mercoledì 10 giugno 2020

PER CONOSCERE IL BEATO UGOLINO MAGALOTTI DA FIEGNI Terziario francescano


  
 11 dicembre
Beato
UGOLINO MAGALOTTI DA FIEGNI

eremita
Terziario francescano






Fiegni, Macerata, inizio XIV secolo - Camerino, Macerata, 11 dicembre 1373


Ugolino, l’anacoreta dei monti Sibillini, nacque a Fiegni(Macerata), intorno ai primi anni del XIV secolo, dalla famiglia feudale dei Magalotti nel contado di Camerino. Rimasto orfano, libero di disporre della sua volontà, maturò l’idea di vendere la proprietà e si ritirò in un eremitaggio, presso Fiegni. Qui sarebbe rimasto fino alla sua morte, vivendo in unione di preghiera e di meditazione con Dio, macerandosi il corpo i cui istinti domava con astinenze e digiuni. Si dice che una temporanea dimora il beato l’abbia avuta a San Liberato, un eremo fatto costruire probabilmente da san Francesco d’Assisi sul monte Ragnolo. Per questo alcuni credono che il beato abbia professato la regola di san Francesco o fosse almeno Terziario. Ma Ugolino fu piuttosto un precorritore del Terz’Ordine francescano monastico. Operò meravigliosi interventi a favore di quanti, attratti dalla fama della sua santità, ricorrevano a lui fiduciosi. Morì l’11 dicembre 1373. Venne beatificato da Pio IX il 4 dicembre 1856.


Martirologio Romano: Nel territorio di Camerino nelle Marche, beato Ugolino Magalotti, eremita del Terz’Ordine di san Francesco.



Martirologio Francescano: In Fiegni di Fiastra, nella diocesi di Camerino, il Beato Ugolino Magalotti da Camerino, Confessore del Terz'Ordine, il quale per lunghi anni condusse vita remitica e dopo la morte fu illustrato di miracol. Il Sommo Pontefice Pio IX ne approvò il culto (1373).




Una biografia ragionata sul beato Ugolino è stata scritta da monsignor Giacomo Boccanera: Un anacorera dei Sibillini. Il beato Ugolino da Fiegni, Tolentino 1956, che afferma: “Le fonti biografiche del beato Ugolino sono piuttosto tardive e, come tali, scarsissime di elementi storici e di dati concreti ma sviluppate da una esposizione fastidiosamente oratoria, da cui spunta qua e là qualche accenno di graziosa leggenda che ci ricorda i Fioretti di S. Francesco. Son forse questi accenni le tracce di una tradizione più antica di cui non son reperibili i documenti.
Quanto possediamo non va oltre i primi del '600. Ne ricaviamo le notizie fondamentali riguardanti il nostro Beato. In Comune di Piastra nel maceratese, a 780 metri sul livello del mare, la famiglia Magalotti possedeva quattro feudi venduti nel 1259 al Comune di Camerino.
Intorno ai primi anni del XIV secolo Ugolino nacque nel castello di Fiegni, appartenente al feudo di Fiastra di cui oggi è una frazione e da cui dista 6 km, figlio di Magalotto III e di Lucia che non sopravvisse al parto. Il padre cercò  nutrici che però il bambino rifiutava, cosi un giorno egli pregò il Signore che aveva fatto scaturire acqua dalla roccia per gli ebrei assetati nel deserto perché salvasse il neonato, il quale immediatamente si attaccò alle mammelle paterne da cui prodigiosamente cominciò a succhiare abbondante latte cosi che il fanciullo crebbe nutrito dal latte paterno. A ricordo del fatto tuttora è vivo l'uso nelle puerpere della zona di Fiegni scarse di latte di ricorrere all'intercessione del Beato.
La tradizione vorrebbe che a causa di una delusione amorosa egli abbia venduto i suoi averi sull'esempio di S. Francesco. Nelle Marche e nell'Umbria fin da circa il 1230 c'erano dei “continenti” che osservavano la castità perpetua e abitavano luoghi solitari per far penitenza dedicandosi alla vita contemplativa, tra loro il Terzo Ordine Francescano si evolse in comunità vere e proprie.
“Dal metodo a cui Ugolino ispirò la sua ascesi solitaria nulla vieta di dedurre e concludere che egli fosse almeno spiritualmente, se non intenzionalmente, compreso della vocazione francescana”, dice mons. Boccanera. Gli storici dell'Ordine francescano dalla metà del '600 hanno accettato che il beato Ugolino fosse appunto un francescano terziario.


Gole del Fiastrone

Gratta dei frati
dove eremitò il beato Ugolino


Sta di fatto che il giovane Ugolino, mortogli anche il padre, decise di vendere ogni proprietà per accogliere l'invito di Gesù alla perfezione evangelica e, distribuito il ricavato ai poveri, si ritirò in un eremo in mezzo ai Sibillini. Per trent'anni visse in una grotta in preghiera (identificabile nella cosiddetta Grotta dei Frati nella Valle del Fiastrone), macerandosi il corpo i cui istinti dominava con astinenze e digiuni, contento di nutrirsi con poco pane ricevuto in elemosina e di erbe e radici, abbeverandosi ad una sorgente che lui stesso avrebbe fatto scaturire. Non gli mancarono tentazioni e prove, quali apparizioni demoniache che gli disturbavano la pace ed il sonno, come segno della predilezione divina, infatti ne uscì sempre vincitore.

Molte persone attratte dalla fama della sua santità ricorrevano a lui fiduciosi ed egli fu intermediario tra Dio e i bisognosi per i quali con la preghiera ottenne aiuti e guarigioni. Si narra della guarigione di un certo Pietro impossibilitato a camminare fin dalla nascita e della restituzione della vista a un tale Antonio che aveva perso un occhio nel tagliare la legna; ugualmente risanò con l'orazione e il segno della Croce un pastorello che aveva perduto un occhio per la punta d'uno spino; una certa donna, svegliatasi una mattina con la bocca storta fino all'orecchio e impedita di parlare, ispirata dallo Spirito
Santo andò dal beato Ugolino che recitando il 'Padre nostro' e toccando con la mano la bocca della donna la guarì dalla paralisi e le ridonò la parola; inoltre il Beato libero persone vessate dal demonio.

L'Arcivescovo Giuseppe Davack di Camerino scriveva nella prefazione al volumetto di mons. Boccanera che “il Beato Ugolino ci insegna a rinnegare noi stessi, ad essere per lo meno pronti a perdere tutto piuttosto che perdere Dio [...] infatti le vere opere di carità, di cui anche il Beato da splendido esempio, sono frutto della grazia alla quale non ci si apre se non mediante l'orazione e la penitenza” .
ll Beato Ugolino rimase nell'eremo per circa trent'anni e la mori l'll dicembre del 1373.
Dopo la morte, il suo corpo venne sepolto a Fiegni nella chiesa romanica di S. Giovanni Battista originariamente forse a tre navate, dove fu continuo il culto delle popolazioni verso di lui, riconosciuto ufficialmente da papa Pio IX il 19 novembre 1856.
 P. Silvano Bracci (1)


Santuario del beato Ugolino

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(1) P. Silvano Bracci in La Marca francescana. Terra di fioretti, rivista dei Frati minori delle Marche, anno V, n. 1, gen.-feb 2014.