martedì 19 maggio 2020

PER CONOSCERE LA SERVA DI DIO CAROLINA BELLANDI, TERZIARIA FRANCESCANA


 27 dicembre
serva di Dio
CAROLINA BELLANDI
(mamma Carolina)

Francescana secolare



Borgo S. Lorenzo (Firenze), 17 maggio 1895 - Prato, 27 dicembre 1986


Carolina Bellandi (1895-1986), conosciuta come «Mamma Carolina», fondatrice dell’Opera Prime Comunioni: all’epoca infatti molti ragazzi non ricevevano la Prima Comunione perché le famiglie non avevano soldi per organizzare la cerimonia, che veniva ritenuta necessaria (dal vestito al rinfresco...). Successivamente organizzò anche l’Opera di assistenza ai monasteri di clausura portata avanti fino alla morte, all’età di 91 anni.







Nacque a Borgo San Lorenzo (Firenze) il 17 mag. 1895 e venne battezzata il giorno stesso della nascita. Aveva due fratelli e due sorelle. Vide la luce in una famiglia di contadini mezzadri, povera e religiosa. Ricevette i sacramenti dell'iniziazione cristiana molto giovane, come si usava allora. Studiò fino alla terza elementare e poi si dedicò al lavoro nei campi per aiutare i suoi. Sin dalla più tenera età amava molto pregare; anche quando si trovava al pascolo aveva la corona del rosario in mano e spesso cantava le lodi al Signore.

Matrimonio e trasferimento a Firenze

Si fidanzò con Olinto Paladini, anch'egli abitante a Borgo San Lorenzo. Quando Olinto fu chiamato al fronte per la Prima guerra mondiale, ella lo accompagnò incessantemente con la preghiera. Tornato il promesso sposo dal fronte, fu finalmente possibile contrarre le nozze, che furono celebrate il 22 novembre 1919, quando la Bellandi  aveva circa ventiquattro anni. I due andarono a vivere a Firenze in un sottoscala umido. Nonostante la situazione di povertà, la casa era tenuta linda ed ordinata. A partire dal 1921 entrambi i coniugi cominciarono a lavorare alle Officine Galileo. A seguito della crisi economica del 1929, la Bellandi si dichiarò disponibile a farsi licenziare per garantire il mantenimento del posto di un capo famiglia.

Terziaria francescana

Dopo il matrimonio, aveva cominciato a frequentare il convento di S. Carlo a Borgo San Lorenzo, tenuto dai frati cappuccini; qui ebbe modo divenire a contatto con la spiritualità francescana e decise di aderirvi come laica nel 1921, quando entrò a far parte del Terz'Ordine francescano. Secondo quanto risulta da un`attestazione del feb. 1948, la serva di Dio continuò la sua militanza da terziaria anche dopo essersi trasferita a Firenze, distinguendosi per una condotta irreprensibile, tanto da meritare approvazioni pressoché unanimi. Si mostrava zelante non solo nel recitare le preghiere e l'Ufficio divino previsti per i membri del Terz'Ordine, ma anche nell'esercizio delle opere di carità.

L' "Opera delle prime Comunioni"

Alla metà degli anni '30 del XX secolo intraprese l'iniziativa apostolica che ne caratterizzò gran parte dell'esistenza terrena: l'Opera delle prime Comunioni. La B., infatti, aveva constatato che molti ragazzi non accedevano al sacramento dell`Eucaristia sia per una certa indifferenza delle famiglie, sia per motivazioni economiche.
Fondò quindi un'Opera che si proponesse di promuovere la somministrazione del sacramento. In particolare, una volta venuta a conoscenza di un ragazzo che si trovasse in tali condizioni e che avesse raggiunto i dieci anni di età, l'Opera si preoccupava di prendere contatto con l'autorità ecclesiastica competente e, d'accordo con i parroci, di assicurare la preparazione religiosa ai comunicandi. Da questo punto di vista, si appoggiava principalmente ai padri cappuccini. L”iniziativa si sosteneva unicamente grazie alla generosità dei benefattori e non aveva una strutturazione organica; viveva realmente di carità e di affidamento alla Divina Provvidenza. Nello spazio di pochi anni, l'Opera registrò una considerevole capillare diffusione; basti pensare che nel 1954, a circa vent'anni dalla sua costituzione, era largamente sviluppata anche al di fuori della Toscana. Inizialmente, come capita per tutti i nuovi progetti, incontrò anche qualche fisiologica resistenza o qualche critica; ma ben presto un numero sempre più consistente di sacerdoti si convinse della bontà dell'iniziativa. La Bellandi poi riscosse esplicito e convinto apprezzamento da parte dell”allora cardinale di Firenze, il servo di Dio Elia Dalla Costa.
Alla radice del suo impegno apostolico vi era anche una motivazione di carattere personale: ella avrebbe desiderato avere figli, ma, constatato che questo non era possibile, assunse la figliolanza spirituale dei ragazzi bisognosi e li aiutò a ricevere la Comunione eucaristica. Inoltre, nello svolgimento di tale iniziativa caritativa veniva a contatto con le famiglie dei giovani e sovente arrivava a conoscenza di situazioni di degrado morale che cercava in qualche modo di sanare con la propria azione; i risultati ottenuti anche in questo campo furono buoni, tanto che al suo intervento e alle sue preghiere sono attribuite diverse conversioni.

L'Opera “Assistenza ai monasteri di clausura”

Verso la metà degli anni Sessanta del XX secolo, con il diffondersi del benessere economico, l'Opera delle prime Comunioni andava sempre più limitando la propria attività, fino a perdere gradualmente la propria ragion d'essere e la propria utilità.A partire dal 1970, la Bellandi si dedicò perciò ad un'altra iniziativa caritativa: l'assistenza ai monasteri di Clausura in difficoltà. Il suo gesto ebbe un duplice carattere: materiale, nel senso di procurare beni e viveri affinché le monache si sentissero aiutate e non costrette ad aprirsi ad opere esterne con danno della Clausura; spirituale, nel senso di pregare con le monache stesse ed incitarle a mantenersi sempre fedeli alla loro consacrazione per sostenere con la preghiera un mondo che si allontanava sempre più da Dio e dalla sua Chiesa. Nacque così l'Opera “Assistenza ai monasteri di clausura” che raggiunse circa 275 monasteri, in Italia e in Iugoslavia.

Ultimi anni

Col passare degli anni le condizioni fisiche della Bellandi andavano sempre più deteriorandosi; nonostante ciò, ella continuava, instancabile, la propria opera di apostolato.Nel dic. del 1986 si stava recando in automobile, guidata da una delle sue collaboratrici, da Firenze a Prato per incontrare i benefattori della sua Opera, particolarmente numerosi in quel luogo. Anche a causa della strada viscida, furono coinvolte in un incidente e la serva di Dio riportò conseguenze gravi: frattura di diverse costole, della spalla e del femore, trauma cranico e molteplici ferite al volto. Il suo direttore spirituale accorse all'Ospedale di Prato - ove era stata ricoverata - e, considerata la gravità della situazione, le amministrò l'Unzione degli infermi. Morì la mattina del 27 dicembre 1986, all'età di 91 anni.

Dopo la sua morte si manifestarono i segni della fama di santità che l'avevano accompagnata in vita. Nel mese di ottobre del 2001 prese avvio in Firenze l'inchiesta diocesana sulla vita, sulle virtù e sulla fama di santità della serva di Dio, inchiesta che si concluse tre anni più tardi, nel 2004. Il 13 dicembre 2006 venne emesso dalla Congregazione delle Cause dei Santi il Decreto di validità giuridica sugli Atti dell'inchiesta diocesana e fu nominato il relatore della causa.
Florio Tessari

Il processo per la sua beatificazione è stato aperto il 18 ottobre 2001 per l’interessamento dell’O.F.S. della Toscana, per questa sua degna figlia. 
Per un ulteriore approfondimento: cfr. l'ottimo articolo di Antonio Borrelli su Santi e Beati



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BIBL.: S. Livi, Mamma Carolina, il Vangelo della Carità di una laica francescana, Montepulciano 2004.