S. Radegonda), il paesino natale di Franz, è anche Braunau, la cittadina di Adolf Hitler che crebbe con l'idea fissa di riunire i due stati tedeschi, "un compito da perseguire con ogni mezzo".
Il nome d'origine di Franz era Bachmeier e i suoi genitori erano talmente poveri, da non avere i soldi necessari per potersi sposare.



Franz Jägerstätter nela fattoria di Sankt Redegund.

E' il primo a sinistra sotto l'arco della porta.
Il nonno Matthaus, a sinistra, è quello che legge il giornale
Il piccolo trascorse i primi anni di vita presso la nonna Elisabeth,  finché a 10 anni, nel 1917, nel pieno della Prima guerra mondiale nella quale nel 1915 aveva già perso il padre, la mamma si sposò con Heinrich Jägerstätter, un contadino benestante proprietario di una piccola fattoria.

La vita di Franz conobbe un significativo miglioramento economico, soprattutto il ragazzo ereditò dal padre acquisito la passione per la lettura e una piccola biblioteca. Scriverà più tardi: la lettura dei giornali e di veri libri cristiani è la bussola che può orientare un uomo anche attraverso le tempeste più difficili.



Franz Jägerstätter negli anni Venti

Ma Franz non era particolarmente pio. A metà degli anni Venti era un giovane come tanti altri: gli piacevano i vestiti eleganti, il divertimento, le discussioni accanite.
A 20 anni, nel 1927, lasciò il suo paese per andare a lavorare in miniera, nell'Austria Orientale, in Stiria. Restò lontano da casa 3 anni, durante i quali la sua fede fu messa a dura prova.
Il momento difficile, però, gli permise di riscoprire il valore della pietà, l'importanza dell'insegnamento e del sostegno della Chiesa. Ritornò a Sankt Radegund nel 1930, richiamato dalla malattia del patrigno che morirà nel 1933.
Ora il giovane deve aiutare la mamma a mandare avanti la fattoria. Conosce una ragazza, Theresia, dalla quale avrà una bambina, che non sposa per opposizione della mamma di lei. E' però vicino alla figlia, dalla quale corre spesso con la motocicletta che rappresenta un segno di modernità e di distinzione nel paese.



Franziska Schwaninger
prima del matrimonio
Nel 1936 incontra Franciska Schwaninger, una contadina vivace e fervente cristiana con la quale scatta subito l'intesa. I due si sposano il 19 aprile 1936, alle 6 di mattino, per poter prendere il mezzo che li porterà a Roma per il viaggio di nozze che è anche un pellegrinaggio.Al ritorno i due sono felici per aver respirato aria di cattolicità.

E' stato un matrimonio davvero luminoso, ricco, fecondo, quello di Franz con Fraziska, ma tutt'altro il linea con gli obblighi imposti dalla consuetudine dei tempi. I due per esempio rinunciano al tradizionale banchetto sull'aia, per sposarsi alle 6 del mattino e partire subito dopo per Roma, dove riusciranno a vedere il Papa. Lui promette che ogni 10 anni torneranno in San Pietro per rinnovare le promesse battesimali. La morte nel carcere di Berlino non ha spezzato però l'appuntamento. Con il cuore Fraziska è tornata spesso sotto il Cupolone, rileggendo il più struggente messaggio che il marito le abbia inviato" "Non credo che esser stata sposata con te sarebbe stato così bello.



Nel giorno del matrimonio hanno ricevuto in regalo la Bibbia e lo Schott, un messale per poter seguire la liturgia. I due volumi sostengono la loro fede e danno fondamento al loro amore. Sono anni felici nei quali Franz è un marito innamorato e un padre affettuoso delle tre bambine nate dal matrimonio con Franziska.

Terziario Francescano

Nel   1936 Franz Jägerstätter si sposò con Franziska Schwaninger. In questo stesso periodo si avvicinò al Terz’Ordine Francescano.  Anche sua moglie Franziska divenne francescana secolare.


Foto: libro delle preghiere del Terziario Francescano (Casa Jägerstätter, Sankt Redegund, diocesi di Linz)


Verso il martirio

“Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani… ”
(Gal. 1,11-13.15-16; 2,8)


Dopo un referendum, l'Austra è annessa al Terzo Reich.
Adolf Hitler era un asstriaco, nato a Braunau am Inn, 20 aprile 1889,
una cittadina a pochi chilometri di Sankt Radegund.
Il tempo di grazia del matrimonio con Franzika, la nascita di tre belle bambine, non dura tuttavia a lungo.

La sua testimonianza civica

Nella vicina Germania sono al potere i nazisti che secondo il desiderio del Fuhrer, mirano all'annessione (l"Anschluss") con l'Austria. Al referendum per sancire l'annessione è l'unico del villaggio a votare un no che ha la forza di un'esplosione nel silenzio generale.

Franz Jägerstätter impegnato nel servizio mliare (anni1940-1941) in
esercitazioni militari della Wehrmacht.
Dopo l' "Anschluss", la regione dell'Inn è dominata dalla croce uncinata: vicino Linz viene allestito il campo di concentramento di Mauthausen, nel castello di Hartheim vengono soppressi disabili e malati di mente.
Arruolato per un breve periodo nell'inverno 1941/1942, Franz scrive alla moglie "Come ci ha detto un contadino che ci ospita, qui sarebbero avvenute cose molto tristi".




Il carcere di Spandau è stato un penitenziario situato nell'omonimo
quartiere di Berlino. Luogo di tortura e prigionia degli oppositori
al nazismo. Nello stesso periodo in vi fu recluso
Franz Jägerstätter,
trovò la morte anche
Dietrich Bonhoeffer.

Venne utilizzato dal Tribunale di Norimberga, alla fine della guerra.

Fu costruito nel 1876 e demolito nel 1987, dopo la morte
del suo ultimo recluso, Rudolf Hess,
per impedire che divenisse un "santuario" dei movimenti neo-nazisti.

Invece che memoriale dei martiri del nazi-fascismo.
Richiamato alle armi

La guerra intanto non conosce tregua e all'inizio del 1943 Franz riceve una nuova cartolina di precetto. Sa che questa volta è chiamato a combattere per la guerra di Hitler. Scrive a parenti e amici che lo esortano ad obbedire per amore della famiglia: "Si può essere nello stesso tempo soldato di Cristo e soldato per il nazionalsocialismo?". Con l'unico sostegno della moglie, egli ha già dato la sua risposta.
Come richiesto, il 1° marzo 1943 si presenta in caserma nella città di Ems. Senza tergiversare, manifesta la sua decisione di non voler combattere. Arrestato, venne trasferito nel carcere di Berlino-Tegel. Condannato a morte per sovversione, venne decapitato il 9 agosto 1943. (1)

Elio Guerriero 

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II.
Franz Jägerstätter, un "resistente" al nazismo


Vienna - vetrata
Franz può essere definito a tutti gli effetti come un "resistente" al nazismo, un semplice contadino che rappresenta uno dei pochissimi testimoni che in terra tedesca, abbia osato opporsi al regime hitleriano. Rifiutò ogni collaborazione con il nazionalsocialismo dopo l'annessione del suo Paese alla Germania (1938): fu il solo nel suo paesino a votare NO nel referendum sull'annessione, il cosiddetto "Anschluss".
Chiamato alle armi nel 1943, in pieno conflitto mondiale, dichiarò che come cristiano non poteva servire l'ideologia hitleriana e combattere una guerra ingiusta. Venne arrestato ai primi di marzo del 1943 per renitenza alla leva e portato nel carcere di Linz.
Su di lui fu esercitato ogni tipo di pressione, dalle lusinghe alle minacce. Franz viene ghigliottinato a Brandeburgo Berlino, nello stesso carcere si trovava anche Dietrich Bonhoffer, il 9 agosto 1943

Quel giorno indirizzò alla sua famiglia rimasta a casa, la sua ultima lettera, scritta poche ore prima dell'esecuzione.

“Carissima sposa e madre
- scrisse -, vi ringrazio ancora di cuore per tutto ciò che avete fatto per me nella mia vita, per I' amore che mi avete donato e per i sacrifici che avete sostenuto per me [...] non mi è stato possibile risparmiarvi le sofferenze salutate da parte mia le mie care bambine, di tutto cuore. Pregherò il buon Dio, appena potrò arrivare in cielo, di riservare un posticino per tutti voi”.
La scelta e la vita di Franz, sono riferibili a una radicalità evangelíca che non ammette repliche, anzi provoca e interroga. Non è senza significato che il suo parroco Josef Karobath, dopo la discussione decisiva nel 1943, pochi giorni prima della chiamata all'arruolamento, abbia scritto: "Mi ha lasciato ammutolito, perché aveva le argomentazioni migliori. Lo volevamo far desistere ma ci ha sempre sconfitti citando le Scritture".
In Franz c'è una serenità, anche se mediata e sofferta, di adesione al pieno significato del messaggio evangelico: in lui la coerenza diventa fattore distintivo, non per preconcetti ideologici o per un astratto pacifismo, ma perché si lascia condurre dalla concreta e vissuta adesione ai valori, ai significati, alle esigenze di ciò in cui crede.
Nella vicenda umana e religiosa di Franz Jägerstätter emerge con forza il primato della coscienza, vero faro per il comportamento di un semplice laico cristiano. Senza eccedere a posizioni eterodosse, Franz si pone in fermo ascolto di ciò che "gli sembra giusto".
Lo fa con enorme sofferenza, perché deve andare contro ciò che ha di più caro, la famiglia (a moglie e le tre figlie in tenera età) contro i pastori della Chiesa (ma non tutti), contro i suoi concittadini, di cui "sente" la disapprovazione, lui cui era stato chiesto di diventare sindaco.
Il suo ascolto non è improvvisato, Franz studia la Bibbia, legge i documenti della Chiesa, si confronta con persone di cui ha fiducia, prega molto, medita, digiuna. Si sottopone ad un percorso di formazione della coscienza, pur nelle condizioni proibitive di quegli anni. L'atteggiamento etico di Franz fa leva sulle "cose ultime", le cerca e le desidera.
Non le pone sullo sfondo del proprio agire, ma le fa diventare determinanti per decisioni e comportamenti. Anche davanti alla moglie, nei venti minuti di colloquio concesso in carcere, a Berlino, poche settimane prima dell'epilogo, ricorda che ciò che li attende è il Cielo e "chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me " (Mt.8,37).
La testimonianza di Franz si fonda su un altissimo senso della dignità della persona, sul valore della coscienza, sull'importanza della responsabilità individuale anche di fronte alle scelte collettive. Essa ricorda inoltre il sacrificio di coloro che hanno lottato contro le barbarie dei regimi totalitari. (2)
Attilio Galimberti, ofs


  • preghiera





Preghiera d’intercessione

Dio buono!
Tu hai riempito il beato martire e padre di famiglia Franz Jägerstätter
d'amore verso di te,verso la sua famiglia e verso tutti gli esseri umani.
ln un periodo contrassegnato da una politica misantropa e di violenza
lui ha preso una decisione incorruttibile chiara.
Gli hai dato la grazia di poter resistere al male.
Unito al tuo Figlio e fedele alla sua coscienza ha espresso un deciso No
al rinnegamento della tua presenza, al disprezzo della dignità dell'uomo
ed alla guerra ingiusta.
Fidandosi di te ha donato la sua vita perché ti amava più di tutto.
Con la potenza del tuo Spirito ed ascoltando l'intercessione del beato Franz
rinforza in noi l'amore verso di verso il prossimo.
Aiutaci di sostenere la giustizia, la pace e la dignità dell'uomo
per Cristo, nostro Signore.
Amen.


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  • causa

Prima messa per Franz Jagerstàtter - Sankt Radedund (Linz) 2077
foto di Marco Stocchi
Iter della Causa - Nel 1997 venne iniziata la causa di beatificazione su base diocesana. Come postulatore venne nominato Manfred Scheuer, vescovo di Innsbruck dal 2003. Il 1º giugno 2007 Papa Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione del decreto che riconosce il suo martirio, aprendo così le porte alla sua beatificazione. Il 26 ottobre 2007 presso la cattedrale di Linz (Austria) venne proclamato beato.

Franzizka in processione alla messa per Franz Jagerstàtter
arriva con il sidecar, ricordo della passine per la moto di suo marito
Sankt Radedund (Linz) 2077 - foto di Marco Stocchi
OMELIA DEL
CARDINALE JOSÉ SARAIVA MARTINS

al Rito di beatificazione
nella Cattedrale di Linz
28 ottobre 2007

(con foto)


postulatore: Dr. Andrea Ambrosi richiedente: Pfarre St. Radegund, Hadermarkt 70, A-5121 Ostermiething, Austria
webpage: www.jaegerstaetter.at


Dopo la prima messa per il nuovo Beato
2007 Franz Jaegerstaetter St. Radegunt (Austra) foto di G. Girardi


OBIETTORE PER COSCIENZA
il coraggio della prudenza
1. Beato per l'obiezione

Figura in un primo tempo giudicata piuttosto controversa anche nella Chiesa, data la "vicinanza" che, purtroppo, molti esponenti (della Chiesa) hanno avuto durante il Reich con l'ideologia nazista, Jàgerstàtter è stato definitivamente riabilitato con il processo di beatificazione diocesano e la successiva scelta da parte di Benedetto XVI di iscriverlo tra i beati della Chiesa universale.
La scelta dell'obbiezione di coscienza è stata sempre sostenuta dalla moglie con la quale condivideva davvero urna vita di fede profonda e molto intensa.
Non deve essere stato affatto facile per la famiglia Jàgerstàtter compiere questa scelta condivisa di obiezione ad un regime accolto e accettato dalla quasi totalità della società del tempo. Fu una scelta controcorrente ma non fu una scelta incosciente.
Franz e la sua famiglia sapevano bene a che cosa sarebbero andati incontro. Anche il vescovo di Linz e alcuni sacerdoti che furono inviati in carcere a parlamentare con lui tentarono di convincere lui e altri nonviolenti a desistere dalla scelta così decisa dell'obiezione..
ll suo non fu nemmeno, però, un tentativo di "cercare" il martirio. Quest'uomo non voleva necessariamente morire. Né sua moglie e le tre figlie desideravano questo per lui. Eppure, grazie alla prudenza donata loro dal Signore, poterono prendere una decisione di grande coraggio.

A lui molti si sono ispirati per camminare in quel sentiero della non-violenza cristiana che tanta parte ha avuto nella società civile. ln particolare, ispirandosi alla sua storia negli Stati Uniti nacque il movimento internazionale Pax Christi, che in Italia ha avuto il massimo fulgore durante la presidenza di don Tonino Bello. (il vescovo terziario francescano). Sempre grazie al suo esempio,
Daniel Ellsberg rafforzò il suo impegno pacifista durante la terribile guerra del Vietnam. Un discernimento, quello della famiglia Jàgerstàtter, che ha lasciato un segno inaspettato nella storia. Un contadino che ha sfidato il regime di Hitler. Non per il gusto della sfida, solo per essere fedele al Signore che sempre dona la vita e non la toglie; che ama ciascuno fin dall'eternità e non rifiuta nessuno al suo amore. Davvero una "scelta coraggiosa"  di un terziario francescano che ha vissuto la sua vocazione fino in fondo. (3)
Elisabetta Fumagalli, ofs

Chiesa parrocchiale
di Sankt Redgund nei giorni
della beatificazione
Oltre a Pax Christi, un forte impulso alla conoscenza nel nostro paese di Franz Jàgerstàtter è stato dato dalla Comunità di Sant'Egidio, soprattutto in occasione del Giubileo del 2000, quando su sollecitazione di Papa S. Giovanni Paolo II fu istituita una Commissione per i martiri del XX secolo. In quello stesso contesto, la chiesa di San Bartolomeo all'Isola (che i Frati Minori avevano ceduto alla Comunità, era sede dell'Ofs Lazio) divenne "memoriale" dei Martiri del XX secolo, raccogliendo reliquie da tutto il mondo: una di Franz venne consegnata dalla moglie Franziska 
Il Calendario ne ha dato notizia con un articolo e un video sul memoriale dei martiri in S. Bartolomeo all'Isola.

L'Associazione Franz Jàgerstàtter è quella che più di tutteha contribuito, a far conoscere Franz in Italia: "un’associazione che porta il nome di Franz Jägerstätter e ne custodisce il ricordo e l’insegnamento" così la definisce Claudio Magris in un articolo che vi invitiamo a leggere.
Promotore dell'associazione e autore numerosi articoli è Giampiero Girardi, che ha anche curato un video dal titolo Franz Jàgerstàtter. Un contadino contro Hitler del quale il Calendario ha pubblicato una sintesi curata dallo stesso autore, con una piccola scheda di presentazione.
L'Associazione, legata all'Ufficio obiettori della Caritas di Trento, è promotrice del pellegrinaggio annuale a Sankt Radegunt. Quest'anno è particolarmente significativo, ricorrendo il decennale della beatificazione.

8-9 agosto 2017 - Decennale della beatificazione
Commemorazione internazionale in onore di Franz Jägerstätter
nel decimo anniversario dalla beatificazione / Programma


L'indirizzo: Associazione “Franz Jägerstätter”, presso Caritas diocesana - Via Endrici, 27 I – 38100 Trento - Tel. 0461 261166; fax 0461 266176 - email: tncarita@tin.it
marco stocchi, ofs

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2. Padre di famiglia

In un intervista alla Radio Vaticana in occasione della Beatificazione, il postulatore della Causa ha affermato che Franz Jägerstätter "è stato capace di sacrificare sull'altare dell'amore a Dio i suoi tenerissimi affetti terreni. La sua più grande aspirazione era quella di testimoniare la sua esclusiva appartenenza a Dio, essendo capace per questa sua indefettibile fedeltà di dare la propria vita".

In un articolo apparso sull'Osservatore Romano (26 ottobre 2007), il postulatore ha raccontato che tra i 21 testimoni totali della Causa alcuni erano presenti agli ultimi giorni di vita del Servi di Dio, che anche in carcere continuava a pregare e a meditare.
In particolare, Georg Breit, che condivise con lui la dura esperienza detentiva nel carcere militare di Linz, ha testimoniato come Franz Jägerstätter "abbia sopportato con infinita pazienza la dura detenzione carceraria, evidentemente mosso da quella fortissima spinta religiosa che gli faceva superare il dolore di dover lasciare i suoi affetti più cari.
FOTO : Nella foto d'apertura del video: le tre figlie di Franz Jägerstätter con un cartello in cui è scritto: " Caro padre, torna presto!". La foto, della primavera del 1943, è stata inviata a Franz in carcere e in attesa del processo in cui sarebbe stato condannato a morte.





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spiritualità coniugale

III.
Dal matrimonio una svolta per la sua vita

Ritrovare la fede grazie al matrimonio. Maturare come marito la convinzione che solo il sostegno della moglie sarebbe stato sufficiente per perseverare nelle sue scelte controcorrente. Scoprire come padre un ruolo educativo insolito per i tempi, costruito sulla tenerezza e ma anche sula progettualità nei confronti delle sue tre figlie. E' la dimensione famigliare della spiritualità di Franz Jägerstätter.


I due sposi tornano felici dal viaggio a Roma con l'impegno di recarsi nella "città eterna" ogni dieci anni di matrimonio, per rinnovare la loro unione (impegno mantenuto da Franziska dopo la morte del marito). Franziska è più religiosa di Franz e il legame con la moglie aiuta il giovane a trovare una maggiore stabilità. Molti notano un cambiamento in lui dopo il matrimonio. Alla messa domenicale Franz si comunica ora con maggiore frequenza, fatto raro per gli uomini del suo villaggio che si prendono gioco del contadino innamorato.
Non che Franz fosse un credente incerto _ e si vedano a riguardo i suoi scritti anteriori al 1936 - ma la moglie lo fortifica nella sua scelta e in particolare gli comunica la passione per la Bibbia: i due leggono insieme la Bibbia, ogni giorno. Dell'influsso positivo esercitato dalla moglie scrive lo stesso Franz, commentando un brano della prima Lettera ai Corinzi: "Dall'influsso di una donna pia, casta sempre  benevola sul marito l'apostolo si aspetta di più che daìla predica di un missionario".
La Bibbia era stata donata a Franz dal parroco Josef Karobath.il giorno del matrimonio, insieme a uno Schott, una traduzione tedesca del messale. Un libro di preghiera che aiutava a entrare nella liturgia di cui parla anche Joseph Ratzinger nella sua autobiografia:
J. Ratzinger, La mia vita :

Un parroco molto aperto aveva donato ai miei genitori lo Schott in occasione del loro matrimonio, nel 1920; e per questo quel libro di preghiera fu da sempre presente nella nostra famiglia. I nostri genitori ci hanno fin da piccoli aiutati ad entrare nella liturgia: c'era un libro di preghiera per i bambini ispirato al messale, in cui lo svolgersi dell'azione liturgica era illustrato con immagini, così che si potesse seguire bene quel che avveniva; esso presentava poi di volta in volta una breve preghiera, in cui l'essenziale delle singole parti della liturgia veniva sintetizzato e reso accessibile per la preghiera dei bambini. Come passo successivo ricevetti uno Schott per bambini, in cui erano già riportati i testi più importanti della liturgia; poi lo Schott della domenica, in cui la liturgia della domenica e dei giorni festivi era riportata integralmente, e, infine, il messale quotidiano completo. Ogni nuovo passo che mi faceva entrare più profondamente nella liturgia era per me un grande avvenimento. I volumetti che di volta in volta io ricevevo erano qualcosa di prezioso, come non potevo sognarne di più belli. Era un'avventura avvincente entrare a poco a poco nel misterioso mondo della liturgia che si svolgeva là, sull'altare, davanti a noi e per noi.
Comprendevo sempre più chiaramente che qui io incontravo una realtà che non era stata inventata da qualcuno, che non era la creazione di un'autorità qualsiasi, né di una singola, grande personalità. Questo misterioso intreccio di testi e di azioni era cresciuto nel corso dei secoli dalla fede della Chiesa. Portava in sé il peso di tutta la storia ed era, insieme, molto di più che un prodotto della storia umana".

Questi testi sostengono anche la crescita spirituale Franz resta fedele a questo impegno fino all'ultimo giorno della sua vita. Nelle lunghe settimane passate in carcere prima della sentenza e dell'esecuzione, il contadino ha con sé una Bibbia che legge, ricopia su dei foglietti e commenta. Scrive da Tegel: "Nella Bibbia Dio stesso ci parla e dà alla nostra speranza solide basi. Se tutti i libri scritti dagli uomini non avessero più niente da dirci, la nostra anima può sempre rivolgersi alla Parola di Dio". E aggiunge: "Le pure e semplici verità delle Sacre Scritture ci danno maggiori garanzie dei tanti insegnanti e scrittori alla moda". Commentando la Lettera agli Ebrei, annota:
La profonda importanza della Bibbia per I'impostazione della vita cristiana, per la formazione della coscienza, della volontà e dell'uomo in generale emerge chiaramente in queste parole. Perciò non è possibile avere una quantità di libri devoti senza avere il libro dei libri, dove Dio stesso parla agli uomini".
Non si può restare indifferenti alle parole che Dio ci rivolge, alle lettere di Dio. Franz dedica alcune pagine delle sue riflessioni, alla vigilia del suo arresto, alla Scrittura e ai testi cristiani:
Cosa devono essere per noi cattolici i libri religiosi? Niente altro che lettere di Dio, che ha scritto attraverso le mani di uomini. Essi ci mostrano la via per il cielo e ci uniscono sempre più profondamente con Dio e la patria eterna.
Quanti sono gli uomini che abbandonano la loro patria e non vogliono più sapere nulla di essa e dei cari che ancora rimangono là? Noi siamo tutti dei poveri viandanti, lontani dalla casa celeste. E tutti, prima o poi, vi torneremo.
Ora un breve esempio: un marito viene chiamato a prestare servizio militare e lascia a casa una brava moglie che si preoccupa per lui e gli manda una lettera dopo I'altra. Ma il marito non bada a queste lettere, non gli interessa quello che la moglie scrive, le mette da parte senza leggerle e si cerca altri svaghi. Sua moglie lo viene a sapere.
Dopo molti mesi il marito ottiene una licenza naturalmente vuole trascorrere delle belle giornate a casa sua e godersela con la moglie. Andrà tutto bene come crede questo signor marito? Non credo proprio. Sapendo quanto fosse indifferente alle sue lettere, la moglie potrà ancora credere al suo amore, anche se lui poco prima della licenza le avrà mandato chissà quali dichiarazioni di amore?
A noi andrà anche meglio quando ci verrà detto: i tuoi giorni in questo non  sono finiti, ora devi intraprendere il viaggio verso la patria eterna? Crediamo forse che Dio non sappia di come siamo stati indifferenti verso le sue parole e che egli ci preparerà nel cielo la bella dimora che desideriamo dopo la morte?
Le forze anticristiane, appena salgono al potere, si preoccupano subito  di togliere ai popoli le riviste e i libri cristiani, proprio perché sanno che essi rappresentano il miglior collegamento con Dio  e con la patria eterna. Verremo giudicati da Dio migliori di quelli che ostacolano la diffusione di questi scritti, se anche noi, comunque, non li leggiamo e ci è del tutto indifferente possederli o meno? Cristo ha detto: "Se tu fossi caldo o freddo ti terrei con me. Ma poiché sei tiepido ti vomiterò dalla mia bocca". A quale categoria apparteniamo noi? Guai a noi se siamo tiepidi.
È Franziska che sostiene il marito nel suo passaggio da una  "fede tiepida a una "fede calda". In una lettera Indirizzata al marito, richiamato per il servizio militare (un tempo  di grande sofferenza per Franz in cui matura la sua scelta dell'obiezione di coscienza), Franziska scrive:
Di grande consolazione è per me il fatto che tu preghi volentieri e per questo sopporti tutto con pazienza in quello tempo difficile. Da tutte le tue lettere ho potuto capire che tu non sei infelice e trovi il tempo per andare in chiesa per trovare coraggio e consolazione
Qualche anno dopo Franziska dice del rapporto con il marito: "Ci siamo sostenuti vicendevolmente nella fede" I due si vogliono bene e la fede fortifica il loro vincolo. Nei suoi appunti a commento di un brano della Lettera agli Efesini, Franz scrive: "Quando si vede Cristo negli altri non è difficile sottomettersi, soprattutto nel matrimonio e in famiglia". E prosegue:
Sul matrimonio. L'uomo è immagine di Cristo, il redentore.La donna è immagine della Chiesa, la sposa di Cristo, amata fino al sacrificio di sé. Non è I'ambizione a unirli, ma la volontà di santificarsi a vicenda. L'uno diventa per l'altra un secondo io. E quest'unità dei due è inserita nella comunione di vita spirituale in Cristo. Il matrimonio, dunque, è molto di più di "qualcosa di terreno".
Franz a casa durante un breve congedo
dal servizio militare, sul finire del 1940.

Franz e Fanziska sono ai due lati della
foto, e al centro le tre figliolette
 Maria (1938)Rosalia (1937), e
e sulle gambe di nonna Rolsalia,
Aloisia (1940)

I primi anni trascorrono felici . Franz dice una volta a sua moglie: "Non pensavo che essere sposati fosse una cosa così bella". Gli abitanti di Sankt Radegund lo vedono con stupore spingere il passeggino con la prima figlia Rosalia. Non era infatti usuale nel villaggio che un uomo si dedicasse a tali attività.
Franz ha una spassionata tenerezza nei confronti della moglie e delle figlie. Questo legame con la moglie, l'affetto per le tre figlie (l'ultima, Aloisia, ha tre anni alla morte del padre) sono per Franz, negli anni difficili della scelta, motivo di grande sofferenza, per via del distacco, e insieme di conforto.

Già nel secondo periodo del suo servizio militare (dall'ottobre del 1940 all'aprile del 1941 - vedi foto a dx scattata durante un breve congedo), che lo allontana per un po' dalla famiglia, Franz scrive:
Abbiamo passato nel nostro matrimonio anni così pieni di gioia e di pace che questa felicità sarà per noi indimenticabile e mi accompagnerà nel tempo e per, l'eternità. Tu sai anche quale felicità mi felicità mi abbiano dato le bambine. E così qualche volta mi prende un sentimento di gioia, che mi provoca lacrime di felicità se penso a quando ci rivedremo".
In una lettera alla moglie dal carcere di Linz, il 9 aprile 1943, per il settimo anniversario di matrimonio, il contadino di Sankt Radegund scrive:
Dio ti benedica amatissima moglie. Innanzitutto i più cari ringraziamenti per le tre lettere che ho ricevuto con gioia nel corso di questa settimana. Nonostante il molto lavoro che hai, cerchi sempre di dare a tuo marito quella gioia che forse io non merito. Mi interessa davvero ogni parola che tu mi scrivi; mi perdonerai se non ti scrivo così spesso, perché non ho molto di nuovo da raccontarti. Non ho ancora avuto nessun processo.
Cara moglie, oggi sono sette anni che ci siamo promessi amore e fedeltà davanti a Dio e alla Chiesa. Io credo che siamo stati fedeli fino ad oggi a questo impegno e che Dio ci donerà la grazia, anche se ora dobbiamo vivere separati, di rimanere fedeli alla promessa fino alla fine della nostra vita. Se guardo indietro e considero tutta la fortuna e le grazie che abbiamo avuto durante questi sette anni - sembrano talvolta perfino dei miracoli! - e se qualcuno mi dicesse che Dio non c'è o che Dio non ci ama, e io lo credessi, allora vorrebbe dire che sono proprio ridotto male.
Cara moglie, perché il futuro per noi dovrebbe essere così pauroso? Infatti chi finora ci ha protetti e ci ha dato serenità non ci abbandonerà in futuro, se solo non dimentichiamo di ringraziare e non ci poniamo dei limiti nella nostra tensione verso il cielo. La nostra felicità durerà per I'eternità. Anche se ora sono rinchiuso dentro le mura di un carcere, credo tuttavia di poter contare sempre sul tuo amore e sulla tua fedeltà. E questo anche se dovessi essere separato da te in questa vita, anche se morissi, perché tu sai già che io non sono qui come un malfattore. Sono molto felice che tu abbia fatto dire una messa, perché so che tu in quell'occasione hai pensato particolarmente a me. Ti saluta di cuore il tuo "nuovo" marito. Si dice, infatti, che l'uomo si rinnova ogni sette anni, quindi da oggi hai un nuovo marito.
Franz conclude la lettera raccomandando alle figlie di obbedire alla madre e di essere brave, aggiungendo: "Ci sono tanti bambini che non hanno più il papà e neanche la mamma, o almeno non una mamma così brava come l'avete voi!".

Alle figlie si rivolge sempre, nelle lettere alla moglie, confortandole come può, con parole di grande affetto, come nell'occasione in cui Franziska gli scrive che la più piccola piange disperata, quando lei chiude la porta di casa, temendo che il padre non possa rientrare.
La sofferenza di Jagerstàtter comincia con I'annessione dell'Austria alla Germania nazista, appena due anni dopo il matrimonio. La sua scelta, maturata nel tempo, di non servire la guerra di Hitler, anche a costo della vita, si scontra con l'incomprensione di tutti. La moglie è I'unica a sostenerlo.
Qualche anno dopo, tornando su quella scelta, dice:
"AlI'inizio anche io I'ho supplicato di non mettere a repentaglio la sua vita, ma poi, quando tutti litigavano con lui e inveivano contro di lui - anche i parenti sono venuti - non I'ho più fatto". 
Franziska motiva così la sua scelta, che per anni dopo la guerra le causa I'accusa di essere stata responsabile della morte del marito: "Se tu vuoi bene a qualcuno e questi non ha nessuno che lo capisca...".
2007 Tomba di Franz  Jagerstàtter
St. Radegunt (Austra) foto di M. Stocchi
Una scelta che è di grande conforto a Franz. Pochi giorni prima della morte, meditando sul brano della passione di Gesù nel Getsemani, annota:

"Il Dio-uomo cerca conforto nei suoi discepoli. Nelle ore difficili abbiamo bisogno di qualcuno che ci capisca. Tuttavia il miglior aiuto lo troviamo, come ha fatto Gesù, nella preghiera fiduciosa e nella coraggiosa accettazione della volontà di Dio".
Fare innanzitutto la volontà di Dio: questa è la convinzione del giovane contadino che proseguendo i suoi commenti alla Scrittura, scrive:
"Il legame con la volontà di Dio deve essere più forte dell'amore per i propri cari". E più volte ritorna sulla frase di Gesù: "Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me".
La scelta di Franz è quella di fare, innanzitutto, la volontà di Dio. E a tutti quelli che gli dicono che, invece, innanzitutto deve pensare alla famiglia, ai figli, riferendosi al giuramento al Fúhrer, risponde:
"Se qualcuno tira in ballo la famiglia, siate comunque sereni, perché io non posso mentire neanche per amore della famiglia, anche se avessi dieci figli".
Franz davanti alle figlie sente la responsabilità di comunicare loro la fede. Ma come farlo se non vivendo in prima persona, come genitore, gli insegnamenti di Cristo?
I genitori, annota, devono essere i primi angeli dei figli. Se lui come padre cristiano non è credibile, come può rendere credibile la fede ai suoi figli? Lo scrive nel periodo della sua detenzione:
Ma è possibile donare una simile fede ai bambini? Con I'aiuto di Dio nulla è impossibile. Naturalmente questo è il primo compito dei genitori, perché se essi non vivono come insegnano, il catechista si può sforzare al massimo, ma non potrà educare i bambini come buoni cattolici. Infatti, il primo e più grande veleno del non credere è piantato proprio dai genitori nei cuori dei figli, soprattutto con il cattivo esempio e con paro- le non meditate [...]. L educazione dei figli nella fede è dunque il compito più difficile per i genitori [...]' Ma come può vincere le sue battaglie giovanili chi ha in se stesso il veleno della mancanza di fede? Non esiste un delitto maggiore dell'allontanare o addirittura fuorviare un bambino o un adulto dalla fede.
E aggiunge, pensando in particolare ai tanti giovani che vanno dietro a Hitler che chi non ha fede è facile preda del male "che trama con malizia e astuzia". Sono riflessioni che maturano nella seconda metà degli anni Trenta e che, nei mesi prima della morte, trovano nella solitudine del carcere una forma scritta, vengono come affinate dalla sofferenza per diventare un messaggio rivolto a tutti. (4)
Cesare G. Zucconi


Franziska consegna al Vescovo le reliquie del marito
durante la messa di beatificazione nella cattedrale di Linz

"La moglie Franziska condivise la sua scelta e gli rimase accanto fino all’ultimo, pur sapendo che in questo modo sarebbe rimasta sola con le tre figlie da tirar su e che come vedova di un “Wehrkraftzersetzer” sarebbe stata messa al bando dalla gente del paese.

Per chi vive in Italia è difficile comprendere la ferocia con cui la società austriaca ha trattato chiunque non si fosse allineato al regime hitleriano e alla sua guerra. Ci sono partigiani che ancor oggi non percepiscono alcuna pensione di guerra, perché non osano richiederla, pur avendone il diritto, per non incorrere nel disprezzo che i compaesani provano nei confronti di chi ha combattuto “dall’altra parte”, tradendo i “veri patrioti” alla Waldheim. Basti dire che la proposta di erigere un monumento in memoria di Jägerstätter è sempre stata unanimemente respinta da tutte le forze politiche locali, socialdemocratici compresi, perché considerata “un oltraggio ai reduci di guerra e ai caduti”. (Marco Di Bla)



Non ci sarebbe da stupirci più di tanto, se guardiamo in casa nostra, in Italia, dove negli stessi anni un Don Lorenzo Milani finì a processo per la sua Lettera ai cappellani militari dall'emblematico titolo "l'obbedienza non è una virtù".  E a quanto ancora nel nostro Paese costantemente si vuole una equiparazione tra chi ha combattuto il nazi-fascismo e chi fino all'ultimo lo ha sostenuto.
Don Milani fu dalla Chiesa esiliato in una parrocchia di montagna e i suoi libri messi all'Indice, se non "sconsigliati". Solo recentemente, Papa Francesco in qualche modo ha fatto ammenda, recandosi nella sua Barbiana e viitando i luoghi di don Primo Mazzolari.. (ms)




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SIGNORNO' di Paolo Giuntella e Enzo Chiodi
con commento al video: testi di T. Merton e H. Arendt


Video sintesi in 10 minuti di FRANZ JAEGERSTAETTER. UN CONTADINO CONTRO HITLER
- A cura degli autori: Giampiero Girardi con la regia di Fulvio De Martin Pinter
Audiolibro su Youtube: FRANZ JAEGERSTAETTER di Antonio Sicari, ocd
da "Vite dei Santi", vol. XI, ed. Jaca Book 
NEWS



Fomti:
1) Elio Guerriero su Avvenire, in occasione della beatificazione, 26 ottobre 2007
2) Attilio Galimberti su  FVS Francesco il volto secolare, mensile dell’OFS d’Italia, febbraio 2009
3) Elisabetta Fumagalli su  FVS Francesco il volto secolare, mensile dell’OFS d’Italia, giugno 2017
    Solo la seconda parte, nella prima l'autrice ripercorre la vota di Franz di cui abbiamo già scritto
4) Cesare Zucconi, Cristo o Hitler, edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2008


a cura di Marco Stocchi, ofs