4 ottobre
B. FULGENCIO MARTINEZ GARCIA
martire
sacerdote diocesano
terziario francescano
nato il 14 agosto 1911 a Ribera de Molina, Murcia (Spagna)
martirio: 4 ottobre a 1936 en Espinardo, Murcia (Spagna)
Il Beato Fulgenzio nacque a Ribera de Molina il 14 agosto del 1911, dopo il seminario, fu parroco de La Paca e Don Gonzalo. Entrò fin da seminarista nel Terz'Ordine francescano. Con giovanile ardore fu evangelizzatore in tutti i luoghi in cui si trovava, con i commilitoni durante il servizio militare, da parroco nella cura delle omelie, impegnandosi nel catechismo, aprendo un cinema per attirare la gioventù. Era il buon pastore che conosceva una ad una le sue pecore, le andava incontrando nei luoghi dove stavano. Visitava le persone nelle case e si prodigava a cercare dai ricchi aiuti economici per i poveri.
E' stato condannato a morte per essere sacerdote. Perdonò i suoi persecutori. Diceva loro che offriva la sua vita per il Regno del Cuore di Gesù, la rigenerazione cristiana della patria e per la salvezza di La Paca. La mattina del 4 ottobre del 1936, giorno di San Francesco d'Assisi, morì sotto i colpi del plotone d'esecuzione, con in bocca smorzato il grido: “Viva Cristo Re e viva la Spagna Cattolica”.
Martirologio Romano: In vari luoghi in Murcia, Spagna, Antonio Beato (nata Miguel Faúndez López), Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori e tre compagni, uccisi in odio alla fede (†1936).
Beatificato il 13 ottobre 2013, durante il pontificato di Papa Francesco.
Per la vita
La storia della Chiesa è anche la storia delle persecuzioni dei cristiani, molti dei quali sono stati uccisi perché amavano il Signore e non volevano tradirlo.
- Il cuore mite e umile del Beato Fulgencio Martinez Garcia, che attraverso la Misericordia ha saputo perdonare coloro che hanno posto fine alla sua vita, ci sprona ad abbracciare tutti i giorni la Croce con amore e dedizione.
- Ci invita ad essere annunciatori del Regno, che con la
fantasia della carità siano capaci di promuovere dinamiche di solidarietà e di giustizia sociale nei luoghi
della quotidianità.
VITA E MARTIRIO
DEL BEATO FULGENCIO MARTINEZ GARCIA
DEL BEATO FULGENCIO MARTINEZ GARCIA
Don Fulgenzio Martinez Garcia nacque a Ribera de Molina il 14 agosto del 1911 ed è stato battezzato il 15, giorno dell'Assunta, parrocchia del Sagrado Corazón de Jesús. Ricevette la Cresima, il 13 gennaio del 1919 dal vescovo di Cartagena Don Alonzo Falgado.
I suoi genitori, Fulgenzio e Emerita, ebbero dopo il primogenito Fulgenzio altri 10 figli. L’ambiente familiare gli trasmise una solida formazione cristiana che lo indirizzò verso la vocazione sacerdotale. A sette anni,13 gennaio 1919 ricevette la cresima dal vescovo di Cartagena Don Alonzo Falgado e il 29 maggio fece la sua prima comunione.
Come lo zio materno entrò nel seminario di San José de Murcia, aveva dodici anni. Qui diede prova delle qualità umane e spirituali che presagivano il suo santo sacerdozio. Le sue buone note ed il comportamento migliore gli valsero la stima dei suoi superiori. Durante le vacanze pubblicava un settimanale, "L'Ideale", che dirigeva e confezionava e ciclostilava con altri seminaristi. Furono gli anni in cui entrò nel Terz'Ordine francescano.
A 22 anni, nel 1933-’34 prestò servizio militare: fu un periodo non facile per il pessimo ambiente morale nel quale venne a trovarsi, ma che fu un buon banco di prova per la sua fortezza. Durante questo periodo si confrontava con i suoi compagni su temi religiosi e distruggendo pagine di giornali immorali, risarcendoli del costo che avevano sostenuto per comprarli.
Il 15 giugno del 1935 fu ordinato sacerdote, dopo essersi preparato con fervore e celebrò la sua prima Messa solenne il giorno del Corpus Domini a Ribera de Molina come aveva sempre desiderato. Fu parroco de La Paca e Don Gonzalo, dove imparò a conoscere tutti i suoi fedeli incitandoli ad andare a Messa le domeniche e i giorni festivi e a comunicarsi. Preparava molto bene l'omelia, visitava le case, riuscì ad attirare in chiesa i bambini con il cinema e il presepio meccanico che egli stesso fabbricò, si occupava dei poveri con ciò che aveva di suo e chiedendo denaro ai più ricchi.
Nello stesso giorno della sollevazione nazionale, il 18 luglio 1936 tra i molti sacerdoti arrestati fu anche Fulgenzio. Condotto al carcere di Lorca, il 19 luglio, fu dichiarato prigioniero politico, accusato di tramare contro il regime di governo, insieme ad altri residenti de La Paca. Il giudice prese la dichiarazione da lui rilasciata, ma lo teneva in prigione per mandarlo a Corte di Murcia Popolare, sapendo che sarebbe stato ucciso li. Il 28 settembre fu trasferito nella chiesa di San Giovanni di Murcia, trasformata in carcere per essere giudicato dal tribunale popolare. Il suo avvocato difensore non è riuscito ad apparire perché sapeva che era condannato in partenza. Non poteva provare nulla. E' stato condannato a morte per essere sacerdote. Quando la sua famiglia ha fatto tentativi per liberarlo fu detto "Se sacerdote nulla può essere fatto per lui".
La condanna a morte fu emessa il 2 ottobre, venerdì, con la falsa accusa di aver affermato “E’ caduto il governo dei traditori”, ma in verità con l’unica colpa di essere sacerdote di Cristo. Si confessò sacramentalmente e dimostrò una grande serenità. Scrisse lettere, una ai suoi genitori, parenti e conoscenti di La Ribera e un'altra al suo amatissimo fratello Vincenzo, gesuita. Quando il giorno succesivo gli fu comunicata la notizia, manifestò tranquillità e gioia di offrire la vita per la fede. Nella sua ultima lettera ai genitori, il 4 ottobre 1936 scriveva: “Non soffrite per la mia morte, perché mi sento molto onorato di soffrire per Cristo. Vado allegro e contento alla morte e la offro in riparazione dei miei peccati e affinché abbia presto termine questo lutto che va insanguinando la Spagna. Che questo sangue che scorre sia seme di buoni cristiani e occasione di una rigenerazione spirituale della patria”.
Morì sereno, perdonando i firmatari della sua sentenza e gli altri che lo accusarono, chiedendo a Dio che li perdonasse e si congedò dai suoi andando verso il Cielo. La mattina del 4 ottobre del 1936, giorno di San Francesco d'Assisi, fu eseguita la sentenza. Condotto al campo di tiro di Espinardo rifiutò di essere bendato e di fronte al plotone di esecuzione gridò le sue ultime parole: “Viva Cristo Re e viva la Spagna Cat…”.
Fu sepolto la sera stessa del 4 ottobre 1936, memoria liturgica di San Francesco d'Assisi, al cui Terz'Ordine apparteneva fin da seminarista.
Urna con le spoglie mortali del B. Fulgenzio Martinez Garcia nella parrocchia di Ribeira de Molina (Murcia) |
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Sources: Postulazione generale OFM, Roma; Diocesi di Cartagena-Murcia, Spagna.