Luis Obdulio Arroyo Navarro, giovane catechista guatemalteco
e P. Marcello Maruzzo (Tullio) missionario italiano in Guatemala
Martiri della giustizia in difesa dei campesinos guatemaltechi
Furono uccisi in odium fidei, il 1 luglio 1981
e P. Marcello Maruzzo (Tullio) missionario italiano in Guatemala
Martiri della giustizia in difesa dei campesinos guatemaltechi
Furono uccisi in odium fidei, il 1 luglio 1981
BEATO
TULLIO MARCELLO MARUZZO
martire, sacerdote, missionario
dell'Ordine dei Frati Minori
23 luglio 1929 - Lapio di Arcugnano (Vicenza)
1 Luglio 1981Quiriguá, Los Amates, Izabal (Guatemala)
BEATO
LUIS OBDULIO ARROYO NAVARRO
martire, laico, catechista
dell'Ordine Francescano Secolare
21 Giugno 1950 Quiriguá, Los Amates, Izabal (Guatemala)
1 Luglio 1981 Quiriguá, Los Amates, Izabal (Guatemala)
LUIS OBDULIO ARROYO NAVARRO
martire, laico, catechista
dell'Ordine Francescano Secolare
21 Giugno 1950 Quiriguá, Los Amates, Izabal (Guatemala)
1 Luglio 1981 Quiriguá, Los Amates, Izabal (Guatemala)
P. Marcello Mazzullo frate minore |
P. Tullio Marcello Maruzzo
era nato a Lapio di Arcugnano, in provincia di Vicenza, il 23 luglio
1929. Seminarista nel Collegio serafico di Chiampo, novizio a S.
Francesco del Deserto, professo nell'Ordine dei Frati Minori, sacerdote
il 21 giugno 1923, consacrato a Venezia dal card. Angelo Roncalli - poi
papa Giovanni XXIII - è stato missionario in Guatemala dal 1960. Dopo
una vita di intenso apostolato, P. Marcello Maruzzo venne
ucciso a Quiriguà in Guatemala, nel dipartimento di Izabal, il 1 luglio
1981, a 52 anni di età, 22 di vita missionaria tra i guademaltechi.
Nel vile attentato di cui fu vittima perse la vita Obdulio Navarro, "un giovane catechista terziario francescano che non si stacca mai da lui, pur sapendo essere estremamente pericoloso farsi vedere in sua compagnia." (G.Pettiti).
Nel vile attentato di cui fu vittima perse la vita Obdulio Navarro, "un giovane catechista terziario francescano che non si stacca mai da lui, pur sapendo essere estremamente pericoloso farsi vedere in sua compagnia." (G.Pettiti).
Obdulio Navarro francecano secolare |
Luis Obdulio Navarro, francescano secolare guademalteco, laico della
diocesi di Izabal, catechista, era nato il 21 Giugno 1950 Quiriguá, Los
Amates, Izabal (Guatemala). Aveva dunque solo trent'anni quando
trovavasi con P. Maruzzo e fu ucciso nell'imboscata.
collegamento esterno
- Guerra Civile in Guatemala
L'arcivescovo del Guatemala, pochi giorni prima del martirio di P. Maruzzo e del francescano secolare Obdulio, aveva pronunciato queste parole: "Come Cristo stesso, la Chiesa anche il compimento della sua missione comporta conflitti, critiche ingiustificate, calunnie e persecuzioni. Ci sono già molti sacerdoti, religiosi e catechisti che hanno pagato con la loro vita per la fedeltà a Cristo e alla gente.".
- Guerra Civile in Guatemala
CUANDO LA SELVA LLORÓ SANGRE - La vida de Fray Tulio Maruzzo & Luis Obdulio Navarro
- per conoscere
Fra Marcello Maruzzo
“Non denunciava, annunciava”:
è il complimento più bello che arriva da un parrocchiano sensibile ed attento.
Ma, non tardano ad arrivare i primi “avvertimenti”
e le prime intimidazioni, come anche il tentativo di infangarlo con le accuse più assurde,
la più innocente delle quali è di essere un “prete comunista”.
Premio Nobel per la pace, la guatemalteca Rigoberta Menchù |
Il carattere è mite, ma la parola è ferma e la testimonianza
limpidissima, tanto che disturba la sua sola presenza. Dato che senza
tante prediche riesce a conquistare e ad avere un seguito, pensano di
eliminarlo, crivellandolo di colpi: così fanno di lui un martire, che
disturba più da morto che da vivo. È questa, in sintesi, la vicenda
umana e pastorale di padre Tullio Maruzzo.
Arriva dal vicentino, dov’è nato nel 1929 in una famiglia di poveri contadini e realizza la sua vocazione, insieme al fratello gemello, vestendo il saio francescano. Insieme sono ordinati il 21 giugno 1953 dal cardinal Roncalli, il futuro beato Papa Giovanni, ma soltanto nel 1960 lo lasciano partire per la missione con destinazione Guatemala, dipartimento di Izabal.
Si trova di botto in una zona di forte emigrazione, caratterizzata da una povertà estrema, in cui la terra viene strappata lembo per lembo alla foresta tropicale e che una volta disboscata, fa gola ai latifondisti, che usano tutti i mezzi per appropriarsene.
La sua prima destinazione è Puerto Barrios, dove comincia a conoscere la triste situazione di quella terra, in cui regna la “giustizia-fai-da-te”, trionfa la violenza, i poveri subiscono e i ricchi la fanno da padrone.
Poi lo trasferiscono in altre località del circondario, in parrocchie di nuova istituzione, in cui è tutto da inventare e tutto da costruire: in ogni comunità stupisce il suo modo di accostarsi alla popolazione, imparando a conoscerla a fondo, chiamando tutti per nome.
Gli riesce facile stabilire nuovi rapporti, girando da un villaggio all’altro a dialogare con le persone, per far capire i loro diritti e far leva sulle loro potenzialità. Si è accorto, infatti, che i latifondisti si impadroniscono delle terre dei poveri spacciandosi per legittimi proprietari, sulla base di documenti fasulli, che questi non sono in grado di leggere perché analfabeti.
Convinto che il riscatto di quella popolazione passi innanzitutto attraverso la lotta all’analfabetismo, comincia ad insegnar loro a leggere ed a scrivere ed a renderli consapevoli dello sfruttamento di cui sono vittime.
Con l’aiuto della Caritas locale distribuisce ai più poveri generi di prima necessità, soprattutto garantisce loro l’assistenza legale di cui hanno bisogno per far valere i loro diritti.
Come prevedibile, la sua azione di promozione umana non è per niente gradita ai latifondisti, che cominciano a vederlo come fumo negli occhi. Semplice come un bambino, gioioso e serio nello stesso tempo, non è un gran predicatore a parole, piuttosto con la vita.
La gente è ammirata nel vedere il parroco che lavora come loro, senza tirarsi indietro davanti a nessuna incombenza, anche la più faticosa.
È generoso fino all’inverosimile e dopo la morte i confratelli si accorgono che non si è mai tirato indietro, sempre il primo a lavorare, sempre disponibile a prendere il posto di un altro o ad assumersi gli impegni più gravosi. “Non denunciava, annunciava”: è il complimento più bello che arriva da un parrocchiano sensibile ed attento.
Non tardano ad arrivare i primi “avvertimenti” e le prime intimidazioni, come anche il tentativo di infangarlo con le accuse più assurde, la più innocente delle quali è di essere un “prete comunista”.
Di fronte a questa escalation di violenza nei suoi confronti i superiori ne dispongono il trasferimento, ma le accuse e le minacce lo seguono anche nella nuova sede: perché lui non muta atteggiamento, quando si tratta di essere coerente nell’annuncio del vangelo e stare dalla parte dei poveri.
Il 1° luglio 1981 gli tendono un’imboscata, mentre torna, di sera, da un incontro di catechesi: viene crivellato di colpi insieme a Luis Obdulio Arroyo, un giovane catechista terziario francescano che non si stacca mai da lui, pur sapendo essere estremamente pericoloso farsi vedere in sua compagnia.
La gente del posto lo considera martire e santo e lo seppellisce in chiesa, conservando come un tesoro le sue ultime parole di perdono agli assassini, che uno di questi ultimi, alcuni mesi dopo, in preda ai fumi dell’alcool, ammetterà di aver sentito dall’agonizzante padre Tullio.
Per entrambi la diocesi guatemalteca ha aperto il processo di beatificazione, che si è già concluso nella fasi diocesane e che molto presto potrebbe portare alla dichiarazione del martirio e, quindi, alla beatificazione.
Fonte: testo di Giampiero Petiti per il sito Santi e beati.
Arriva dal vicentino, dov’è nato nel 1929 in una famiglia di poveri contadini e realizza la sua vocazione, insieme al fratello gemello, vestendo il saio francescano. Insieme sono ordinati il 21 giugno 1953 dal cardinal Roncalli, il futuro beato Papa Giovanni, ma soltanto nel 1960 lo lasciano partire per la missione con destinazione Guatemala, dipartimento di Izabal.
Si trova di botto in una zona di forte emigrazione, caratterizzata da una povertà estrema, in cui la terra viene strappata lembo per lembo alla foresta tropicale e che una volta disboscata, fa gola ai latifondisti, che usano tutti i mezzi per appropriarsene.
La sua prima destinazione è Puerto Barrios, dove comincia a conoscere la triste situazione di quella terra, in cui regna la “giustizia-fai-da-te”, trionfa la violenza, i poveri subiscono e i ricchi la fanno da padrone.
Poi lo trasferiscono in altre località del circondario, in parrocchie di nuova istituzione, in cui è tutto da inventare e tutto da costruire: in ogni comunità stupisce il suo modo di accostarsi alla popolazione, imparando a conoscerla a fondo, chiamando tutti per nome.
Gli riesce facile stabilire nuovi rapporti, girando da un villaggio all’altro a dialogare con le persone, per far capire i loro diritti e far leva sulle loro potenzialità. Si è accorto, infatti, che i latifondisti si impadroniscono delle terre dei poveri spacciandosi per legittimi proprietari, sulla base di documenti fasulli, che questi non sono in grado di leggere perché analfabeti.
Convinto che il riscatto di quella popolazione passi innanzitutto attraverso la lotta all’analfabetismo, comincia ad insegnar loro a leggere ed a scrivere ed a renderli consapevoli dello sfruttamento di cui sono vittime.
Con l’aiuto della Caritas locale distribuisce ai più poveri generi di prima necessità, soprattutto garantisce loro l’assistenza legale di cui hanno bisogno per far valere i loro diritti.
Come prevedibile, la sua azione di promozione umana non è per niente gradita ai latifondisti, che cominciano a vederlo come fumo negli occhi. Semplice come un bambino, gioioso e serio nello stesso tempo, non è un gran predicatore a parole, piuttosto con la vita.
La gente è ammirata nel vedere il parroco che lavora come loro, senza tirarsi indietro davanti a nessuna incombenza, anche la più faticosa.
È generoso fino all’inverosimile e dopo la morte i confratelli si accorgono che non si è mai tirato indietro, sempre il primo a lavorare, sempre disponibile a prendere il posto di un altro o ad assumersi gli impegni più gravosi. “Non denunciava, annunciava”: è il complimento più bello che arriva da un parrocchiano sensibile ed attento.
Non tardano ad arrivare i primi “avvertimenti” e le prime intimidazioni, come anche il tentativo di infangarlo con le accuse più assurde, la più innocente delle quali è di essere un “prete comunista”.
Di fronte a questa escalation di violenza nei suoi confronti i superiori ne dispongono il trasferimento, ma le accuse e le minacce lo seguono anche nella nuova sede: perché lui non muta atteggiamento, quando si tratta di essere coerente nell’annuncio del vangelo e stare dalla parte dei poveri.
Il 1° luglio 1981 gli tendono un’imboscata, mentre torna, di sera, da un incontro di catechesi: viene crivellato di colpi insieme a Luis Obdulio Arroyo, un giovane catechista terziario francescano che non si stacca mai da lui, pur sapendo essere estremamente pericoloso farsi vedere in sua compagnia.
La gente del posto lo considera martire e santo e lo seppellisce in chiesa, conservando come un tesoro le sue ultime parole di perdono agli assassini, che uno di questi ultimi, alcuni mesi dopo, in preda ai fumi dell’alcool, ammetterà di aver sentito dall’agonizzante padre Tullio.
Per entrambi la diocesi guatemalteca ha aperto il processo di beatificazione, che si è già concluso nella fasi diocesane e che molto presto potrebbe portare alla dichiarazione del martirio e, quindi, alla beatificazione.
Fonte: testo di Giampiero Petiti per il sito Santi e beati.
- culto
L'immaginme di Obdulio Navarro come uno scapolare sul saio di P. Marcello Maruzzo |
Il
ricordo del missionario martire è molto vivo nella sua terra d’origine.
È dal 1981 che ogni anno la parrocchia di Lapio dell’Unità pastorale
Valli di Fimon ricorda padre Tullio. Assassinato in terra di missione,
nel Guatemala, proprio in quell’anno horribilis, in cui tutto il Centro
America sembrava sprofondare nel sangue.
L’anno precedente, il 24 marzo 1980, mentre celebrava l’Eucaristia, era stato ucciso il vescovo di San Salvador nel piccolo stato centroamericano di El Salvador, mons. Oscar Romero.
Due testimoni della fede incamminati ora sulla via della beatificazione. Già all’indomani della notizia della tragica morte del padre missionario, la comunità di Lapio organizzò una fiaccolata per ricordare il compaesano ucciso.
Alla fiaccolata del sabato sera poi negli anni si aggiunsero altre iniziative come le varie testimonianze dal mondo delle missioni e la concelebrazione solenne della domenica. Tra questi appuntamenti, un ricordo indelebile rimane la visita nell’anno 2000, del premio Nobel per la pace, la guatemalteca Rigoberta Menchù.
L’anno precedente, il 24 marzo 1980, mentre celebrava l’Eucaristia, era stato ucciso il vescovo di San Salvador nel piccolo stato centroamericano di El Salvador, mons. Oscar Romero.
Due testimoni della fede incamminati ora sulla via della beatificazione. Già all’indomani della notizia della tragica morte del padre missionario, la comunità di Lapio organizzò una fiaccolata per ricordare il compaesano ucciso.
Alla fiaccolata del sabato sera poi negli anni si aggiunsero altre iniziative come le varie testimonianze dal mondo delle missioni e la concelebrazione solenne della domenica. Tra questi appuntamenti, un ricordo indelebile rimane la visita nell’anno 2000, del premio Nobel per la pace, la guatemalteca Rigoberta Menchù.
- causa
foro competente: Izabal
numero di protocollo CCS: 2692
tipo di causa: martirio
nihil obstat: 10 November 2005
La loro causa è stata voluta dalla Provincia Veneta dei Frati Minori e si è svolta dal 30 gennaio 2006 al 22 luglio 2008 presso il vicariato apostolico di Izabal. Ricevendo il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il 9 ottobre 2017, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui padre Tullio e il catechista Luis Obdulio sono stati riconosciuti ufficialmente martiri. La loro beatificazione è stata fissata al 27 ottobre 2018 a Morales, presso Izabal.
postulatore: Fra Giovangiuseppe Califano, ofm
richiedenti: Vicariato Apostólico de Izabal, 17 avenida y 19 calle, Puerto Barrios, Izabal, 18001 Guatemala.
Vicepostulazione OFM – Provincia Veneta, Via S. Giacomo, 17, 35043 Monselice (PD), Italia
Le Cause di canonizzazione procedono secondo una sottile rete
che unisce la terra al cielo. Ad Gloria Dei.
che unisce la terra al cielo. Ad Gloria Dei.