sabato 16 maggio 2020

PER CONOSCERE FERDINANDO III RE DI LEON E DI CASTIGLIA, Terziario francescano


30 maggio

S. FERDINANDO III
re di Leon e di Castiglia
Francescano secolare







1198 - 30 maggio 1252


San Ferdinando lll nacque verso il 1199, nipote, da parte di madre, di Bianca di Castiglia, santa mamma di San Luigi di Francia. La corona di Castiglia sarebbe toccata ad Enrico, che invece morì, nel 1217. Ferdinando aveva 19 anni quando sua madre, con abili maneggi, fece posare sulla fronte del proprio figlio, prima la corona di Castiglia, poi quella di Leòn. Egli seppe riunire e rendere concordi i sempre divisi avversari spagnoli: la Castiglia, l'Aragona, la Navarra ed il Leòn.
Volle diventare terziario francescano. In lui si trovarono unite insieme le più difficili virtù, cioè il valore con la pietà; la prudenza con l'audacia. Anche nella sua vita familiare fu abbastanza fortunato, sposando una dopo l'altra due degnissime donne; la prima, Beatrice di Svezia (1219) propostagli dalla madre, morì dopo quindici anni e gli dette dieci figli; la seconda, Maria de Ponthieu (1235), gli fu proposta da Bianca di Castiglia, e diede 3 figli.
Particolarmente fortunato fu nelle guerre condotte contro i Saraceni che occupavano gran parte della Spagna, in un momento propizio e con grande successo. Penetrando nel|'Andalusìa, occupò Cordova e il regno di Mursia. Poi bloccato con la sua flotta il fiume Guadalquivir, conquistò Siviglia, tra la gioia del mondo cristiano e lo stupore di quello mussulmano. Ferdinando ebbe così il titolo di «Terrore dei Mori», che incalzò fin sulle coste dell'Africa.
La sua era una guerra di liberazione, in senso politico e in senso religioso. Il grido di battaglia delle sue truppe suonava alto in tutto il Mediterraneo: «San Giacomo e Castiglia!». Ai prigionieri Mori fece riportare a spalla la campana sottratta dai Saraceni al famoso santuario di Compostella. Nella conquista di Cordova non fece alcun danno alla popolazione e il suo primo grande pensiero fu quello di innalzare una chiesa in onore della Madonna. Temeva di commettere la più piccola ingiustizia ed offendere anche il più disprezzato dei suoi sudditi. Diceva di temere più la maledizione di una vecchierella che tutte le armi dei Mori.
Sentendosi vicino alla morte, ricevette il viatico e l'unzione dei malati alla presenza di tutti i dignitari di corte, ai quali volle dare questo ultimo esempio di devozione. Alfiglio Alfonso, suo erede, prima di benedirlo rivolse alcuni consigli per il governo del regno: «Temi Iddio e tienilo sempre testimone in ogni azione pubblica e privata, familiare o politica» . Era la regola di vita seguita dal re Ferdinando. Il 30 maggio 1252 rese la sua anima a Dio. Aveva 53 anni. Fu pianto dai soldati come prode condottiero, dal popolo come premuiroso padre, sovrano, eroe e soprattutto come santo.
Fu canonizzato da Alessandro VIl il 31 maggio 1655.


Martirologio Romano: A Siviglia in Spagna, san Ferdinando III, che, re di Castiglia e León, fu saggio amministratore del suo regno, cultore di arti e scienze e solerte nella diffusione della fede.

Martirologio Francescano: In Siviglia, nella Spagna, San Ferdinando III, re di Castiglia e di Leon, per merito delle sue virtù soprannominato "Santo", Confessore del Terz'Ordine, il quale, illustre per lo zelo della propagazione della fede, debellati finalmente i Mori, dal regno terreno se ne volò in quello celeste. Il Papa Alessandro VII ne confermò il culto immemorabile (1252).



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O Dio, che hai colmato dei tuoi doni il Re San Ferdinando,
e lo hai innalzato dalla regalità alla corona eterna,
fa' che anche noi, cooperando all'edificazione della città terrena,
teniamo viva la speranza della città eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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