Tuttavia, Luigi e Zelia non sono stati canonizzati a causa
della loro figlia! Certo, Teresa li ha fatti conoscere e ha mostrato quanto è
vera la parola di Gesù "si riconosce un albero dai suoi frutti", ma
il suo ruolo termina qui.
È la santità propria di Luigi e di Zelia che la Chiesa ha
riconosciuto, una santità profetica per il nostro tempo. Il loro esempio ci
mostra che la santità non è un ideale riservato a delle anime speciali,
consacrati o maritiri, ma una vocazione e una grazia offerta a tutti.
Luigi e Zelia, malgrado il secolo che ci separa, hanno sperimentato
condizioni di vita molto vicine alle nostre. Tutti e due hanno lavorato per
allevare i loro figli, sono corsi dietro al tempo, hanno conosciuto le gioie e
le pene di una famiglia ordinaria e sono morti di malattie che ci sono
familiari: un cancro al seno per Zelia e I'arteriosclerosi per Luigi, malattia
che tocca il cervello e gli ha fatto passare tre anni in un ospedale
psichiatrico.
Ciò che ha costituito la santità dei coniugi Martin non sono
stati gli awenimenti in se stessi ma il modo in cui li hanno vissuti, in tutti
gli aspetti della loro vita essi non hanno avuto che una fonte e uno scopo:
l'amore di Dio.
Questo orientamento del cuore non li ha disincarnati ma ha
fatto della loro vita ordinaria un'awentura d'amore: hanno elevato non solo la
loro famiglia ma anche i loro parenti, i loro amici, i loro vicini e anche i
loro impiegati e infine tutta la Chiesa.
Hélène Mongin
da "Luigi e Zelia Martin, Santi della Normalità", ed. San Paolo 2015
da "Luigi e Zelia Martin, Santi della Normalità", ed. San Paolo 2015
Album fotografico