24 dicembre
Beato
BARTOLOMEO MARIA DAL MONTE
Sacerdote, fondatore
Terziario francescano
Bologna, 3 novembre 1726 - Bologna, 24 dicembre 1778
Nacque a Bologna il 3 novembre 1726. Ordinato sacerdote nel 1749, si laureò in teologia nel 1751. Intraprese una attività missionaria, predicando in ben 62 diocesi italiane. Fondò la Pia Opera delle missioni per la preparazione missionaria del clero diocesano. Scrisse nel 1775 l'opera: «Gesù al cuore del sacerdote secolare e regolare, ovvero considerazioni ecclesiastiche per ogni giorno del mese». Morì il 24 dicembre 1778. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Bologna, beato Bartolomeo Maria Dal Monte, sacerdote, che in molte regioni d’Italia predicò al popolo cristiano e al clero la parola di Dio e con tale finalità istituì la Pia Opera delle Missioni.
Prete terziario francescano e missionario apostolico «Figlio di orazioni e di elemosine», da Orazio Dal Monte e Anna Maria Bassani, la sera del 3 novembre 1726, nasce a Bologna Bartolemeo, il futuro apostolo delle missioni popolari. La parabola breve e mirabile di questa vita sacerdotale improntata di penitenza e di povertà, di zelo missionario e di contemplazione del Crocifisso, pare non trovare identità più propria che il grido di S. Paolo: «Guai a me se non predicassi il Vangelo». Ministro della Parola, dispensatore dei Misteri divini, educatore della comunità ecclesiale, attento ai poveri, umile e penitente egli medesimo, uomo di autentica virtù e di profondo amore per la Vergine Maria, Bartolomeo Dal Monte operò in tempi assai simili ai nostri quanto al dramma della secolarizzazione delle coscienze, della decadenza morale, della perdita del timore verso la divina Santità e, di conseguenza, del senso del peccato. Oggi ancora egli si leverebbe, con la sua capacità di annunciare il Vangelo senza compromessi e con la radicalità del suo fervore, implorando ovunque i fratelli: «Lasciatevi riconciliare con Dio!››. La sua vita austera ed il suo ministero indefesso non ebbero infatti altro scopo che questo: ricongiugere quei due amanti che sono il Dio tre volte Santo e l'uomo miseramente peccatore.
Giovinezza e vocazione
Il padre,
benestante banchiere di Bologna, avvia Bartolomeo, di temperamento
brioso e di intelligenza vivace, agli studi umanistici presso il
Collegio cittadino retto dai Padri Gesuiti. A questa rigorosa
formazione, si affianca anche un'altrettanto solida educazione
cristiana, impartita innanzi tutto dalla madre. Fin da bambino così,
impara a crescere nell'amore verso Dio e verso il prossimo, specialmente
il più indigente. Egli si fa sensibile ad economizzare denaro e cibi
persino dai propri giochi e dai propri pasti in favore di chi è nella
necessità. I genitori assecondano questa sua attenzione ai bisogni
altrui e, quando diviene ragazzo, la severità induce il padre a farlo
dormire in una angusta soffitta, affinché capisca che non ha niente, e
la madre a benedirlo, ma a desiderare piuttosto di perderlo in questo mondo che vederlo offendere Dio.
A diciassette anni Bartolomeo è dunque un giovane dotato di innata simpatia, di dolcezza nella sua persona e di armonia nel suo portamento, tanto, come scrisse un suo biografo, da «attirare a sè l'attenzione e l'affetto di coloro che lo guardavano» e da indurre le persone che lo incontravano ad intrattenersi «più volentieri con lui che con gli altri». Era, infatti, di natura allegro e faceto, sincero e semplice al tempo stesso. Mai si perdette in giudizi negativi sul prossimo con critiche e maldicenze, né con atteggiamenti falsi e adulatori. Anzi, in seguito, nella sua Operetta Gesù al Cuore del Sacerdote secolare e regolare (Meditazioni per ogni giorno del mese), che formerà per un secolo e mezzo generazioni di preti e di religiosi in Italia e all'estero, mette in guardia contro tale gravissimo peccato. Egli stesso darà questo esempio di umiltà evangelica quando, prete, nel 1769 si reca in missione a Castel S. Pietro. Qui un religioso che vi sta predicando caccia lui ed i suoi confratelli, imponendo loro di non intervenire assolutamente durante il periodo della sua predicazione. Il Sacerdote bolognese si ritira allora in silenzio presso una parrocchia delle vicinanze e con il suo comportamento mite e remissivo conquista le simpatie di quel frate, che era stato mosso forse dalla gelosia o dal disagio dinanzi al ben più illustre apostolo.
A diciassette anni Bartolomeo si accorge della vocazione. Lo Zani, suo direttore spirituale; lo guiderà interiormente per il difficile periodo di discernimento, ma in ultimo risulterà determinante l'incontro con un suo grande contemporaneo: S. Leonardo da Porto Maurizio. Durante una predicazione a S. Giovanni in Persiceto, il famoso missionario francescano notò il ragazzo che tra la folla cercava di farsi avanti. Ingiunse di lasciarlo passare. Poche parole furono sufficienti per confermarlo nella chiamata. A casa, rivelato il proprio proposito di intraprendere la vita sacerdotale, Bartolomeo troverà l'opposizione del padre, convinto che il figlio abbia subito influsso altrui. Per tre anni contrasterà in ogni modo la sua vocazione. Tra l'altro, l'obbligò a cambiare il direttore spirituale. Il commento di un contemporaneo, però, lascia testimonianza dei piani del Signore: «Bella! per distoglierlo, manda via un santo (Zani) per darlo ad uno più santo (il canonico Garofoli)!››. E fu così che, ottenuto infine il consenso paterno, dopo la dovuta preparazione teologica e spirituale, il 20 dicembre 1749, nella cripta della Cattedrale di S. Pietro a Bologna, dove il 4 novembre del l726 aveva ricevuto il Battesimo, Bartolomeo Maria Dal Monte, viene consacrato sacerdote dall'Amministratore diocesano
Mons. Sega, in rappresentanza del Card. Lambertini eletto nel frattempo Papa Benedetto XIV.
Predicatore e penitente
Nel 1747, in occasione di una missione predicata a Bologna nei pressi di Porta Saragozza, S. Leonardo da Porto Maurizio si trovò davanti chierico quel ragazzo che pochi anni prima aveva confermato nella vocazione sacerdotale. Gli predisse che «sarebbe divenuto missionario››, lo incoraggiò a proseguire sulla strada intrapresa e lo indirizzò all'evangelizzazione popolare. Quando a 23 anni Bartolomeo è prete ha un solo fermo proposito: «Vorrei salvarmi e salvarmi con altri››.
Attuerà in pieno il suo ideale: in soli 26 anni di sacerdozio andò in 280 località di 62 diocesi, da Roma a Vienna, per predicare 234 missioni popolari, 18 quaresimali al clero, 7l a monasteri e 77 a laici, con un totale di 500 corsi e 15.000 prediche! Per antonomasia era da tutti chiamato il missionario. Non solo, ma se non l'avessero trattenuto con il vincolo dell'obbedienza, voleva partire persino per le Indie. Diceva: «Vorrei muovere ogni pietra per eccitare i cuori a stima ed amore».
Svolse la sua azione evangelizzatrice tramite la Parola ed i Sacramenti e la sobrietà, scartando quei metodi dell'epoca atti ad impressionare la gente con lo spettro del Giudizio di Dio, della Morte e dell'Inferno. Fu per questo chiamato «missionario della discrezione››. E in effetti, la sua stessa persona, assai magra e dai tratti molto ascetici, trasfondeva così tanta tenerezza umana oltre alla forza
interiore, da conquistare anche le persone più lontane, ostinate e contrarie. Per tale ministero egli investì non solo tutto se stesso fino all'ultima energia, ma anche l'intera eredità paterna messa a disposizione di quei sacerdoti diocesani che avessero desiderato dedicarsi alle missioni popolari e all'evangelizzazione fuori dalla propria parrocchia.
Nacque così la Pia Opera delle Missioni. Escluse dal beneficio i religiosi, perché già godevano dell'appoggio economico delle proprie congregazioni. Il suo intento però era chiaro; scrisse ad una suora: «Vorrei dei compagni che supplissero ai miei difetti».
Predicatore di pace e di penitenza fu egli stesso un austero penitente. Fin da bambino si era prefissato
l'alzata notturna per la preghiera. Ragazzo frequentò assiduamente l'Eucarestia e trascorreva lunghe ore in silenzio e contemplazione. Nonostante la salute delicata, i biografi testimoniano che «voleva fare tutte le vigilie dell'anno e la quaresima, cibandosi di cose insipide, cotte in semplice acqua, senza
alcun condimento, neppure di sale». Un amico una volta scoprì nascosti nella sua camera cilicio e di-
sciplina. Prete non diminuì tanto rigore, anzi, l'accentuò non risparmiandosi neppure durante i periodi di maggiore fatica. Sapeva che facendo penitenza intercedeva grazie per i molti ai quali andava; dunque, santificandosi, santificava.
Terziario francescano
Non stupisce allora che Bartolomeo Del Monte abbia maturato ad un tratto la decisione di professare
l'impegno evangelico nel Terz'Ordine Francescano. L'Ordine di S. Francesco gli aveva offerto scuola spirituale nel modello del Serafico Padre. E' significativo che il predicatore bolognese chiuda lo scritto Gesù al Cuore del sacerdote con una sua stupenda frase: «Abbiamo promesso grandi cose (al Signore), maggiori sono promesse a noi; osserviamo quelle ed aspiriamo a queste. Il piacere è breve, la pena eterna; piccola la sofferenza, infinita la gloria. Molti i chiamati, pochi gli eletti, ma tutti avranno la retribuzione›› (FF 778). Pertanto, di ritorno da una missione nel Lucchese, il Dal Monte fa sosta a Pistoia. Qui, nella chiesa di S. Francesco retta dai Padri Conventuali, esaudisce il desiderio di entrare a far parte della famiglia francescana.
Considerando l'austerità del suo tenore di vita l'amore per il Crocifisso e l'Eucarestia, la devozione filiale alla Madre di Dio tenerissimamente da lui venerata in particolare al Santuario bolognese della
Madonna di S. Luca, dove per altro ottenne il miracolo di riacquistare il funzionamento di un piede fratturato a Vienna, ne era pienamente degno. Scriveva nelle lettere: «Ottenetemi da Dio di fare, non
Madonna di S. Luca, dove per altro ottenne il miracolo di riacquistare il funzionamento di un piede fratturato a Vienna, ne era pienamente degno. Scriveva nelle lettere: «Ottenetemi da Dio di fare, non
di predicare la penitenza, e di farla con frutto››.
Sorella morte e la gloria
A 32 anni Bartolomeo Dal Monte è convinto di avere innanzi a sè una vita breve: scrive il testamento. Nei mesi prossimi alla visita definitiva di Dio, ancora in buona salute, si predispone all'evento. Nell'ottobre 1778, cioe due mesi prima del trapasso, mentre nulla lo lascia presagire, scrive agli amici: «Io vado a finire». Di più: misteriosamente egli conosce giono ed ora del suo incontro con il Signore. Infatti, dopo 1'ultima missione predicata a S. Maria in Strada detta Badia del Samoggia, si congeda con le parole: «Io me ne vado a morire a Bologna la Notte di Natale». Era il novembre 1778.
ll 10 dicembre concluse un corso di Esercizi spirituali al Clero nel Seminario di Ferrara. Il 12 dicembre con improvvisa febbre alta tiene l'ultima omelia nella chiesa di S. Maria di Saragozza, a Bologna, in onore della Vergine di Guadalupe. ll 15 un malore gli impedisce di celebrare la Messa. Il 18 riceve il Viatico. Il 21 chiama il Confessore e, alla presenza di tre testimoni, aggiorna il testamento. Il 22 si aggrava e riceve l'Unzione degli Infermi. Il 23 gli è impartita la Benedizione Papale in «articulo mortis» e gli sono comunicate le indulgenze. Il 24 riceve ancora il Viatico.
Dopo un estremo istante di interiore purificazione sullo scrupolo di aver peccato di presunzione, ai primi Vespri della solennità del Natale del Signore, Bartolomeo Maria Dal Monte nasce al Cielo nel momento in cui la Chiesa celebra la nascita in terra del Figlio di Dio. Egli è per sempre tra coloro che S. Francesco canta nella sua lode all'Altissimo Onnipotente bon Signore››: «Beati quelli che (sora nostra morte corporale) troverà ne le tue sanctissime voluntati, ca la morte seconda no li fara male».
Culto
Il 25 novembre 1874 il card. Morichini avvia il processo ordinario per la beatificazione. ll 21 aprile
1881 esso si chiude ad opera del Card. Parochi. Nella notte tra il 22 ed il 23 gennaio 1882, suor Raffaella Rambaldi, clarissa del Monastero del «Corpus Domini» di Bologna detto «della Santa››, dopo aver invocato con una Novena l'intercessione del Servo di Dio guarisce in modo miracoloso da una forma cronica ed acuta di linfoadenite di natura verosimilmente tubercolare. Il 22 gennaio 1890 Leone Xlll dichiara Bartolomeo Dal Monte Venerabile. Il 23 gennaio 1923 Benedetto XV approva il decreto sull'eroicità delle virtù. In attesa dei tempi stabiliti dal Signore, la Causa di Canonizzazione viene riaperta per volere del Card. Biffi, che il 15 agosto 1994 scrive: «Nel Venerabile Dal Monte l'esigenza dell'evangelizzazione... e la santità della vita si fondono, in sintesi perfetta fino a diventare nella Chiesa un esempio ancora vivo e parlante». In data ll luglio 1995 Giovanni Paolo Il firma il decreto per la sua beatificazione. ll 27 settembre 1997, nell'ambito delle celebrazioni del Congresso Eucaristico Nazionale a Bologna, il Papa Giovanni Paolo II lo eleva agli onori degli altari, proclamandolo Beato dal sagrato di quella Basilica di S. Petronio dove, dal 1808, i suoi resti mortali riposano. (1)
- PREGHIERA
O Padre della luce
che hai scelto
il Beato Bartolomeo Maria Dal Monte
per evangelizzare il popolo cristiano
e far risplendere nei tuoi ministri
che hai scelto
il Beato Bartolomeo Maria Dal Monte
per evangelizzare il popolo cristiano
e far risplendere nei tuoi ministri
la santità e la sapienza dello spirito
per la sua intercessione fa che
mediante la predicazione apostolica
germogli e fruttitifichi incessantemente
la vera fede in Cristo
Egli è Dio vive e regna con te
nell'unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli
Amen
nell'unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli
Amen
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fonti:
(1) - Luciana Mirri, in Il Cantico, n. 2, anno 64, febbraio 1997
(1) - Luciana Mirri, in Il Cantico, n. 2, anno 64, febbraio 1997