lunedì 14 marzo 2016

4 dicembre BEATO GIOVANNI HARA MONDO francescano secolare giapponese, martire nel 1623


4 dicembre
BEATO GIOVANNI HARA MONDO

Terziario francescano, martire

Usui, Giappone, ? – Tokyo, Giappone, 4 dicembre 1623




Martirologio Romano: Laico della diocesi giapponese di Funai e terziario francescano, Giovanni Hara Mondo subì il martirio nella sua patria nel contesto di feroci ondate persecutorie contro i cristiani. In seguito ad un rapido processo iniziato con il Nulla Osta della Santa Sede concesso in data 2 settembre 1994, è stato riconosciuto il suo martirio il 1° luglio 2007 ed è stato beatificato il 24 novembre 2008, sotto il pontificato di Papa Benedetto XVI, unitamente ad altri 187 martiri giapponesi.



Il Terz'Ordine Francescano in Giappone, in seguito alla prima grande persecuzione, nel 1597, contò tra le sue fila 17 laici, martiri tra uomini e donne, adulti è bambini. Sono i cosiddetti "Protomartiri giapponesi", non missionari, spesso appartenenti a ordini religiosi, ma persone del luogo che hanno accolto Gesù nella loro vita testimoniandone la fede fino all'effuisione del sangue: tra essi il beato Giovanni Hara Mondo.
In attesa di poter completare un approfondimento organico della storia del cristianesimo in Giappone e dei suoi santi e beati, si pubblica questo breve stralcio tradotto dal quotidiano Le Monde:

"La Chiesa cattolica giapponese conta 42 santi e 205 beati, ma finora si trattava soprattutto di religiosi. “È in seguito al consiglio dato nel 1981 ai vescovi locali da papa Giovanni Paolo II di far conoscere al mondo i primi cristiani giapponesi che i vescovi hanno preso l'iniziativa di raccogliere i documenti storici e di inviare per la prima volta una domanda di beatificazione alla Santa Sede”, ha spiegato monsignor José Saraiva Martins. Le ricerche sono durate ventisei anni. I supplizi di cui sono stati vittime, tra il 1603 ed il 1639, segnano la seconda fase delle persecuzioni.

Erano cominciate al tempo di Hideyoshi, signore della guerra, che unificò il paese. Nel 1597, preoccupato del proselitismo dei missionari arrivati al seguito di Francesco Saverio, sbarcato a Kagoshima (sud) nel 1549, volendo imporre la sua autorità, fa torturare 26 cristiani a Nagasaki. Si contavano allora tra i 300.000 ed i 400.000 cristiani, ricorda Églises d'Asie in un numero speciale sul Giappone (novembre) che tratta, tra gli altri argomenti, delle persecuzioni.

Partita dal sud del paese, l'evangelizzazione aveva raggiunto in pochi decenni il nord della regione di Honshu. Il primo shogun, Tokugawa, ordina nel 1614 il bando dei missionari, percepiti come avanguardia di potenze straniere, e proibisce il cristianesimo. Chiusura del paese, espulsione dei preti e persecuzione sistematica dei fedeli vengono attuati subito dopo. Coloro che rifiutavano di abiurare venivano uccisi: a migliaia furono decapitati, crocifissi o bruciati vivi. Certi conservarono nonostante tutto la fede. Privi di preti, di chiese, di sacramenti, praticarono per due secoli e mezzo un culto segreto. Dopo l'instaurazione della libertà religiosa (1873), i missionari stranieri tornati in Giappone scoprirono 26 000 discendenti dei “cristiani nascosti”.





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