lunedì 16 marzo 2015

1 febbraio - BEATA VERDIANA DEGLI ATTAVANTI o da Castelfiorentino. Pellegrina poi reclusa, penitente francescana



1 febbraio
BEATA VERDIANA DEGLI ATTAVANTI
Santa di Castelfiorentino

Pellegrina poi reclusa, Penitente francescana

(1182-1242)



Martirologio Francescano - Presso Castelfiorentino, in Toscana, la Beata Verdiana degli Attavanti, Vergine reclusa, dal Serafico Nostro Padre S. Francesco ascritta al Terz’Ordine della Penitenza: si segnalò in opere di pietà e di penitenza e per la gloria dei miracoli. Il Papa Clemente VII concesse in suo onore l’Ufficio e la Messa (1242).


Per la vita: La Beata ci ammonisce che, pur tra i rumori del mondo, possiamo anche noi costruirci nell'intimo un eremo per ascoltare la voce di Dio e per meditare sulle cose del cielo.


BEATA VERDIANA DA CASTELFIORENTINO

linee biografiche

Verdiana nacque nel 1182 a Castelfiorentino, in Toscana, nello stesso anno in cui ad Assisi nasceva S. Francesco. Nata da poveri genitori, pparteneva alla nobile famiglia degli Attavanti. Da piccola aveva cominciato come pastorella, poi era passata ai lavori domestici in casa di un facoltoso zio.  ln tempo di carestia, come buona madre, si fece tutta a tutti, per soccorrere i poveri e gli affamati. ln paese ormai tutti incominciano ad additarla come una piccola santa. “Si racconta che un giorno suo zio aveva accumulato e rivenduto una certa quantità di derrate, il cui prezzo era salito alle stelle a causa di una grave carestia. Ma quando il compratore si presentò a ritirare il materiale acquistato, il magazzino risultò vuoto, perché nel frattempo Verdiana aveva donato tutto ai poveri. L'irritata reazione dello zio ebbe come unica risposta l'invito ad attendere ventiquattr'ore: effettivamente il giorno dopo Dio premiava la carità e la confidenza della fanciulla facendo ritrovare intatto il raccolto così generosamente donato”.
Pellegrina
- Sente forte il richiamo della solitudine e della penitenza. Per essere più sicura di questa divina chiamata, affronta a piedi alcuni pellegrinaggi. Parte per la Spagna, seguendo la strada battuta da migliaia di pellegrini, per pregare sulla tomba dell'apostolo San Giacomo.
Al ritorno, confusa tra i pellegrini romei, raggiunge Roma per pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo e dei primi martiri, visita le catacombe, il Colosseo. Ormai non ha più dubbi, la sua vita nel mondo è durata anche troppo, i suoi piedi hanno camminato abbastanza, i suoi occhi hanno ammirato le meraviglie della natura e I'eroismo della santità. D'ora in poi sarà sola, immobile e rinchiusa, sepolta viva come gli antichi anacoreti dell'Oriente. La sua tebaide non sarà su una montagna inaccessibile o in un lontano deserto, ma a Castelfiorentino.
Reclusa (1) - Ai piedi del borgo sorgeva l'oratorio di S. Antonio Abate, l'eremita del deserto celebre per le tentazioni diaboliche. Accanto a questo oratorio, che era stato costruito extra castum - Verdiana fa costruire una celletta, vi entra rivestita dall'austero saio degli eremiti, fa murare la porta, rimanendo aperta solo una feritoia, sufficiente per introdurre il pane e l'acqua, per seguire le funzioni religiose, per fare la confessione e ricevere la comunione. Ben presto si trovò circonfusa da fama sanctitatis. Oltre al confessore e direttore spirituale, si avvicinano a lei poveri ed afflitti, dubbiosi e tribolati. Verdiana non può soccorrerli materialmente, ma li consola con la sua parola, sempre ricca di amore di Dio e li rincuora con il suo eroico esempio. Le sue straodinarie prove di ascetismo le valsero la visita dell'arcivescovo di Firenze, Ardingo.
Penitente francescana - Un giorno, nel 1221, le fa visita San Francesco d'Assisi, vestito di sacco e cinto di corda. L'incontro di due santi è più facile immaginarlo che descriverlo. ll Poverello I'accoglie nell'Ordine dei Fratelli e delle Sorelle della Penitenza, che in quello stesso anno aveva fondato.
Verdiana morì dopo aver trascorso 34 anni nel suo reclusorio e localmente fu subito venerata come santa. Infatti, le fu dedicato un altare, sotto il quale vennero deposte le sue spoglie, e la chiesa ove era l'altare ben presto venne chiamata con il suo nome. Si racconta che la sua pia morte, avvenuta il 1° febbraio 1242, venne annunciata dal suono improvviso e simultaneo delle campane di Castelfiorentino non mosse da mano umana. Il culto di Santa Verdiana, rappresentata con gli abiti della congregazione Vallombrosana, venne approvato da Clemente VII nel 1533 ed è tuttora popolare in Toscana. ll Signore glorificò la sua serva con miracoli, operati in vita e dopo morte. (Giuliano Ferrini)

  • Culto
Il culto di S. Verdiana venne approvato da Clemente VII nel 1533 ed è tuttora popolare in Toscana.Il Martirologio Francescano la indica come Beata del III Ordine.

Dopo la morte di Verdiana, avvenuta nel 1242 a 60 anni di età, sul luogo ove sorgeva la celletta, fu costruita una bella chiesa (link del Santuario) dove è venerata un'antica immagine della Beata, con ai lati due serpenti.
Si può scaricare il PDF di un vecchio numero di Miscellanea storica della Valdelsa con la descrizione dei luoghi della beata Virdiana.


  • Iconografia
L'iconografia accanto al giglio, simbolo della purità, pone quello delle vipere. Si narra infatti che, per provare la sua virtù, due rettili penetrassero nella celletta e vi rimanessero per tormentare la devota reclusa.
S. Verdiana è  rappresentata con gli abiti della congregazione Vallombrosana. Vediamone i motivi. Nella Val d'Elsa del '400, con l'inversamente proporzionale declino dell'autonomia dei Comuni e la sempre maggiore dipendenza dal potere centralizzato di Firenze (e del culto di San Giovanni), si ebbe il fenomeno della riscoperta dei santi del luogo, spesso dei laici, vissuti in tempi precedenti, che vennero assunti a santi patroni. Di fronte alla perdita di peso e potere politico, questo fenomeno rispondeva alla necessità di ridefinizione e affermazione, comunque, della propria identità, nei confronti del nuovo potere centrale, da parte delle varie municipalità. Quest'ultime poi, in questa sorta di territorizzazione delle figure di santità, potevano entrare in competizione tra loro, fino al "furto" delle reliquie (ed eventuale miracoloso ritrovamento il giorno dopo nello stesso luogo dal quale erano state trafugate), tanto diffuso da divenire un tòpos agiografico.
B. Verdiana degli Attavanti_Terziaria francescana
Gli ordini religiosi, per gli stessi motivi di prestigio, si contesero anch'essi l'appartenenza di questi "santi locali", di cui fino ad allora non avevano prestato attenzione, e il cui culto era stato tramandato oralmente. Si promosse la redazione delle loro "vite", nelle quali si calcava la mano, la mano, se così si può dire, per ricondurre elementi molto generici e comuni della storia di questi santi all'esperienza carismatica del proprio Ordine religioso. Sia che si trattasse di pellegrini, eremiti, ospedalieri ... o come nel caso di S. Verdiana, di mulieres recluse, essi vennero assimilati agli Ordini religiosi anche per l'aspetto iconografico.
Si tratta, dunque, di movimento a tutto campo, agiografico e iconografico, che agì smolti decenni dopo la morte del santo (tra gli autori ricordiamo, in ambito francescano, Mariano da Firenze) con intenti agiografici su cui insisteva le urgenze propagandistiche del contesto storico del momento.
A questa dinamica non si sottrasse la figura di Santa Verdiana, contesa tra Vallombrosiani e i frati minori dell'Osservanza che proprio in quegli anni strutturavano la loro capillare presenza conventuale in questa porzione di Toscana ... ma anche è stata designata e raffigurata come terziaria domenicana, con cingolo francescano solamente per via di San Francesco che le avrebbe fatto visita, si è detto di lei fosse agostiniana ...di certo è da annoverare tra le figure del movimento bizzoccale del XIII secolo.

La beata Virdiana era terziaria francescana?

Nel web si può accedere ad un accurato contributo di Raffaele Argenziano, dal titolo:




S. Verdiana nel gesto classico
di "dar da beccare alle serpi"
  • Protettrice
Contro il morso dei serpenti

Si narra che, per provare la virtù della beata Verdiana, due rettili penetrassero nella celletta e vi rimanessero per tormentare la devota reclusa. Per questo motivo era particolarmente invocata contro il morso dei serpenti e questo spiega come mai la sua tomba divenisse luogo di pellegrinaggio.

Protesse Castelfiorentino dal morbo della peste.

  • Patronato
Patrona di Castelfiorentino

Il culto per Santa Verdiana è ancora molto sentito a Castelfiorentino. Nel comune della cittadina della Valdelsa, festa il primo febbraio con la Fiera di Santa Verdiana e riti e processione per la santa. L'evento si svolge in Piazza Kennedy. Vengono allestite decine di bancarelle in cui spiccano i prodotti tipici della zona. Un'altra festa dedicata alla patrona, si celebra a giugno, in cui la data della dedicazione del Santuario a Santa Verdiana. Anche in questo caso il programma è simile: alla processione e gli onori religiosi segue la fiera con le bancarelle nella stessa zona del paese.

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NOTE:

(1) le muliers incarcerate - Ai tempi di S.Virdiana, per le donne, la forma normale di vita religiosa in solitudine non fu l'eremitismo, ma la clausura che vediamo particolarmente presente in Italia nei centri urbani (Angela da Foligno, Margherita da Cortona, per fare due esempi noti). Parecchie vergini o vedove, desiderose di consegure la perfezione, erano solite rinchiudersi in cellette attigue a chiese e a monasteri oppure erette lungo le mura della città.


 


Illustrato dal Tabernacolo realizzato dai bambini della scuola primaria di Castelfiorentino





PREGHIERA



    O Dio, che nella Beata Verdiana,
    Vergine reclusa, ci hai dato un modello di santità
    e di vita a te consacrata nella solitudine,
    nella preghiera e nella penitenza,
    fa che siamo perseveranti nel tuo servizio
    e camminiamo nella luce del tuo volto.
    Per Cristo nostro Signore. Amen.

Esterno del Santuario di Santa Verdiana