venerdì 17 aprile 2020

PER CONOSCERE LA BEATA FRANCESCANA VERONICA ANTAL, MARTIRE DELLA PURITA'



26 agosto
BEATA
VERONICA ANTAL
martire della purità
dell'Ordine Francescano secolare



Nisiporeşti, Romania, 7 dicembre 1935 – Hălăuceşti, Romania, 24 agosto 1958



La storia di Veronica Antal è simile a quella di Santa Maria Goretti. Non solo. Quando fu uccisa, vittima di una violenza cui lei non si concesse, stava proprio leggendo il libro sulla storia della santa. E lo aveva detto che, se le fosse successo lo stesso, avrebbe agito allo stesso modo. L’esame sul martirio era cominciato nel 2006, e la causa diocesana era stata avviata a partire dal 2003 a furor di popolo, perché tutti, nella diocesi di Iasi, già la chiamavano Santa Veronica, e la sua tomba, così come sul luogo del martirio, si radunano da sempre gruppi di persone in preghiera.
Nata il 7 dicembre 1935 a Nisiporesti da una famiglia contadina, cresciuta con la nonna Serafina che le trasmette la fede e la laboriosità, Veronica non ha nulla di particolare: segue i genitori a lavoro nei campi da quando è bambina, ma non trascura la scuola, come tutti in quel tempo. Si pensa che il destino di Veronica sarà quello di sposarsi e mettere su famiglia, tanto che la madre comincia a preparare la dote.
Intorno ai 16 anni, però, Veronica scopre la vocazione religiosa, e chiede di entrare tra le suore del convento di Halaucesti, un villaggio vicino. La famiglia non è contenta della scelta, ma non è solo questa la difficoltà: la Romania è entrata nell’orbita sovietica, viene imposto l’ateismo di Stato, le Congregazioni religiose vengono chiuse.
Veronica Antal non può entrare in convento, ma vive da suora tra le mura di casa e nel servizio nella parrocchia. La chiamano suora, anche se non lo è. E lei aderisce alla Milizia dell’Immacolata fondata da padre Massimiliano Kolbe, entra nel Terz’Ordine Francescano e fa in segreto voto di castità.
Va ogni giorno con un gruppo di amiche ad Halaucesti, per partecipare alla Messa. La sera del 24 agosto 1958 è invece sola, a piedi, percorrendo gli otto chilometri che la separano dal villaggio di casa. Pavel Moranu la avvicina, tenta di violentarla, non riesce e allora la uccide con 42 coltellate. Con il decreto del 26 gennaio, Papa Francesco ha così ufficializzato una venerazione già diffusissima nella diocesi di Iasi. Una Santa Maria Goretti romena che si aggiunge alla schiera dei santi della purezza.(Andrea Gagiarducci)





Veronica Antal nacque a Nisiporeşti, nel nord della Moldavia (Romania), il 7 dicembre 1935 e fu battezzata nella chiesa parrocchiale di Halaucesti, il 7 dicembre 1935 il giorno seguente, solennità dell'Immacolata Concezione. Essendo i genitori Giorgio ed Eva, occupati nel lavoro dei campi, la bambina fu allevata sotrattutto dalla nonna Zarafina, la quale cercò di ispirarle l'amore verso la Chiesa, insegnandole anche le prime preghiere.

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Veronica con la mamma e il fratello
e nella foto a sx, da ragazza, con le amiche

"Era allegra, sorridente e molto decisa. Già alla tenera età di tre - quattro anni venne abituata a lavorare, cominciando a cucire e torcere la lana. All'età di sette anni cominciò a lavorare nei campi" - ci dice sua madre. Nell'estate del 1943 ricevette la prima Comunione. Un anno più tardi, nel 1944, il sacramento della Cresima. Sembre nel 1943, Veronica cominciò a frequentare la scuola fino alla quarta elementare, come era abitudine in quel tempo per la maggior parte delle ragazze. E' in questi tempi che cominciarono a intravedersi i segni di una futura vocazione alla vita consacrata, mai però realizzata. Incominciò a leggere libri a contenuto spirituale, partecipando sempre alle funzioni liturghiche e all'adorazione eucaristica, non lasciando mai la corona del rosario, intrattenendo conversazioni con le coetanee su argomenti sacri, e partecipando la coro della parrocchia. Crebbe in lei il desiderio di diventare suora tra le Suore Francescane del Giglio, le quali avevano un convento del vicino paese di Halaucesti; nel frattempo, aiutava i genitori nel lavoro dei campi, nella cura della casa e dei due fratellini più piccoli.


Casa dove religiosamente viveva la Beata Veronica Antal

Verso l'età di 15-16 anni, maturò sempre di più la decisione di diventare suora, ma non potendo più realizzare questo desiderio, perchè ormai l'esercito comunista aveva chiuso e soppresso tutti gli istituti religiosi, rimandandone a casa i membri, la giovane Veronica decise di vivere da consacrata in casa propria. Si iscrisse al Terz'Ordine francescano e alla Milizia dell'Immacolata, in segreto emise i voti di castità, obbedienza e povertà nelle mani del suo direttore spirituale, e cominciò a vivere una vita più ritirata e al servizio del prossimo, soprattutto degli ammalati e dei poveri della sua parrocchia.

Il 24 agosto 1958, ritornando dalla celebrazione eucaristica presso la parrocchia di Halaucesti, verso le ore 19, in piena campagna, incontrò il giovane Pavel Mocanu, il quale la desiderava e volle violentarla. Si oppose all'aggressore e venne uccisa con ben quarantadue colpi. Fu trovata morta la mattina dopo da un contadino. Da subito quanti la conoscevano riconobbero il martirio di questa giovane.

Il corpo della Beata dopo l'omicidio

Tanta gente, subito dopo la sua morte, cominciò a raccomandarsi alle sue preghiere nonostante tale devozione fosse ostacolata dall'autorità comunista. Negli anni '80 p. Anton Demeter, venendo a conoscenza della sua vita e morte, cominciò ad interessarsi della sua storia e a raccogliere testimonianze. Il 25 novembre 2003, nella Diocesi di Iasi (Romania) si è aperta l'inchiesta diocesana sulla sua vita, sul presunto martirio e fama di martirio e di segni aprendo così l'iter che ha portato al riconoscimento del martirio e alla promulgazione del decreto che l'ha posta tra la rosa dei Beati della Chiesa. (Damian Pătraşcu)


- Per una lettura più dettagliata sempre di Damian Pătraşcu si legga l'articolo pubblicato sull'Osservatore Romano del 22 settembre 2018 pubblicata dal sito Bibbia francescana.

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  • PREGHIERA



Questo mosaico (90x70 cm) si ammira e contempla nella chiesa cattolica romana
"Santa Vergine Maria, regina" di Iugani, diocesi di Iasi


Beata Veronica Antal
intercedi per noi affinchè possiamo esssere protetti
dallo stupro e da altre forme di violenza.
Intercedi per tutti coloro che non conoscono il Signore
e conoscono invece il piacere nella violenza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.


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I Santi della purezza

 

Santa Maria Goretti (1)
“È vissuta come una Santa e così è morta”, dicevano tutti in paese di Veronica Antal e ben presto iniziarono a visitare il luogo del suo martirio come fosse un santuario.
Oggi la nuova Beata è venerata da cattolici e ortodossi della diocesi di Iasi, che le affidano i loro problemi, e si può annoverare a ragione tra i cosiddetti Santi della Purezza i cui esempi più noti sono la già citata Santa Maria Goretti e San Domenico Savio, il quale diceva: “La morte, ma non il peccato”.
Ma ci sono anche la slovacca Anna Kolesarova, beatificata pochi giorni fa, e, sulla scia del riconosciuto martirio in difesa della purezza, la savonese Teresa Bracco, uccisa durante un rastrellamento nazista, e la polacca Carolina Kozka, prelevata da casa da un soldato dell’occupazione russa. La sarda Antonia Mesina e la bergamasca francescana secolare Pierina Morosini, invece, furono aggredite nel bosco da compaesani che avrebbero voluto farle proprie; quest’ultima, inoltre, non morì subito, ma dopo due giorni di agonia in ospedale. Infine ricordiamo la vicenda della serva di Dio Concetta Lombardo, francescana secolare calabra, uccisa da un compare sposato e impazzito per lei che dopo averla uccisa – al suo ennesimo rifiuto – si suicidò.
Molto di più di semplici femminicidi, perché tutte queste donne sono morte per non commettere un peccato; questa la loro priorità, a costo della vita: non sporcare la propria anima e chiedere il perdono anche per quella del proprio assassino. 
(Roberta Barbi, Vaticanews)


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(1) Stava leggendo la biografia di Santa Maria Goretti, senza sapere che di lì a pochi giorni avrebbe fatto la stessa fine: uccisa per mano di un uomo che voleva approfittarsi di lei. La Beata Veronica Antalcommentando quella lettura aveva confidato a un’amica che all’occorrenza anche lei si sarebbe comportata così, tanto che in un foglietto aveva scritto: “Io sono di Gesù e Gesù è mio”. Per restargli fedele, infatti, ha preferito la morte.