26 Maggio
DE PEREDES Y FLORES
(Mariana)
Terziaria francescana
Martirologio Francescano: In Quito, nell'Equatore d'America, la Santa Maria Anna di Gesù de Paredes, Vergine del Terz'Ordine della Penitenza, di vita innocentissima e insieme penitentissima, la quale da Pio IX fu iscritta nell'albo dei Beati e da Pio XII in quello dei Santi.
BIOGRAFIA
Maria Anna di Gesù de Paredes y
Flores é la prima santa della repubblica dell'Ecuador ed e stata proclamata eroina
nazionale.
Nacque a Quito il 31 ottobre
1618, ottava ed ultima dei figli del capitano spagnolo Gerolamo Flores de
Paredes, nato a Toledo, e di Maria Anna Granobies Jaramillo, nata a Quito. Rimasta
orfana di padre a quattro anni e di madre a sei, fu educata da sua sorella
maggiore Girolama, sposata al capitano Cosma de Casa Miranda.
Incline fin dall'infanzia agli
esercizi di pietà e di mortificazione, fece la prima comunione a sette anni, e
fece pure il voto di verginità, prendendo il nome di Maria Anna di Gesù. Fece
gli esercizi spirituali e, come Santa Teresa, volle fuggire di casa, con una sua
cugina, per evangelizzare gli indios Mainas. Questa iniziativa non ebbe
successo cosi come quella di ritirarsi in una cappella ai piedi del vulcano
Pichicha, per implorare dalla Madonna la protezione contro i pericoli del
vulcano. La sua famiglia non riuscì ad ottenerle ii permesso di entrare tra le
Francescane; allora ella decise di entrare nel terz’Ordine di San Francesco e
si ritirò in una camera della propria casa, si vestì di un saio marrone ed inizio
una vita di completo raccoglimento, di lunghe preghiere e di terribili
penitenze. Queste austerità non mutarono il suo carattere giulivo suonava la
chitarra, consolava i disgraziati, riconciliava negri ed indios cui insegnava non solo a leggere e scrivere, ma anche a suonare e cantare ed operava
miracoli.
La sua salute però risenti delle
penitenze a cui s'aggiunsero penosi prelievi di sangue da parte dei medici. "Maria Anna di Gesù de Paredes - disse Papa Pio XII per la canonizzazione - sebbene fosse modello d'innocentissima vita, tuttavia per espiare i peccati degli altri affliggeva il suo corpo verginale con volontarie mortificazioni e austeri digiuni, con aspri cilizi e duri flagelli. Con una pesante croce sulle spalle ripercorreva a tappe l'itinerario della passione di Cristo e, pienamente ricordando i dolori del Redentore e riamandolo intensamente, si effondeva in calde lacrime. Dormiva assai brevemente adagiata sul pavimento, trascorrendo buona della notte in ginocchio, in pia contemplazione e preghiera".
In
occasione dei terremoti e delle epidemie verificatesi a Quito nel 1645, Maria
Anna (Mariana, la chiamavano i contemporanei) offrì la vita per i suoi concittadini.
Nel romitaggio fu assalita da febbre alta e da atroci dolori. Man mano che la
malattia della Santa progrediva il contagio della citta andava diminuendo, il
terremoto, invece era cessato nel momento della sua eroica offerta. Negli
ultimi tre giorni ella perse persino la parola e solo all’ultimo giorno accettò
di farsi stendere in un letto. Da tempo aveva espresso ai famigliari il
desiderio di essere rivestita, dopo morta, dell’abito francescano, che teneva
sempre nella sua celia, mentre da molti anni portava lo scapolare e il cingolo
del terz’Ordine Serafico, presi dalle mani dei Frati Minori, per consiglio del
suo confessore.
Predisse il giorno e l'ora del suo passaggio dalla terra al
cielo, che avvenne alle ore 22 del 26 maggio 1645. Aveva 26 anni, 6 mesi e 26
giorni di età. La sua morte fu pianta da tutta la città. Sulle labbra di tutti
vi era questa parola: “E morta la Santa”. I funerali furono un trionfo, un'esplosione
di riconoscenza e di profonda venerazione per la mirabile concittadina, per la
generosa vittima, per la loro salvatrice. Beatificata nel 1853, è stata proclamata santa da papa Pio XII il 9 luglio del 1950: è la prima santa della repubblica dell'Ecuador, dove è conosciuta con l'appellativo di "giglio di Quito". (2)
PREGHIERA
O Dio, che in un mondo così corrotto hai fatto fiorire Santa Maria Anna come giglio tra le spine, modello di vita illibata e di costante mortificazione, fa’ che anche noi,
liberi dai fermenti del male, siamo infiammati da un vivo desiderio di santità.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
(1) Alban Butler, Primo grande dizionario dei santi, Piemme, Casale Monferrato (AL), 2001.
(2) Giuliani Ferrini, Un Santo al giorno. Con i santi francescani verso il terzo millennio, Edizioni francescane - Convento dell'Osservanza, Cesena (Forlì) 1995.