giovedì 7 maggio 2020

BEATO FRANCESCO PALEARI terziario francescano, sacerdote cottolenghino




7 maggio
  B. FRANCESCO PALEARI

Sacerdote del Cottolengo
 

Francescano Secolare



Pogliano Milanese (Milano) 1863 – Torino, 1939


Educato in una famiglia autenticamente cristiana crebbe con un carattere sereno, gioioso e ben disposto verso tutti. L’8 gennaio 1877 entrò nel Seminario della Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino, fondata da San Giuseppe Benedetto Cottolengo. Questo Seminario, posto sotto la protezione di San Tommaso d’Aquino e perciò detto “Famiglia dei Tommasini”, accoglieva aspiranti al sacerdozio privi di mezzi economici.
Si iscrisse al Terz’Ordine Francescano fin dai primi anni del suo chiericato.
Compiuti gli studi teologici con ottimi risultati, il 18 settembre 1886 fu ordinato sacerdote, a 23 anni, dal Card. Gaetano Alimonda, Arcivescovo di Torino.
Don Francesco, fin da giovane, fu incaricato di insegnare latino e filosofia nel Seminario dei Tommasini, e poi anche ai Missionari della Consolata, fondati dal beato Giuseppe Allamano (anch'egli terziario francescano) di cui fu consigliere e collaboratore.
Per più di 40 anni fu confessore e direttore spirituale del seminario diocesano e predicatore di esercizi spirituali. In tutto si mostrava animato dallo stesso spirito di carità del Santo Fondatore, che amava soccorrere ogni forma di povertà, materiale e spirituale, fidando in maniera sconfinata nella Divina Provvidenza.
Nel 1922 fu nominato Canonico della Collegiata della SS. Trinità di Torino. Fu anche Provicario generale e Vicario per la Vita Consacrata dell’Arcidiocesi torinese. Gli ultimi tre anni della sua vita furono segnati dalla malattia che però non gli impedì di esercitare la sua missione di confessore. Proclamato Beato il 17 settembre 2011.







E' stato un uomo dal volto solare don Paleari, un uomo che la Torino Cattolica ricorda come "educatore e direttore spirituale" di chierici e sacerdoti. Per incontrarsi con lui si faceva la coda, ogni sera, nella penompra del corridoio sul quale si affacciava la sua stanza in seminario. Si aspettava per potersi confidare, per parlare, per sfogarsi. Quante "storie" ha saputo raccogliere e gestire don Paleari. "Non è possibile scrivere di lui", si legge nelle testimonianze, "senza ricordare che sorrideva sempre. Il suo sorriso era la veste  della sua anima e chiedeva agli altri di cercare di irradiar la gioia che si aveva dentro". E infatti la gente venuta a salutarlo per l'ultima volta diceva: "E' morto il prete santo del Cottolengo".

Tratto da: Gian Mario Ricciardi, Santi e laici. I "giusti" del Piemonte, pag. 33, Priuli e Verlucca editori, Ivrea (TO), 2002.


Don Francesco nacque a Pogliano Milanese il 22 ottobre 1863, da Angelo Paleari e Serafina Oldani, penultimo di otto figli. Il giorno successivo fu battezzato nella Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo.
La sua era una famiglia povera, contadina, numerosa, in cui si lavorava molto per provvedere a molteplici bisogni. Non mancava però la serenità e tanta fiducia in Dio.
Francesco crebbe sereno e. gioioso, educato cristianamente ad una fede semplice e forte.
Il parroco di Pogliano don Luigi Fumagalli ben presto scorse in lui i segni della vocazione sacerdotale. Tuttavia le difficoltà economiche della famiglia costituivano un ostacolo al suo ingresso in seminario. Allora scrisse al superiore della Piccola Casa della Divina Provvidenza a Torino, chiedendo che fosse accolto nel seminario voluto fortemente da San Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842) per preparare sacerdoti per la Piccola Casa, per le missioni e per il clero diocesano. Ricevuto dal primo successore del Cottolengo, padre Luigi Anglesio, Francesco affrontò con impegno gli anni del seminario. 

Ordinato sacerdote il 18 settembre 1886 a soli 23 anni dal cardinale Gaetano Alimonia, Arcivescovo di Torino. Negli anni della formazione conobbe a fondo la realtà della Piccola Casa della Divina Provvidenza, dove amorevolmente venivano accuditi poveri, ammalati, disabili, bambini con difficoltà. In questo clima di fattiva carità il giovane Francesco si sentì chiamato a vivere il suo ministero sacerdotale nella Piccola Casa e scelse di essere sacerdote della “Congregazione dei Preti della Santissima Trinità”. 
Il carisma del Fondatore, condiviso con i confratelli sacerdoti, le suore e i fratelli cottolenghini, fu da lui pienamente compreso e vissuto con autenticità. Con la sua finezza d'animo e la sua amabilità, si distingueva nel quotidiano e fedele servizio pastorale a favore dei poveri. Diversi testimoni ricordano l'intensità spirituale del “piccolo prete del Cottolengo”, come veniva chiamato per la sua statura minuta. Per la sua notevole preparazione culturale don Francesco fu incaricato di insegnare latino e filosofia.
Pazienza, cordialità e capacità di persuasione furono le caratteristiche che restarono indelebili nel ricordo dei suoi allievi. Man mano che le sue doti umane e spirituali si rendevano manifeste,
don Paleari era posposto per nuovi incarichi da parte dell'Arcidiocesi di Torino. In tutto si mostrava animato dallo stesso spirito di carità del Santo Fondatore che amava soccorrere ogni forma di povertà, materiale e spirituale fidando in maniera sconfinata nella Divina Provvidenza.
Appartenne al Terz'Ordine Francescano fin dai primi anni del suo chiericato, rinnovando la sua adesione nel 1920, e nel 1927.
Per più di 4 anni fu confessore e direttore spirituale del seminario diocesano, predicatore di esercizi spirituali al clero, ai religiosi e alle religiose della Piccola Casa e di altre congregazioni religiose, e ad ogni ceto di persone. Nel 1922 fu nominato Canonico della Collegiata della SS. Trinità di Torino. Fu anche Provicario generale e Vicario per la Vita Consacrata del1'Arcidiocesi torinese.
Nel 1936 una malattia cardiaca lo costrinse a una inattività quasi assoluta. Fu l'ultima grande prova, durata tre anni, vissuta con vero spirito di fede. Soleva ripetere:  “Noi dobbiamo essere nelle mani di Dio, come una palla nelle mani di un bambino che gioca. Quanto più forte la palla viene buttata a terra, tanto più rimbalza in alto!”.
Morì il 7 maggio 1939, circondato da vasta fama di santità. Il 6 maggio 1946 la sua salma fu traslata dal cimitero di Torino alla Chiesa del Cottolengo e tumulata vicino alla tomba del fondatore, San Giuseppe Benedetto Cottolengo. La Causa di Beatificazione iniziata l”11 giugno 1947, fu affidata nel 1980 al Rev P. Antonio Cairoli, Postulatore generale OFM. II il 6 aprile 1998 fu dichiarato Venerabile dal Beato Giovanni Paolo.
Il 10 dicembre 2010 il Decreto che riconosce la gua- rigione miracolosa ottenuta per sua íntercessione di Sil- vio Cuizza, torinese, che colpito a 12 anni da meningoencefalite da virus poliomielitico, era rimasto paralizzato agli arti superiori e inferiori, con difficoltà alla vista e alla parola ottiene la guarigione per sua íntercessione.

  • IN PREGHIERA
Presbitero e predicatore italiano, sacerdote dell’Istituto Cottolengo; Con la sua vita interamente consacrata al servizio di Dio e dei fratelli egli manifesta il volto di Cristo Buon Pastore modello di ogni azione sacerdotale.

Preghiamo per i sacerdoti che hanno abbracciato la spiritualità francescana.