Angela da Foligno è diventata santa nel nome di Francesco, come è
vissuta. Un’apparizione di san Francesco stabilisce il suo radicale
mutamento spirituale, che la porta verso un’esistenza di perfetta
povertà: venduti i suoi beni, distribuisce il ricavato ai poveri ed
entra nel terz’ordine francescano.
Poco dopo, nella basilica di Assisi
ha una crisi mistica che frate Arnaldo, suo trascrittore, documenterà
poi in un libro di memorie e rivelazioni.
S. ANGELA DA FOLIGNO E SAN FRANCESCO
Si
può anzitutto parlare di incontri devozionali di Sant'Angela con San
Francesco, partendo dalla sua conversione, avvenuta circa il 1285,
quando essa aveva 37 anni, per giungere ad un evento, che rimarrà
singolarmente storico nella sua vita: il suo pellegrinaggio in Assisi
nel 1291.
1. S. FRANCESCO E LA CONVERSIONE DI SANT'ANGELA
Il
primo incontro con S. Francesco fu quello di un momento di grazia.
Aveva pregato il Santo per uscire da una tempesta interiore di rimorsi,
per l'enorme difficoltà di aprirsi sinceramente in confessione:
confessioni mal fatte e comunioni sacrileghe costituivano difatti il suo
tormento insuperabile.In una notte insonne il Santo le apparve sotto le
sembianze di un frate anziano.
"Avendo
pregato il beato Francesco di trovare un confessore che ben discernesse
i peccati e al quale ella potesse di tutto confessarsi, "Sorella - le
disse -, se più presto mi avessi pregato, più presto ti avrei esaudita,
ma quanto domandi ti è concesso".
Il mattino seguente
Angela era ai piedi di un francescano, cappellano del vescovo, nella
Chiesa cattedrale di S. Feliciano in Foligno. Aveva ottenuto la grazia
di potersi confessare senza reticenze. Lo ricorderà quel momento con
breve frase, come nel testo latino: "Et fui bene confessa sibi".
FRANCESCANA SECOLARE
Si
apriva in quel momento la sua seconda vita, che essa descriverà come un
cammino "di passi", secondo il suo linguaggio esperienziale. Ne contò
trenta, dall'uscita dalla colpa al più alto vertice della sua vita
mistica. In questo arco di esperienza si inserisce la presenza di
S. Francesco soprattutto come modello di vita nuova, in stile
evangelico.
Angela poteva respirare aria francescana nell'ambiente
stesso del suo tempo. Chi accolse la sua confessione, un francescano a
lei legato da parentela, la poté seguire introducendola nella ricchezza
di un francescanesimo integrale, pur restando nel mondo.
Come Francesco Angela si curò dei lebbrosi
Del resto, proprio a Foligno essa aveva un modello vivo, contemporaneo, un francescano nel mondo, nella persona di Pietro Crisci (Morto nel 1325, è riconosciuto con il titolo di beato, con festa il 19 luglio. Il suo corpo è venerato nella cattedrale di Foligno), un ricco spogliatosi di tutto, per vivere da terziario francescano.
L'uomo era ben noto ad Angela, che molto doveva a lui, per il suo esempio di povertà e per la serenità riflessa nel suo volto.
Non
si sa quello che Angela abbia potuto apprendere dalla letteratura
francescana del suo tempo. Certamente la vita del Santo di Assisi doveva
esserle familiare, almeno per I'eco di una tradizione recente e nel suo
ambiente umbro.
Il fatto del ricorso al Santo in un
momento decisivo della sua vita può attestare quanto fascino abbia
esercitato in lei il suo ricordo. Era stata esaudita, ed ora si muoveva
su una linea di esperienza penitenziale e devota, che ricalca i primi
tempi di S. Francesco. Incontri ideali di vita, non senza forse un
vincolo di dipendenza attrattiva.
L'aspra penitenza,
che seguì la sua conversione, e soprattutto il rapporto con la Croce di
Cristo, accostano la Beata alla prima esperienza di Francesco, che
eserciterà un influsso sempre più vasto, stando ai toni espressivi delle
sue comunicazioni.
Il S. Francesco ai piedi del
Crocifisso di S. Damiano doveva costituire un punto di riferimento per
il suo cammino. Così la contemplazione della Croce sarà per lei una
caratteristica, alla maniera di S. Francesco, non come semplice atto
devozionale, ma come visione di vita, programmata in Cristo Crocifisso,
per un cammino di santità cristocentrica.
"M'era concesso - così nel settimo passo del suo cammino - di guardare nella Croce, nella quale vedevo Cristo morto per noi".
Nell'ottavo passo lo sguardo si fa più incidente:
"Nella
meditazione della Croce mi fu data maggiore conoscenza sulla morte del
Figlio di Dio per i nostri peccati. Ed allora riconobbi tutti i peccati
miei con massimo dolore, e sentivo che I'avevo io stessa crocifisso".
Croce-dolore, Croce-povertà. La sofferenza come purificazione; la povertà come imitazione:
"Mi fu ispirato che se volessi andare alla Croce, dovrei spogliarmi al fine d'essere più leggera e andarvi affatto nuda. . .".
Si
ritrovava così sullo stesso cammino di S. Francesco, la povertà di
Cristo, vista in chiave di amore, ricercata come una realtà amata.
"Il Beato Francesco mi si mostrò tanto piacevole e con sì grande
familiarità ed intimo amore, che oltrepassava ogni misura. Ed io mi
dilettavo molto della grande familiarità ed amore che il beato Francesco
mi mostrava; allora mi disse parole secretissime ed altissime: Tu sei
la sola nata da me".
L'idea della povertà quasi
I'ossessionava. Temeva di essere sorpresa dalla morte prima del suo
traguardo nella perfetta nudità della Croce.
Come già S. Francesco, si portò a Roma, sulla tomba di S. Pietro, uno dei primi, che si spogliò di tutto per seguire Cristo, "affinché il beato Pietro apostolo ottenesse per lei da Cristo di divenire veramente povera". Già vedova, intanto, tra il 1290-1291, fece ingresso fra i Penitenti
del Terz'Ordine, professandone la Regola. Aveva nel frattempo quasi
finito di distribuire i suoi beni ai poveri.
2. S. ANGELA DA FOLIGNO IN ASSlSl "E fin quando fui in Assisi, durante più di dieci giorni ebbi la parola del B. Francesco"
E'
qui che si colloca il suo pellegrinaggio ad Assisi, in comitiva, che
rimarrà particolarmente storico, per una esperienza nuova offertale, con
risonanza in tutto il suo futuro.
Il pellegrinaggio ebbe luogo nell'ottobre del 1291, verso la prossimità della festa di S. Francesco.
Prima di questo evento aveva ricevuto una promessa:
"Affrettati,
poiché subito che queste cose avrai compiuto - cioè la distribuzione di
tutti i suoi beni - tutta la Trinità verrà in te".
Angela si portava in Assisi per invocare S. Francesco, perché le impetrasse tre cose:
- - di poter sentire il Cristo;
- - di poter osservare perfettamente Ia Regola francescana;
- - di poter veramente morire povera.
Tre aspirazioni, tre incontri con lo stesso spirito di S. Francesco, che aspirò in vita le stesse tre cose.
"Incominciò a narrarmi (trascrive fr. Arnaldo) dicendo che quando venne in Assisi, ella veniva per strada pregando. E tra l'altro ella aveva pregato il beato Francesco di chiedere a Dio per lei che sentisse il Cristo e che il beato Francesco le acquistasse da Dio la grazia di ben osservare la regola francescana"
La
promessa, intanto, della venuta della SS. Trinità si realizzò in lei
lungo il cammino verso Assisi, appena attraversata la Città di Spello,
ad un trivio, dove sorgeva una chiesetta solitaria, dedicata alla SS.
Trinità.
"Così allora, mentre andava a S. Francesco, ella lo pregava che acquistasse per lei tal grazia dal Signor Gesù Cristo. E quando giunse prossima a Spello e la stretta via che è sopra a Spello e salisce verso Assisi, nel trivio, le fu detto così: Tu pregasti il mio figlio Francesco ed io non volli mandarealtro nunzio. Io sono lo Spirito santo che venni a te, entro te, fino a S. Francesco, poiché certuni non lo conoscano. E voglio venire parlando con te per questa via e non darò fine al parlare; e tu non potrai fare altro, poiché io ti ho rapita; e non partirò da te".
"Io farò per te quello che ebbe il mio servo Francesco e più se mi amerai".
"Andando in Assisi, mentre ero in orazione... venne una voce nell'anima e disse: "Tu sei piena di Dio". Ed allora sentii tutte le membre del corpo piene del diletto di Dio ".
Per quella strada di S. Francesco Egli mi aveva detto: "Io farò in te cose grandi al cospetto delle genti e in te sarò conosciuto e sarà lodato il mio nome in te da molte nazioni".
Il fenomeno di presenza sperimentale, con il dialogo con le
divine Persone, si prolungò fino ad Assisi, mentre la voce interna l'aveva avvertita:
"..Non partirò da te finché non verrai una seconda volta a S. Francesco".
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Glorificazione di S. Francesco,
Cristo che presenta S. Francesco,
vetrata degli Angeli, Assisi
Basilica superiore di S. Francesco |
PELLEGRINAGGIO DEL 1300
Difatti, alla seconda visita fatta al Santuario, dopo
essersi rifocillata con i pellegrini, si compì quanto le fu predetto.
Era questa volta all'ingresso della Basilica superiore di S. Francesco.
La Beata si era inginocchiata, sempre in colloquio con l'Ospite interno,
quando alzando gli occhi a sinistra in alto, fu colpita dalla
rappresentazione di S. Francesco nel seno di Cristo, in una vetrata
istoriata laterale, tuttora esistente nella Basilica. La voce interna le
sussurrò allora:
"Così ti terrò stretta e molto più che possa considerarsi con gli occhi del corpo".
La prima fase degli incontri con S. Francesco poteva dirsi chiusa con questa visione proiettata nel futuro.
Non
è qui il caso di attardarsi troppo, ma solo un accenno su quanto seguì
la cessazione del fenomeno sperimentale della presenza trinitaria, che
occasionò perplessità in Fra Arnaldo, allora di famiglia al Sacro
Convento, e che fu presente alle grida di Angela, non bene comprese dai
presenti. Si trattava di uno sfogo spirituale, ben noto in chiave
mistica, ma di apparenza equivoca, per chi ignora la realtà del
fenomeno.
3. LA NASCITA DEL MEMORIALE DI ANGELA
Arnaldo fu severo con la Beata, che gli si era accostata rispettosamente per riverirlo, quando tutto fu cessato.
Rimaneva
il mistero delle grida, che fu risolto a Foligno, quando lo stesso
Arnaldo, ritornato in patria (si era allontanato da Foligno per il
Capitolo provinciale del 1292), poté incontrare la Beata. Angela, su
promessa di riserbo, aprì candidamente quanto era passato nella sua
anima.
Arnaldo,
a sua volta, temendo che in tutto il meraviglioso racconto potesse
celarsi inganno maligno, convinse Angela a narrare tutto, per
trascriverlo e sottoporlo a persona più illuminata ed esperta.
Nacque
così I'Autobiografia della B. Angela, che passa, dal suo trascrittore,
sotto il nome di Memoriale di Fra Arnaldo: un vero monumento di mistica
cristiana, che farà apprezzare Angela come una delle più grandi
mistiche della Chiesa, se non la più grande. (1)
Antonio Blasucci
4. ANGELA E S. MARIA DEGLI ANGELI ALLA PORZIUNCOLA PER IL "PERDONO"
ANGELA DA FOLIGNO
E LA VISIONE PROFETICA DELLA BASILICA CINQUECENTESCA DI S. MARIA DEGLI ANGELI
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La mattina seguente, 2 agosto, quando vollero entrare nella chiesa della gloriosa Vergine della Porziuncola per ottenere l'indulgenza (il Perdono) tenendo per mano una certa donna che tentava aiutarmi ad entrare nella Chiesa, posai appena il piede sulla soglia che l'anima mia fu subito astratta, tanto che il corpo stette senza moto. E
lasciai quella donna che al momento mi precedeva aiutandomi e vidi una
chiesa di meravigliosa bellezza e grandezza subito ingrandita per opera
divina. E in essa nulla di materiale appariva, ma tutto era
ineffabile. E l'anima si meravigliava come così di un subito, nel porvi
il mio piede, il tempio tanto si ampliasse; ben sapendo come questa
chiesa di S. Maria della Porziuncola fosse assai piccola.
Angela da Foligno
Foto: Ippolito Lemmi, Lunetta del convento di S. Bartolomeo in Foligno
Foto in alto: S. Angela da Foligno, Acquaforte di G. Palazzi, Convento di S. Francesco, Foligno |
È
rimasto indelebile anche il pellegrinaggio del 1300, fatto in occasione
del perdono di Assisi […].Ancora più importante è quanto il redattore (fr. Arnaldo)
racconta di ciò che
avviene il primo agosto, al termine della tradizionale processione
pomeridiana dalla Basilica di S. Francesco alla Porziuncola.
Angela, che
durante la processione ha visto in spirito Dio Trino e Uno abitare nel
cuore dei suoi figli spirituali e Cristo crocefisso abbracciarli e
accostarli al costato, ha una magnifica visione di Maria, che compie un
gesto d'infinita tenerezza:
«Mentre tutti ci avvicinavamo alla chiesa
della Vergine e Madre di Dio, ecco che la Regina della misericordia e
Madre di ogni grazia, chinandosi verso questi suoi figli e figlie, in
modo del tutto nuovo e gentile fece scendere su di loro le sue dolci
benedizioni. E baciava tutti sul petto, alcuni più altri meno, e altri
ancora stringeva tra le sue braccia con tale amore che, apparendo tutta
luminosa, sembrava attrarli in una luce quasi infinita dentro il suo
petto. Le pareva che la Vergine non avesse braccia umane: vedeva una
luce misteriosa e dolcissima nella quale la Vergine li assorbiva tutti
racchiudendoli nel suo petto con infinito e materno amore».
È facile immaginare la gioia che tale visione arreca al cuore di
Angela. La mattina dello stesso giorno […] il Signore le ha detto:
«Tu
ti allieterai di questi tuoi Egli e di tutti gli altri» e ha aggiunto:
«Tu avrai dei figli e tutti abbiano la mia benedizione, perché tutti i
miei figli sono tuoi e tutti i tuoi figli sono miei».
Vedere ora che
anche la Madonna li benedice con materna tenerezza non può che
accrescere a dismisura il gaudio interiore della Veggente.
Il giorno seguente […] mentre Angela sta varcando la soglia della
Chiesina per prendere di nuovo l'indulgenza, rapita improvvisamente in
estasi e rimasta immobile in mezzo alla folla dei pellegrini, vede
sorgere attorno e sopra quel piccolo santuario mariano la grande
basilica che sarà realizzata su progetto di G. Alessi solo nel secolo
XVI! Ecco il suo racconto:
«Vidi davanti a me una chiesa di meravigliosa
grandezza e bellezza, improvvisamente ingrandita per opera divina, e in
essa non compariva nulla di materiale, ma tutto era assolutamente
ineffabile. Io ero tutta stupita per la repentinità con cui, nel momento
in cui ponevo il mio piede sulla soglia della chiesa, questa era
diventata ai miei occhi tanto grande e bella; sapevo infatti che la
chiesa di Santa Maria della Porziuncola era molto piccola».
Anche se qualche studioso ipotizza che il passo possa trovare una
spiegazione più convincente nella lieta sorpresa che la Pellegrina ha di
fronte al nuovo aspetto assunto dalla cappella in quegli anni (nuovo
tetto, decorazione, ecc.), mi sembra preferibile interpretarlo come una
prefigurazione della basilica alessiana; così del resto è stato
raffigurato nel 1718 da Ippolito Lemmi da Coceto nel chiostro del
Convento di San Bartolomeo di Marano, vicino a Foligno, e a questa
lettura mi pare spinga il testo latino
Bernardo Commodi, Esperienza mariana in Angela da Foligno, in Maria, Mater nostra. Riflessioni teologiche, esperienze mistiche e culto, a cura di P.G. Farnedi, Perugia 2013.
Nella seconda metà del '500, per volere del Papa san Pio V
(1566-1572), al fine di custodire le cappelle della Porziuncola, del
Transito e del Roseto e altri luoghi resi sacri dalla memoria di san
Francesco, e accogliere i tanti pellegrini che da ogni luogo si recavano
a visitarli, tra il 1569 e il 1679 venne edificata la grande Basilica
di S. Maria degli Angeli. Il progetto originario di Galeazzo Alessi
(1512-1572) era caratterizzato da una rigorosa semplicità strutturale,
conforme all'ideale francescano di povertà. I forti eventi tellurici
che scossero l'Umbria nel 1832 provocarono danni gravissimi alla
basilica. Al termine di un lungo e complesso restauro, diretto
dall'architetto Luigi Poletti, essa fu riaperta al culto l'8 settembre
del 1840. La facciata, ispirata al barocco romano, venne rielaborata
radicalmente su un progetto di Cesare Bazzani, con l'intento di
conferirle una monumentalità degna dell'importanza del Santuario: fu
inaugurata l'8 giugno 1930 e alla sua sommità collocata un'imponente
statua della Vergine in bronzo dorato, opera dello scultore Guglielmo
Colasanti. Della costruzione originale dell'Alessi rimasero la cupola e
l'abside. (2)
_______________ Fonti:
1) Antonio Blasucci, S. Francesco visto dalla Beata Angela da Foligno, Edizioni Chiesa di San Francesco, Foligno, 1985. 2) Wikipedia.
Fonti iconografiche Tommaso Biondi, Medaglioni Francescani nei dipinti del convento di S. Bartolomeo di Marano in Foligno, Grafica Perugia, 1969.
a cura di Marco Stocchi
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