venerdì 8 maggio 2020

PER CONOSCERE S. AMATO RONCONI terziario francescano



8 maggio
  S. AMATO RONCONI

Terziario francescano
Pellegrino, fondatore d'Ospedale





Saludecio (Rimini), sec. XIII - † 1300 ca.



Amato Ronconi nacque a Saludecio da una ricca famiglia verso il 1225. Rimasto presto orfano, trascorse la sua giovinezza con la famiglia del fratello Giacomo. Deciso a vivere secondo il Vangelo si dedicò in un primo tempo all'accoglienza dei poveri e dei pellegrini costruendo per loro un ospizio sul Monte Orciale. Donate poi tutte le sue sostanze ai poveri si ritirò ad una vita di rigorosissima penitenza. Compì ben quattro pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo Giacomo a Compostella. Morì nel 1292 all'età di sessantasei anni. Papa Pio VI ne confermò il culto nel 1776. Il 9 ottobre 2013 Papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche del Beato Amato e lo ha infine canonizzato il 23 novembre 2014.


Martirologio Romano: A Saludecio, oggi in Romagna, beato Amato Ronconi, insigne per lo spirito di ospitalità e l’assistenza ai pellegrini.

Martirologio francescano:
Nella diocesi di Rimini, il Beato Amato Ronconi da Saleudecio, Confessore del Terz'Ordine, uomo di straordinaria penitenza, il quale fondò l'ospedale di S. Maria di Monteorgiali. Il suo culto immemorabile fu approvato dal Sommo Pontefice Pio VI (c. 1304)






Festeggiato con grande gioia l'8 maggio, S. Amato Ronconi (1226-1292) è ricordato come fondatore dell'Ospizio dei Poveri Pellegrini della città di Saludecio, oggi Casa di Riposo - Opera .Pia Beato Amato Ronconi, struttura tuttora aperta e funzionante. Ma, soprattutto, incarna la figura dell'homo viator, del cristiano in cammino che vive la vita da pellegrino e forestiero, in perenne tensione verso il Regno. Un'altra figura da riscoprire per i francescani secolari di oggi, nella dinamica di una crescita che affonda le proprie radici nella storia e guarda alla missione nella società odierna.

Secondo tradizione, il Santo nasce a Saludecio nel 1226, anno in cui ad Assisi moriva Francesco. Fattosi terziario francescano, si dedica ai poveri e ai pellegrini. Muore nel 1292 donando tutti i suoi averi, compreso il suo Hospitale al Monastero Benedettino di Rimini.
Viene ricordato nella festa dell'8 maggio che rappresenta una delle più antiche ricorrenze religiose della provincia: la festività risale al 1448, come racconta Giuseppe Malatesta Garuffi nella Vita del Beato pubblicata nel 1693, quando la sua intercessione fece cessare una grave pestilenza. Ogni trent'anni i festeggiamenti sono particolarmente intensi e l'urna con le sue spoglie, venerate nella chiesa parrocchiale di san Biagio a Saludecio, viene portata in processione fino alla casa natale.
La figura del santo ha permeato la cultura e la spiritualità della provincia riminese da otto secoli: la fama di santità che accompagnò in vita e in morte S. Amato da Saludecio si è manifestata attraverso eventi miracolosi già negli anni immediatamente successivi alla sua dipartita. Basti pensare che già nel 1304 si prevedevano indulgenze in favore di chi visitava il suo corpo. A partire da allora tutti i documenti, senza eccezioni, attribuiscono ad Amato l'appellativo di "Beato"o di ”Santo' e numerosi fedeli che ne invocano fiduciosi l'intercessione attestano di aver ricevuto grazie in virtù del suo intervento. La tradizione risulta particolarmente credibile, perché nasce e si consolida a caldo, senza lunghi intervalli temporali. Davvero un santo patrono "per elezione popolare".

Negli ultimi anni la sua figura è stata riscoperta anche dalle istituzioni civili, oltre che religiose: accanto al museo, una mostra è stata dedicata al Beato (a cura di Giuliano Chelotti), grazie alla collaborazione tra comune di Saludecio, la parrocchia di Saludecio e la diocesi di Rimini. La mostra - che ha spopolato al Festival Francescano del 2014 - era intitolata "Un terziario in cammino": Ronconi, infatti, ha trascorso metà della sua vita sul cammino per Santiago di Compostela, dedicando ai poveri e ai pellegrini la sua intera esistenza.
Seguendo gli insegnamenti e lo stile itinerante di Francesco, Ronconi, "uomo mosso dalla curiosità di conoscere, e dalla fede incrollabile', è stato "impegnato nel perenne pellegrinaggio dell'esistenza". Ronconi è ricordato quale penitente, taumaturgo, camminatore, per cinque volte in viaggio verso Santiago. Un piccolo uomo che, dalla terra di Saludecio, comunità misconosciuta dell'estremo lembo della Romagna, si mette in cammino per arrivare, come atto estremo di fede, al termine del mondo, ai confini della terra, conosciuta a Finisterrae. E se oggi mettersi in viaggio verso Compostela rappresenta una vera scommessa con se stessi, per riscoprire il valore del cammino, reale e spirituale, ancora di più poteva sembrare una folle impresa affrontare nel Medioevo questo lunghissimo viaggio a piedi, della durata media di un anno. Una vera sfida in cui, alla fatica fisica, si aggiungevano i pericoli del brigantaggio.

Nel 1991 la parrocchia di San Biagio a Saludecio e la Pia Unione del Beato Amato (che dal 1919 sostituì l'omonima confraternita) hanno promosso il processo di beatificazione. L'istruttoria diocesana si è conclusa a maggio 1999, quella vaticana ne ha successivamente, sotto il pontificato di Papa Francesco, appurato la beatificazione, cui è seguita nel 2015 la proclamazione di santità. 

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fonti: liberamente tratto da un articolo di Ortensio De Angelis
in FVS Francesco il volto secolare, anno 13, n 5, p 55, maggio 2014