17 ottobre
BEATO CONTARDO FERRINI
giurista, professore universitario
terziario francescano
terziario francescano
Studioso, giurista e ricercatore stimato, coltiva anche una forte
spiritualità, che gli permetterà di distinguersi in un ambiente
fortemente anticlericale. Un atteggiamento che diventerà la sua
principale forma di evangelizzazione: con questo «apostolato silenzioso»
e il suo stile di vita, infatti, riuscirà a parlare di Dio anche ai
lontani, agli indifferenti, agli atei. (Gianpiero Pettiti)
Milano, 5 aprile 1859 – Suna, Novara, 17 ottobre 1902
ll Beato Contardo Ferrini, definito "astro di
santità e di scienza", nacque a Milano il 5 aprile 1859 da Rinaldo e da
Luigia Buccellati. Educato cristianamente soprattutto dal padre, di cui ne subi
I'influenza, senti crescere in sè il desiderio di amare solo il Signore, in
verginale dedizione, e vi corrispose con una vita interiore nutrita di
meditazione, di preghiera, di comunione frequente. Avviato agli studi, vi fece
grande profitto conseguendo la licenza liceale nel 1876 e dimostrandosi maturo
come studente e coerente
come cristiano, si iscrisse alla facoltà di
giurisprudenza presso la celebre università di Pavia. Anche nel nuovo ambiente
continuò intensa la vita di pietà. L'appellativo che comunemente gli era dato
era di "san Luigi", per dire di quale tempra egli fosse. Delicato e
gentile, amava la poesia nella contemplazione del grande libro della natura,
scalando le vette da valente alpinista.
La sua maggiore ascesa fu però nel campo
spirituale, presentandosi come modello di laico cattolico nella profonda
preparazione e competenza professionale. Nel 1880, a ventun anni, si laureò in
diritto penale. La commissione giudicatrice scopri in lui la vocazione
scientifica, lo studio del diritto antico e bizantino. Ottenuta una borsa di
studio, andò a perfezionarsi all'università di Berlino, dove coltivò salde
amicizie con studenti cattolici tedeschi. Nel 1883 prendeva la libera docenza
in diritto romano ed iniziava l'insegnamento all'università di Pavia. Sulla
cattedra portò tutta la serietà dello studioso congiunta alla passione del
docente: si impose all'ammirazione dei colleghi e dei discepoli per lucidità e
chiarezza di esposizione, per eloquio nobile e fluente, per semplicità sorridente
e garbata.
Professore all'università di Messina nel 1887 ed
all'università di Modena nel 1890, ritornò a Pavia nel 1894 e vi insegnò sino
alla morte, risiedendo con i genitori a Milano.
Votatosi al celibato cristiano, si iscrisse al
Terz'Ordine di San Francesco e nel francescanesimo apprese e perfezionò la sua
serafica spiritualità.
All'impegno della cattedra, il Beato Contardo uni
un'intensa produzione scientifica: a più di 2OO ammontano i suoi scritti.
Rimangono di lui elevate pagine ascetiche. lnoltre aderì alle attività
caritative
delle conferenze di San Vincenzo. Durante un
periodo di villeggiatura nella diletta Suna sul Lago Maggiore, fu colpito da un
violento tifo e il 1 7 ottobre 1902 serenamente rendeva a Dio la sua anima.
Aveva 43 anni. Fu beatificato da Pio Xll il 13 aprile 1947.
L'università
cattolica del Sacro Cuore di Milano, che egli aveva vagheggiato ed auspicato,
lo ha accolto come suo modello e guida e conserva e venera le sue spoglie. (Giuliano
Ferrini)
Martirologio romano - A Suna presso il lago Maggiore, beato Contardo Ferrini, che, nell’educare i giovani, con il suo esempio di fede e di vita cristiana andò ben oltre la scienza umana.
Martirologio francescano - A Suna, sul Lago Maggiore, deposizione del Beato Contardo Ferrini da Milano, Confessore del Terz'Ordine, il quale seppe mirabilmente unire la scienza umana con la scienza dei Santi e chiaro per gli scritti e pel magistero, ma molto più chiaro per la sua pietà e integrità dei costumi, si addormento nel bacio del Signore (1902).
Calendario Liturgico
Proprio del B. Contardo Ferrini
Protettore dei giuristi, dei college e università
B. CONTARDO FERRINI
La città di Milano ha abbondato in uomini di cultura e di virtù. La nostra epoca scorge nel B. Contardo Ferrini una stella, che è destinata a mostrare alle generazioni d'oggi che la profondità negli studi e l’umiltà nella fede possono anche andare di pari passo.
Il beato Contardo Ferrini nacque a Milano il 4 aprile 1859; suo padre, Rinaldo, era un insegnante di matematica e fisica, laureato in ingegneria civile e architettura, e da lui, Contardo ereditò la curiosità intellettuale e lo spirito scientifico. La madre Luigi, d'altra parte, non sembra essere stata molto felice per il tempo che il marito e il figlio maggiore dedicavano allo studio, poiché avrebbe preferito che l'aiutassere più attivamente nella conduzione della famiglia.
Contardo fu un bambino precocissimo, con un grande amore per lo studio e un’altrettanta profonda devozione religiosa, nutrita dalla preghiera e dalla frequente partecipazione all’eucarestia: dall’età di quattordici anni si comunicava infatti quotidianamente.
Durante gli anni dell’adolescenza sperimentò tuttavia i consueti travagli dell’età e trovò però un valido aiuto in don Adalberto Catena, sacerdote molto istruito. Contemporaneamente fu avviato a un serio percorso scolastico da mons. Antonio Cerani, prefetto della grande Biblioteca Ambrosiana di Milano, il quale, insegnandogli l’ebraico, lo mise in condizione di leggere la Bibbia nella lingua originale. Cerani gli insegnò anche a non dare troppa fiducia alle informazioni di seconda mano, anche qualora provenissero da persone colte, invitandolo pressantemente ad «andare direttamente alle fonti della verità». Vi fu poi un terzo sacerdote che ebbe una grande influenza su Contardo in questo periodo: il naturalista abate Antonio Stoppani, il padre della geologia e della paleontologia italiana, che gli trasmise un duraturo amore per la natura quale creazione di Dio.
A Pavia Contardo volle fondare una associazione di studenti che fosse a metà strada tra un circolo culturale, un club sociale e una confraternita religiosa; la eresse, ponendola sotto il patrocinio di S. Severino Boezio (23 ott.), mentre era sul punto di lasciare Pavia e durò fino al nostro secolo. Nel complesso, comunque, si direbbe che gli ideali apostolici coltivati in gioventù non portarono frutti evidenti, anche se alcuni amici di lunga data, che lo iniziarono a conoscere in questi anni, parlarono in seguito dell’influenza che il beato aveva esercitato su di loro. Tra questi c’era il conte Vittorio Mapelli e le numerose lettere che Contardo gli indirizzò costituiscono una delle fonti principali per conoscere la vita e gli ideali del beato.
È da far risalire a questo periodo anche il suo amore per la poesia, soprattutto sul tema della natura, e la sua passione per l’alpinismo, attività in cui diventò particolarmente abile.
Max Westermaier botanico tedesco terziario francescano |
A Berlino frequenta da subito la facoltà e il circolo letterario cattolico. Il soggiorno tedesco è determinante per la sua crescita scientifica sotto la guida di Alfred Pernice e altri maestri. Costruisce anche un rapporto privilegiato con il botanico Maximilian (Max) Westermaier (Kaufbeuren, 1852), che ottenne con il supporto di Leone XIII una cattedra a Friburgo dove morirà nel 1903, un anno dopo aver partecipato ai funerali dell'amico Contardo.
La Società San Vincenzo de Paoli è stata fondata nel 1833 da un gruppo di laici tra i quali il terziario francescano Federico Ozanam, beatificato nel 1999 da Giovanni Paolo II. |
Quando arrivò il momento di lasciare Berlino per fare ritorno in Italia, si trovò ancora incerto su quello che avrebbe dovuto fare della propria vita, non sentendo né la vocazione religiosa né quella al matrimonio. Verso la fine del 1881 fece un voto privato perpetuo di celibato e di fatto si consacrò a una vita di studio e preghiera. Ecco come racconta il prof. Luigi Ulivi, suo amico: "Quando, sui primordi della nostra conoscenza, le prime confidenze con lui mi permisero di fargli osservare di come io fossi di dovere moralmente un cristiano abbracciare o il matrimonio o lo stato ecclesiastico, affine di conseguire quel cumulo di grazie che sono necessarie all'adempimento della propria missione, egli mi disse di avere su ciò consultato un dotto e pio sacerdote lombardo, ch'ebbe a rispondere a lui quel detto evangelico: "In domo patris mei, mansiones multae!". Capii allora che la sua vocazione era affatto straordinaria e speciale. L'elevatezze delle sue aspirazioni gli suggeriva la rinunzia alle nozze; d'altra parte il senso cos' profondo, che era in lui, della sua modestia lo allontanava, quasi per soverchia riverenza, dalla vita sacerdotale. Egli fu monaco asceta, e dei monaci aceti coltivò le virtù, pur rimanendo a conversare in mezzo alla società moderna, solitario perduto nel deserto del mondo, innamorato di esempi soavi e candidi. Cos' talora sulle vette alpine, tra le balze e i dirupi, sospeso fra cielo e terra, spunta fiore gentile che raccoglie i colori più tersi dell'iride...".
Fece ricerche nelle biblioteche di Parigi, Copenaghen, Roma e Firenze e sviluppò una grande conoscenza delle lingue: parlava infatti correttamente tedesco e conosceva il francese, l’inglese, lo spagnolo e l’olandese, oltre alle lingue antiche come il latino, il greco, l’ebraico e il siriaco, e a un’infarinatura di copto e sanscrito.
Ottiene la cattedra di Diritto Romano a Messina dal 1887 e il 1890, dove farà anicizia con Vittorio E. Orlando. Nel 1890 si trasferisce ad insegnare nell'Università di Modena.
Dai suoi studenti era considerato
un insegnante chiaro ed esigente ma amichevole e semplice; nelle conversazioni
private era arguto, ma mai sarcastico a spese altrui. Viene invitato, con voto unanime del Consiglio accademico, nella prestigiosa università di studi giuridici di Pavia nel 1894 come professore
di diritto romano.
La sua produzione scientifica fu sorprendente: pubblicò oltre duecento lavori, tra edizioni critiche di testi giuridici, articoli di riviste, note scientifiche e altri contributi per enciclopedie, libri di testo. Fu senza dubbio il maggior esperto mondiale su tutti gli aspetti del diritto romano,con uno speciale interesse per il legame
La sua produzione scientifica fu sorprendente: pubblicò oltre duecento lavori, tra edizioni critiche di testi giuridici, articoli di riviste, note scientifiche e altri contributi per enciclopedie, libri di testo. Fu senza dubbio il maggior esperto mondiale su tutti gli aspetti del diritto romano,con uno speciale interesse per il legame
Amava moltissimo vedere la
presenza di Dio nella natura e, nonostante la grande cultura, non riteneva lo
studio necessario per diventare santi. Nel suo libro Un po’ d’infinito
descrisse come la gente moderna avrebbe potuto entrare in rapporto più intimo con
Dio: «Se qualcuno tra i nostri grandi uomini ha conosciuto e percepito Dio,
domandatevi se ciò abbia avuto origine in loro durante il duro studio di
questioni complicate, o non piuttosto durante la mattina trascorsa davanti
all’altare, o mentre rimiravano gli ultimi raggi del sole che tinteggiavano le
colline, o mentre la luna con il suo splendore illumina la statua della Vergine
Maria davanti alla quale un uomo si inginocchia in dolce e pura preghiera».
Il suo amore per la bellezza del
creato era veramente forte, anche se il Beato Contardo Ferrini per il linguaggio che
utilizzava per esprimersi può risultare artificioso alle orecchie di uditori
moderni: «La natura vive del soffio dell’onnipotenza di Dio, sorride nella
gioia piena di Lui, si nasconde alla sua collera – ancora, lo saluta,
eternamente giovane, con il sorriso della propria giovinezza. Perché lo spirito
di Dio attraverso il quale la natura vive è uno spirito sempre giovane, che
incessantemente si rinnova, contento della neve, della pioggia e della nebbia,
dalle quali provengono la nascita e la vita, la primavera che sempre si rinnova
e un’intrepida speranza».
Come abbiamo visto, si impegnò anche in campo sociale e nel 1895, a 36 anni, fu eletto consigliere comunale a Milano nella lista Eclettica o Contrattata (frutto di un accordo tra le organizzazioni cattoliche milanesi e il partito liberale). Apprese con rammarico la decisione del papa - il non expedit - di proibire ai cattolici italiani l’impegno politico, obiettando che con questa astensione si lasciava la legislatura in balia «delle più deplorevoli influenze».
Si oppone a un progetto di Francesco Crispi di concentramento delle Opere Pie parrocchiali al fine dell'assorbimento delle stesse nella Congregazione di carità. Ferrini, insieme ad altri colleghi firma e istruisce molti ricorsi amministrativi. Fu un conservatore garbato che fece pochi e cauti interventi, tutti pervasi da un costante scetticismo verso le istituzioni terrene. Si pronunciò a favore dell’indissolubilità del matrimonio cristiano e dell’educazione religiosa nelle scuole primarie.
Come abbiamo visto, si impegnò anche in campo sociale e nel 1895, a 36 anni, fu eletto consigliere comunale a Milano nella lista Eclettica o Contrattata (frutto di un accordo tra le organizzazioni cattoliche milanesi e il partito liberale). Apprese con rammarico la decisione del papa - il non expedit - di proibire ai cattolici italiani l’impegno politico, obiettando che con questa astensione si lasciava la legislatura in balia «delle più deplorevoli influenze».
Si oppone a un progetto di Francesco Crispi di concentramento delle Opere Pie parrocchiali al fine dell'assorbimento delle stesse nella Congregazione di carità. Ferrini, insieme ad altri colleghi firma e istruisce molti ricorsi amministrativi. Fu un conservatore garbato che fece pochi e cauti interventi, tutti pervasi da un costante scetticismo verso le istituzioni terrene. Si pronunciò a favore dell’indissolubilità del matrimonio cristiano e dell’educazione religiosa nelle scuole primarie.
Uno dei suoi progetti che più sognava era la erezione in Italia di una università cattolica, capace di conciliare fede e scienza, e anche se tale opera fu realizzata solo alcuni anni dopo la sua morte, l’Università del Sacro Cuore di Milano, inaugurata nel 1920, lo considerò ugualmente uno dei suoi principali padri fondatori.
Contardo morì di tifo a Suna sul lago Maggiore il 17 ottobre 1902, a soli quarantatre anni.
Il desiderio di Contardo di essere sepolto nel piccolo cimitero dell'amata Suna (Verbania) espresso al Parroco di Suna, il sacerdote Bongiovanni:
“Qui, quando il popolo va la domenica a messa, passa vicino al camposanto e prega pei poveri morti: pregheranno anche per me, e la sera dei dì di festa anche di me si ricorderanno a Dio”.
CAUSA
Nel 1909 Pio X dichiarò «che sarebbe stato lieto di elevare agli onori degli altari e di proporre a modello un santo, un professore di università, poiché per i tempi che correvano ciò sarebbe stato un grande esempio».
Non mancarono le critiche. Padre Rosa, gesuita e influente collaboratore della Civiltà Cattolica, ricordò le tendenze liberali e le abitudini alto-borghesi della cerchia famigliare di Ferrini, nonché la partecipazione, anche se una volta soltanto, alle elezioni politiche in tempi di non expedit.
L'8 febbraio 1931 Pio XI ordinava la lettura del decreto sull'eroicità delle virtù. Il decreto ebbe vasta risonanza sia in Italia che all'estero. Il 13 aprile 1947 veniva beatificato da Pio XII. Il suo corpo (foto a sinistra) riposa nella cappella dell'Università del Sacro Cuore (Università Cattolica) di Milano. Il suo cuore nella chiesa di Suna-Verbania (foto in basso).
- Discorso di Pio XII per la bratificazione di Contardo Ferrini, 14 aprile 1947 (sito della Città del Vaticano)
postulatore : Fra Giovangiuseppe Califano, ofm
attori: Università Cattolica del Sacro Cuore, L.go Gemelli, 1, 20123 Milano
Parrocchia di S. Lucia, Via Troubetzkoy, 102, Suna, 28925 Verbania Suna (VB)
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PREGHIERA
"Io non saprei concepire una vita senza
preghiera: uno svegliarsi al mattino senza incontrare il sorriso di Dio, un
reclinare la sera il capo, ma non sul petto di Cristo. Io supplico il Signore
che la preghiera non abbia a uscire il mio spirito, perché il giorno che
tacesse la preghiera sulle mie labbra, sarebbe finita in me ogni vita
mortale"
B. Contardo Ferrini
nel ricercare I'armonia tra la sapienza umana e la verità rivelata,
fa' che anche noi esercitiamo il nostro servizio
riconoscendoti come vero Dio e amandoti sopra ogni cosa.
O Dio, che hai dato a tutte le genti un'unica origine e vuoi riunirle in una sola famiglia,
fa'che gli uomini si riconoscano fratelli
e promuovano nella solidarietà lo sviluppo di ogni popolo,
perchè con le risorse che la Prowidenza ha disposto per tutta I'umanità,
si affermino i diritti di ogni persona
e la comunità umana conosca un'era di uguaglianza e di pace.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
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- APPROFONDIMENTO
CONTARDO FERRINI
TERZIARIO FRANCESCANO
La giovinezza di Contardo Ferrini coincide con la giovinezza del pontificato di Leone XIII. Non è novità per alcuno la preparazione che provvidenzialmente aveva fatto Gioacchino Pecci, nei vari stadi sulla sua carriera e principalmente nei lungo episcopato di Perugia, per poter affrontare tutti i problemi della vita moderna di fronte alla religione.
Giunto al sommo pontificato, nel 1878, col suo sguardo lungimirante, Leone XIII, aveva ben compreso la necessità di mobilitare tutte le sane energie spirituali, fra le quali egli annoverava la fraternità francescana del Terz'Ordine.
Fu allora che, conl'Enciclica Auspicato concessum est (17 settembre 1882) il Papa geniale, lanciò fraternità seguaci del Poverello di Assisi iI duc in altum, di un apostolato novello, che non era soltanto lo slancio impresso alle virtù individuali che il Santo Padre esaltava nella istituzione del Santo Patriarca di Assisi, ma anche i benefici che ne erano derivati a tutta la società.
La parola del nuovo successore di Pietro assumeva presso i cattolici di tutto il mondo, e specialmente presso i giovani, il tono di una squilla di risveglo e determinava da per tutto consensi di entusiasmo. “Era una gran forza per il pubblico bene, - diceva il Papa - questa corporazione di uomini che prendevano per guida le virtù e le regole del suo fondatore, si applicavano più che potevano a far rivivere nello Stato l'onestà dei costumi cristiani. E spesso, infatti, il loro intervento e i loro esempi servirono ad assopire e a estirpare le rivalità dei partiti, a strappare le armi dalle mani dei forsennali, a far scomparire le cause di processi e di dispute, a procurare i conforti alla miseria e all'abbandono, a reprimere la lussuria, voragine delle fortune e strumento di corruzione.
È un fatto che la pace domestica e la tranquillità pubblica, l’integrità costumi e la concordia, il retto uso e la conservazione del patrimonio, che sono i fondamenti migliori dell’incivilimento e della stabilità degli stati, escono, come da una radice, dal Terz’Ordine Francescano, e l'Europa deve in gran parte a Francesco la conservazione di questi beni”.
Fu, infatti, allora che si videro cingere il cordone francescano e farsi apostoli di fraternità uomini eminenti nella scienza e nella vita sociale, alcuni dei quali (ricorderò soltanto Cesare Guasti, Carlo Santucci, Leone Harmel) hanno lasciato nel mondo soave profumo di virtù e profonda orma di cristiani esempi.
Non è azzardardato il dire che anche il giovane Contardo Ferrini fosse attratto dalla parola animatrice di Leone XIII perchè la sua affiliazione al Terz'Ordine Francescano rimonta pecisamente a questo periodo di rifiorimento. Fu, infatti, il 6 gennaio 1886 che i due giovani amici. Contardo Ferrini e Paolo Mapelli, si presentarono al povero convento dei Frati Miriori di Porta Volta – dove sorge oro il tempio di S. Antonio da Padova – per vestire l’abito del Poverello di Assisi.
In quella stessa chiesa dedicata all'Immacolata (ora adibita a oratorio festivo) un anno dopo, prima di partire per Messina, il buon Contardo emetteva la professione. L'atto di religiosa pietà, è stato ricordato in quel sacro ambiente da una lapide commemorativa, appena si incominciò a parlare del Ferrini come candidato agli onori degli altari.
Il terziario prof. Ferrini prese molto sul serio la appartenenza all’Ordine Serafico, la quale per lui non importava soltanto l'obbligo della recita quotidiana di determinate preghiere ma una regola di vita che egli si tracciò e mise in esecuzione senza indugio.
Quel Regolamento di vita, che egli si impose quando già egli era professore e residente stabilmente a Milano, non era forse un riflesso della regola francescana che egli aveva abbracciato con tanto trasporto e tanta consapevolezza? Vi sono dei punti di schietto sapore francescano, come le parole del n. 6: “Cercherò di rendermi modello di mansuetudine, dolcezza, carità e umiltà”.
Anche lo studio di farsi pusillo è vigorosamente confermato nel n. 7, quando dice: “In questo punto non perdonerò la minima mancanza; ogni caduta compenserò con raddoppiamento di attenzione, cercando sempre le occasioni di praticarne gli atti”.
Nel pensiero di Leone XIII, il Terz'Ordine doveva produrre un rifiorimento di vita cristiana. L'età nostra, avida di piaceri, fredda e indifferente riguardo a Dio e al Crísto, aborrente dalla Croce e dalle pene, non si ispira nella sua condotta nè all'amore divino né alla giustizia. Il Papa, desideroso di offrire ai suoi contemporanei un modello di virtù cristiane, non ne trovava altro più sublime del Serafico Patriarca di Assisi, questo grande innamorato della povertà e della Croce, il cui cuore si consumava per I'amor di Dio, per lo zelo della propagazione del Nome di Gesù, per il desiderio di lavorare con i più duri sacrifici alla salute degli uomini e specialmente dei poveri e abbandonati.
Orbene, quando il Beato Contardo scriveva propositi come questi : Tutto quanto mi andrà contro genio accoglierò lietamente per amor di Gesù; - Amerò la santa povertà e cercherò prediccarla nel rispetto ai poveri, nel vedere lietarnente Ie perdite e gli altri danni nell'abito, nel donare cose superflue, oltre che uniformarsi allo spirito del suo serafico padre e modello, obbediva anche alla rinnovellata osservanza del Terz'Ordine laicale.
In quel segreto ed intimo Regolamento di vita, (che fu scoperto fta le sue carte e memorie solo dopo la sua morte) si trova anche un'aggiunta rivelatrice, che diceva così: “Ogni giorno le relative decine del Rosario; la domenica farò, potendo, la Via Crucis; dirò a mezzodì l’Angelus; ogni sera, potendo l’Ave Maria e la Comunione spirituale. Sentendo dolori o peccati degli altri, pregherò subito per loro”.
A me pare che questa Aggiunta spiri schietto alito francescano e che il Terz’Ordine della Penitenza abbia oggitutto il diritto di fregiarsi di una nuova gloria, di un nuovo campione di umane virtù, quale lo vagheggiava San Francesco, quando di rivolgeva a Lucchesio e Bonadonna la nota ammonizione e regola: “siate buoni cristiani”, ecc. ecc.
Il Beato Contardo, terziario francescano, va ora ad accrescere la nobile schiera dei cordigeri che è fatta gloriosa da una Elisabetta d’Ungheria, da una Santa Rosa da Viterbo, da S. Luigi re di Francia e da Ferdinando di Castiglia: il suo nome può ripetersi con ammírazione con quello dei grandi terziari - Ivo di Bretagna difensore dei poveri, Gerardo da Villamagna cavaliere crociato – senza dire dei più vicíni a noi che, nella solerte attività per il sollevamento degli umili e nella crociata moderna dell’Azione Cattolica, hanno compiuto imprese stupende e dato esempi che frutteranno nuove e meravigliose azioni benefiche.
La Regola di vita a cui Contardo dette il nome supera le contingenze e gli ordinamenti di ogni tempo, e prepara, in mezzo al continuato tentativo di oscurare i grandi valori della vita, le grandi vittorie dello spirito e dell'amore divino. (Guido Anichini)
Esratto da Un astro di santità e di scienza. Vita breve del Beato Contardo Ferrini, di Guido Anichini, a cura della Postulazione, Roma 1947. Fu postulatore della Causa.
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1) Il Sac. Augusto Maganza che depose nel processo apostolico su questo argomento' si riferisce precisamente alla iniziativa di Leone XIII, e dice: “Ricordo che nel tempo in cui S. Santita Leone XIII aveva tanto raccomandato il Terz'ordine Francescano, io ebbi occasione di invitarlo ad iscriversi egli pure. Egli accettò immantinente con trasporto così ebbi il piacere di accompagnarlo unitamente al suo amico Conte Paolo Mapelli alla Chiesa dell'Immacolata dei Frati Minori in Milano, dove la vestizione fu compiuta mi pare da Padre Ambrogio da Treviglio, Vice-Commissario di Terra Santa, defunto da parecchi anni. Ferrini poi mi parlava del suo contento di appartenere al Terz'Ordine e mi assicurava che adempiva fedelmente alle prescrizioni della regola” (Summarium n. V, p. 314).
Per la verita, l'attestato della Curia Provinciale dei Frati Minori assegna vestizione del 6 gennalo 1886 al P. G. Giacomo Salvoldelli e la professione del 6 febbraio 1887 al P. Ambrogio da Treviglio. (Cf. Summarium n. XVIII p. 681).
Fonti bibliografiche: si è utilizzato come testo base Il Dizionario dei santi di Alban Butler, integrato da altre ricerche. Si segnalano l'intervento di Xenio Toscani al convegno di Pavia del 2002, riguardo l'iter di beatificazione; un sito che tratta della chiesa di S. Antonio dei Frati minori di Milano.
Fonti bibliografiche: si è utilizzato come testo base Il Dizionario dei santi di Alban Butler, integrato da altre ricerche. Si segnalano l'intervento di Xenio Toscani al convegno di Pavia del 2002, riguardo l'iter di beatificazione; un sito che tratta della chiesa di S. Antonio dei Frati minori di Milano.