SANTA MARIA ZELIA GUERIN in MARTIN
Madre di famiglia, terziaria francescana
Gandelain, 23 dicembre 1831 – Alençon, 28 agosto 1877
SAN LUIGI MARTIN
Bordeaux, 22 agosto 1823 - La Musse, 29 luglio 1894
Genitori di S. Teresa di Gesù Bambino
del Volto Santo
Madre di famiglia, terziaria francescana
Gandelain, 23 dicembre 1831 – Alençon, 28 agosto 1877
SAN LUIGI MARTIN
Bordeaux, 22 agosto 1823 - La Musse, 29 luglio 1894
Genitori di S. Teresa di Gesù Bambino
del Volto Santo
Maria Zelia Guérin (1831-1877) era una ricamatrice e Luigi
Martin (1823-1894) un orologiaio, sono i genitori di santa Teresa di Gesù Bambino e costituiscono un tipico esempio di famiglia autenticamente cristiana.
Maria Zelin
aveva desiderato avere molti figli da consacrare al Signore e venne esaudita; nacquero nove creature, quattro delle quali decedute quasi subito, ma le altre cinque - Maria, Paolina, Celina, Leonia e Teresa - si fecero tutte religiose (quattro carmelitane scalze, Leonia visitandina). Degli scomparsi, due erano maschi e Zelia avrebbe desiderato che diventassero sacerdoti o missionari.
La "Storia di un’anima" - il capolavoro di santa Teresina – lascia intravedere una donna capace di profonda comprensione umana, la cui pedagogia si caratterizzava per l’equilibrio di dolcezza e di fortezza, illuminata dalla fede e dall’abbandono alla volontà di Dio.
Luigi e Zelia, malgrado il secolo che ci separa, hanno
sperimentato condizioni di vita molto vicine alle nostre. Tutti e due hanno
lavorato per crescere i loro figli, sono corsi dietro al tempo, hanno conosciuto
le gioie e le pene di una famiglia ordinaria e sono morti di malattie che ci
sono familiari.
Cio che ha costituito la loro santità non sono stati
gli avvenimenti in se stessi ma il modo in cui li hanno vissuti. ln tutti gli aspetti
della loro vita essi non hanno avuto che una fonte e uno scopo: l'amore di Dio.
Questo orientamento del cuore non li ha disincarnati ma ha fatto della loro
vita ordinaria un'avventura d'amore.Maria Zelin
aveva desiderato avere molti figli da consacrare al Signore e venne esaudita; nacquero nove creature, quattro delle quali decedute quasi subito, ma le altre cinque - Maria, Paolina, Celina, Leonia e Teresa - si fecero tutte religiose (quattro carmelitane scalze, Leonia visitandina). Degli scomparsi, due erano maschi e Zelia avrebbe desiderato che diventassero sacerdoti o missionari.
La "Storia di un’anima" - il capolavoro di santa Teresina – lascia intravedere una donna capace di profonda comprensione umana, la cui pedagogia si caratterizzava per l’equilibrio di dolcezza e di fortezza, illuminata dalla fede e dall’abbandono alla volontà di Dio.
Terziaria francescana e fedele socia dell’arciconfraternita
del Cuore Agonizzante di Gesù, visse in pienezza la sua missione coniugale e
materna, creando in famiglia un ambiente sereno e gioioso. Colpita da un tumore
di cui intuì subito la natura e la gravità, si spense santamente il 28 agosto
1877, quando Teresina aveva solo cinque anni.
Nella sua ascesi continua ebbe un valido aiuto nel marito: membro dell’Adorazione Notturna, della Conferenza di San Vincenzo e dell’Opera per la Propagazione della Fede, alimentò in famiglia un clima di carità operosa e di zelo apostolico che avrebbe lasciato una traccia profonda nelle figlie, alla cui educazione si dedicò totalmente dopo la morte di Zelia, trasferendosi da Alençon a Lisieux. Soffrì per l’entrata in monastero di Teresa, ma ne fece generoso sacrificio al Signore. La morte lo colse il 28 luglio 1894. (Angelo Montonati)
Nella sua ascesi continua ebbe un valido aiuto nel marito: membro dell’Adorazione Notturna, della Conferenza di San Vincenzo e dell’Opera per la Propagazione della Fede, alimentò in famiglia un clima di carità operosa e di zelo apostolico che avrebbe lasciato una traccia profonda nelle figlie, alla cui educazione si dedicò totalmente dopo la morte di Zelia, trasferendosi da Alençon a Lisieux. Soffrì per l’entrata in monastero di Teresa, ma ne fece generoso sacrificio al Signore. La morte lo colse il 28 luglio 1894. (Angelo Montonati)
"Il buon Dio mi ha dato un padre e una madre più degni del cielo che della terra" S.Teresa del Bambin Gesù Piccolo fiore del Carmelo Lettera 231 ed. ital. |
I genitori di santa Teresa di Gesù Bambino, dichiarati Venerabili da Giovanni Paolo II il 26 marzo 1994, sono stati beatificati a Lisieux il 19 ottobre 2008 da Benedetto XVI perchè corisposero alla grazia battesimale esercitando tutta la loro vita, in modo eroico, le virtù teologali della fede, speranza e carità, e le virtù cardinali della prudenza, giustizia, fortezza, temperanza e in paticolare le virtù evangeliche della mitezza, umiltà, povertà, misericordia, e martirio, esemplificate in Gesù Cristo.
* LINK: Iter della Causa - Il miracolo: intervista al postulatore P. Antonio Sangalli ocd (sito esterno)
Luigi e Zelia sono stati canonizzati il 14 ottobre 2015, mese in cui si celebrato il Sinodo sulla Famiglia in Vaticano. È una canonizzazione importante in questa epoca dove la famiglia ha tanto bisogno di sostegno. Una canonizzazione è infatti anzitutto il riconoscimento di una missione affidata dalla Chiesa.
- Speciale Canonizzazione - articoli e video
Postulazione : Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, Corso Italia 38 - 00198 - Roma
MARIA ZELIA GUERIN
Secondogenita di Isidore Guérin e
di Luisa Giovanna Macé, Azelia Maria Guérin (in seguito verrà chiamata
solamente Zelia) nacque il 23 dicembre 1831 in una casa di Gandelain unita al
comune di Saint Denis sur Sarthon nell’Orne dove suo padre, ex soldato
dell’impero, era arruolato nella gendarmeria. Fu battezzata il giorno
successivo alla sua nascita nella chiesa di Saint Denis sur Sarthon. La sorella
Maria Luisa la precedette di due anni. Diventerà Suor Maria Dositea alla
Visitazione di Le Mans. Il fratello Isidoro nascerà quasi dieci anni dopo e
sarà il bambino coccolato da tutta la famiglia.
In una lettera al fratello
descrive lei stessa la propria infanzia e la propria giovinezza: «tristi come
un sudario, perché se mia madre ti coccolava, con me, e tu lo sai, era troppo
severa; nonostante lei fosse buona, non sapeva come prendermi, così il mio
cuore ha molto sofferto.» Questa educazione forgerà il suo carattere, il suo
modo molto (troppo?) scrupoloso di vivere e la sua spiritualità.
Zelia merlettaia, imprenditrice e madre di famiglia
Dopo gli studi nel convento
dell’Adorazione Perpetua, in rue de Lancrel ad Alençon, si sentì chiamata alla
vita religiosa ma visto il rifiuto della superiora delle suore della carità
dell’Hôtel-Dieu, si orientò verso una formazione professionale e iniziò con
successo la produzione del celebre Point d’Alençon. Verso la fine del 1853, si
insediò quindi come «fabbricante del Point d’Alençon» al numero 36 di rue Saint
Blaise fornendo del lavoro a delle operaie a domicilio.
Zelia lavorava parecchio, ma mai a scapito della famiglia a cui dava una priorità assoluta; infatti, lavorava in casa e talvolta fino a tarda notte, per non togliere tempo e affetto alla famiglia.
Zelia, sposa amorevole
Zelia lavorava parecchio, ma mai a scapito della famiglia a cui dava una priorità assoluta; infatti, lavorava in casa e talvolta fino a tarda notte, per non togliere tempo e affetto alla famiglia.
Zelia, sposa amorevole
Nel mese di aprile del 1858,
Zelia Guérin incrocia sul ponte di San Leonardo un giovane uomo la cui andatura
la colpisce... È Luigi Martin, orologiaio. Tre mesi dopo, alle 22 del 12 luglio
1858 ha luogo il loro matrimonio civile e due ore più tardi, a mezzanotte, il
13 luglio, nell’intimità, si scambiano la loro promessa nella chiesa di
Notre-Dame, ricevuta dall’abate Hurel, decano della chiesa San Leonardo.
L’amore che nutre verso il marito
è descritto nelle sue lettere: «Tua moglie che ti ama più della sua vita», «Ti
abbraccio come ti amo»... Sono solo parole: la loro gioia consiste nello stare
insieme e nel condividere tutto quanto della vita quotidiana sotto lo sguardo
di Dio.
"All'inizio - scrive p. Antonio Sicari (1) - avevano quasi pensato a conciliare assieme la vocazione al matrimonio e la loro antica passione ad appartenere soltanto a Dio, vivendo assieme come veri sposi, ma verginalmente. Poi il loro confessore li aiutò a capire che avere dei figli e spendersi interamente per la loro santità, era la maniera più normale (ma quanto rara!) di unire assieme le due vocazioni".
(1) In queste righe ci si sofferma soprattutto sulla figura di Zelia, e in particolare Zelia terziaria francescana. Il web è ricco di contributi di approfondimento molto validi, tra questi la scheda "Santi coniugi Martin" di P. Antonio M. Sicari ocd.
Luigi orologiaio e uomo giusto
Anche Luigi da giovane aveva sentito il desiderio di consacrarsi a Dio ma non aveva potuto realizzarlo perché non conosceva il latino (allora necessario per i religiosi, aveva pure iniziato a studiarlo). La qualità del suo lavoro d'orologiaio rese rinomato il laboratorio di Luigi Martin. All’esposizione del 1858 a Alençon gli fu assegnata la medaglia d’argento.
Era fedelissimo alla chiusura domenicale e, nonostante la possibilità di buoni affari e le insistenze degli amici, egli non aprì mai il negozio nel giorno del Signore. Era di una onestà esemplare ed era molto sollecito nei pagamenti e nell'estinguere eventuali debiti: non voleva tenere neanche un attimo ciò che spettava gli altri. I suoi rapporti con il personale, che dice di amare come i membri della sua famiglia, con i vicini e i conoscenti, ce la mostrano sempre pronta a combattere le ingiustizie, a sostenere chi ne ha bisogno. Il Vangelo guida ogni suo gesto.
Con questo impegno e questa professionalità, i coniugi Martin taggiunsero pian piano una certa tranquillità - se non agiatezza - economica, che però non impedì loro di continuare a destinare denaro per i poveri e per la chiesa.
Zelia, madre felice ma provata
Dal 1860 al 1873, nasceranno 9
bambini in casa Martin di cui 4 moriranno in tenera età. Zelia proverà gioie e dolori al ritmo di
queste nascite e di questi decessi: Nella sua corrispondenza si legge così:
«Amo i bambini alla follia, ero nata per averne...».
A distanza di due anni dallle nozze nacque, il 22 febbraio 1860, la prima figlia, Maria Luisa, robusta, brunetta serena e vivace, chiamata in casa solo col nome di Maria, al contrario della mamma che si faceva chiamare solo Zelia, quando il suo nome per intero era Maria Zelia.
Tutte i figli, tanto era la venerazione per la Madonna a casa Martin, ebbero come primo nome Maria, da porli così a sotto il suo santo manto.
Il 7 settembre 1861, venne alla luce Maria Paolina "brunetta, sana e vivace" e tre anni dopo, altra gioia in casa Martin, il 3 giugno 1863, nasce Maria Leonia, "biondina e gracile", come di lei scrisse la mamma.
Nella primavera del 1865, arrivò Maria Elena, ma cominciarono per Zelie le prime avvisaglie di quel tumore al seno che avrebbe minato il suo fisico fino a portarla alla morte 12 anni dopo.
I coniugi Martin, ora desideravano tanto un maschietto e implorarono che San Giuseppe intercedesse per loro: arrivò prima Maria Giuseppe Luigi, che morì dopo 6 mesi e dopo Maria Giuseppe Giovanbattista, che arrivò ai solo nove mesi.
I coniugi Martin non ebbero più il coraggio di chiedere un altro maschio e nel 1869 annunciarono con gioia la nascita di una bella bambina piena di salute, Maria Celina.
Purtroppo, poco dopo la nascita della "graziosa" Celina il 28 aprile 1869, morirà tra le braccia della mamma, per quello che sembrava un semplice raffreddore, la piccola Elena: "un gioiellino, bello da incantare - come di lei diceva Zelia - fresca come una rosa al mattino ... d'intelligenza precoce". Aveva solo cinque anni.
Wendy Leifed si sofferma sull'elaborazione del lutto di Zelia, nel suo libro Madri di Santi (ed. Ancora, Mi) : "Questa perdita - scrive - fu per Zelia ancor più straziante delle precedenti Aveva perso due figli, entrambi i genitori e il suocero in un arco di tempo così breve che non le erano rimaste le forze necessarie per affrontare un'altra morte. Elena era la terza piccina che se ne andava e forse Zelia cominciava a temere che anche gli altri figli avrebbero subito, uno dopo l'altro, la stessa sorte.
Ogni volta la sua fede veniva messa alla prova e lei doveva scegliere tra un abbandono sempre più fiducioso alla volontà di Dio e l'inaridimento causato dall'amarezza. Entrambe i coniugi manifestarono apertamente il loro dolore per la morte dei figli, ma riuscirono poi in qualche modo a confidarlo a Dio e trovare conforto in lui. La fede insegnava loro una verità assai difficile e dolorosa: poiché quella era la volontà di Dio, bisognava accettarla con pazienza e fiducia. Zelia emerse da queste prove con la certezza che la vita eterna fosse una realta; non si illudeva infatti che il mondo, potesse offrire una felicità o delle soddisfazioni durature. Se c'era una cosa che aveva imparato dalla vita che la morte era sempre in agguato, ma soprattutto e al di là di tutto che c'era il buon Dio e la promessa del Paradiso. Più le sofferenze mentavano più tutto ciò le appariva chiaro. Una visione così realistica e quasi brutale della vita non ce di lei una persona triste e austera, ma contribuì ad a tare la sua fede e il suo amore nei confronti di Dio. La fede stava operando prodigi in lei ed ella la assecondava perfe mente. Era una donna energica, gioiosa, comprensiva, con forte senso degli affari, decisa a sfruttare al meglio il gusto bello che la gente possedeva.
Dopo la morte di Elena, la sorella di Zelia, suora alla Visitazíone, le scrisse una lettera profetica:
"Un giorno la tua incrollabile fiducia in Dio sarà magnificamente ricompensata. Puoi star certa che egli ti benedirà... Non un bellissimo premio se Dio fosse così contento di te da un figlio destinato a diventare il grande santo che da tanto desideri?".
Nascita di S. Teresa di Gesù Bambino
Pochi giorni di vita furono quelli di Maria Melania Teresa, nata il 16 agosto 1870. Finalmente, il 2 gennaio 1873, le profezia della sorella di Zelia, Elena, s'avverò e venne alla luce una bambina "forte e sana ... pare molto graziosa, biondina, occhi azzurri", Maria Francesca Teresa. Sarebbe stata colei, continua la Leifed nella sua biografia: "che avrebbe rappresentato la conferma delle sue doti di mamma; ella non avrebbe potuto vedere troppo a lungo per potere vederla, ma la santità di sua figlia sarebbe stata il segno che Dio apprezzava la sua fedeltà e i suoi sacrifici".
Zellia, educatrice
L’educazione delle figlie mobilita tutta l’energia del suo cuore. La fiducia era l’anima di questa educazione. Per i suoi figli, desidera il meglio... diventare dei santi! Questo non le impedisce di organizzare feste, giochi... in questa famiglia ci si diverte anche!
Ad Alençon si svolgevano ogni anno tre grandi sagre e i Martin ne frequentavano almeno una. C'erano i pellegrinaggi e le vacanze al mare o dai cugini a Lisieux, dove con grande gioia dei bambini, si potevano fare gite in campagna, ricevimenti, feste. Zelia preparava le fruttelle per le grandi occasioni e alla sera lei e Luigi giocavano a dama o leggevano insieme.
A distanza di due anni dallle nozze nacque, il 22 febbraio 1860, la prima figlia, Maria Luisa, robusta, brunetta serena e vivace, chiamata in casa solo col nome di Maria, al contrario della mamma che si faceva chiamare solo Zelia, quando il suo nome per intero era Maria Zelia.
Tutte i figli, tanto era la venerazione per la Madonna a casa Martin, ebbero come primo nome Maria, da porli così a sotto il suo santo manto.
Il 7 settembre 1861, venne alla luce Maria Paolina "brunetta, sana e vivace" e tre anni dopo, altra gioia in casa Martin, il 3 giugno 1863, nasce Maria Leonia, "biondina e gracile", come di lei scrisse la mamma.
Nella primavera del 1865, arrivò Maria Elena, ma cominciarono per Zelie le prime avvisaglie di quel tumore al seno che avrebbe minato il suo fisico fino a portarla alla morte 12 anni dopo.
I coniugi Martin, ora desideravano tanto un maschietto e implorarono che San Giuseppe intercedesse per loro: arrivò prima Maria Giuseppe Luigi, che morì dopo 6 mesi e dopo Maria Giuseppe Giovanbattista, che arrivò ai solo nove mesi.
I coniugi Martin non ebbero più il coraggio di chiedere un altro maschio e nel 1869 annunciarono con gioia la nascita di una bella bambina piena di salute, Maria Celina.
Purtroppo, poco dopo la nascita della "graziosa" Celina il 28 aprile 1869, morirà tra le braccia della mamma, per quello che sembrava un semplice raffreddore, la piccola Elena: "un gioiellino, bello da incantare - come di lei diceva Zelia - fresca come una rosa al mattino ... d'intelligenza precoce". Aveva solo cinque anni.
Wendy Leifed si sofferma sull'elaborazione del lutto di Zelia, nel suo libro Madri di Santi (ed. Ancora, Mi) : "Questa perdita - scrive - fu per Zelia ancor più straziante delle precedenti Aveva perso due figli, entrambi i genitori e il suocero in un arco di tempo così breve che non le erano rimaste le forze necessarie per affrontare un'altra morte. Elena era la terza piccina che se ne andava e forse Zelia cominciava a temere che anche gli altri figli avrebbero subito, uno dopo l'altro, la stessa sorte.
Ogni volta la sua fede veniva messa alla prova e lei doveva scegliere tra un abbandono sempre più fiducioso alla volontà di Dio e l'inaridimento causato dall'amarezza. Entrambe i coniugi manifestarono apertamente il loro dolore per la morte dei figli, ma riuscirono poi in qualche modo a confidarlo a Dio e trovare conforto in lui. La fede insegnava loro una verità assai difficile e dolorosa: poiché quella era la volontà di Dio, bisognava accettarla con pazienza e fiducia. Zelia emerse da queste prove con la certezza che la vita eterna fosse una realta; non si illudeva infatti che il mondo, potesse offrire una felicità o delle soddisfazioni durature. Se c'era una cosa che aveva imparato dalla vita che la morte era sempre in agguato, ma soprattutto e al di là di tutto che c'era il buon Dio e la promessa del Paradiso. Più le sofferenze mentavano più tutto ciò le appariva chiaro. Una visione così realistica e quasi brutale della vita non ce di lei una persona triste e austera, ma contribuì ad a tare la sua fede e il suo amore nei confronti di Dio. La fede stava operando prodigi in lei ed ella la assecondava perfe mente. Era una donna energica, gioiosa, comprensiva, con forte senso degli affari, decisa a sfruttare al meglio il gusto bello che la gente possedeva.
Ritratto si S. Teresina di Gesù Bambino con la mamma Santa Zelia, da un disegno di Celine |
Dopo la morte di Elena, la sorella di Zelia, suora alla Visitazíone, le scrisse una lettera profetica:
"Un giorno la tua incrollabile fiducia in Dio sarà magnificamente ricompensata. Puoi star certa che egli ti benedirà... Non un bellissimo premio se Dio fosse così contento di te da un figlio destinato a diventare il grande santo che da tanto desideri?".
Nascita di S. Teresa di Gesù Bambino
Pochi giorni di vita furono quelli di Maria Melania Teresa, nata il 16 agosto 1870. Finalmente, il 2 gennaio 1873, le profezia della sorella di Zelia, Elena, s'avverò e venne alla luce una bambina "forte e sana ... pare molto graziosa, biondina, occhi azzurri", Maria Francesca Teresa. Sarebbe stata colei, continua la Leifed nella sua biografia: "che avrebbe rappresentato la conferma delle sue doti di mamma; ella non avrebbe potuto vedere troppo a lungo per potere vederla, ma la santità di sua figlia sarebbe stata il segno che Dio apprezzava la sua fedeltà e i suoi sacrifici".
Zellia, educatrice
L’educazione delle figlie mobilita tutta l’energia del suo cuore. La fiducia era l’anima di questa educazione. Per i suoi figli, desidera il meglio... diventare dei santi! Questo non le impedisce di organizzare feste, giochi... in questa famiglia ci si diverte anche!
Ad Alençon si svolgevano ogni anno tre grandi sagre e i Martin ne frequentavano almeno una. C'erano i pellegrinaggi e le vacanze al mare o dai cugini a Lisieux, dove con grande gioia dei bambini, si potevano fare gite in campagna, ricevimenti, feste. Zelia preparava le fruttelle per le grandi occasioni e alla sera lei e Luigi giocavano a dama o leggevano insieme.
Zelia, Terziaria francescana
dello Spirito: si manifesta in tutte le epoche della Chiesa e riveste diverse espressioni culturali. Luigi e Zelia I'hanno vissuto nel loro secolo che, al centro di enormi cambiamenti sociali, culturali e politici, è stato particolarmente propizio alla nascita diAssociazioni e Confraternite.
Luigi è impegnato in numerosi movimenti ecclesiastici sia di tipo devozionale come la Compagnia del Santo Sacramento di cui è membro dal 7 ottobre 1858, sia di tipo caritativo come la Conferenza di san Vincenzo de' Paoli o i Circoli Cattolici.
Zelia invece da parte sua del Terz'Ordine di San Francesco d'Assisi, che si riunisce presso il monastero delle Clarisse d'Alençon, sia della Confraternita delle Madri cristiane, diretta dai padri cappuccini, che ha la sede presso la stessa comunità religiosa di monache."(1).
Nel 1954 fu scritto da Maria Celina Martin, divenuta Carmelitana scalza con il nome di Suor Genoveffa del Volto Santo e di Santa Teresa, "Ritratto morale di mia madre" (2), nel quale così ricorda la partecipzione di Zelia al Terz'Ordine francescano:
"Nostra madre si era posta sotto la direzione del curato di Montsort, e frequentava il monastero delle clarisse di Alençon, essendo molto assidua alle riunioni del Terz'Ordine di San Francesco di cui faceva parte. Alle religiose di quel convento confidava le sue intenzioni e le sue pene.
L’Arciconfraternita del Cuore Agonizzante di Gesù l'aveva iscritta fra i suoi membri, come parecchie altre associazioni religiose. Confessiamo tuttavia che ella sapeva scegliere, essendo nemica di certe "devozioncelle" che sono all'opposto dello spirito del Vangelo, per le loro complicazioni, togliendogli la sua forte e virile semplicità.
Non solo mia madre prendeva parte alle funzioni parrocchiali al di fuori dei giorni di obbligo, come ne dette esempio due mesi prima della sua morte: “Suona la benedizione ed io vi voglio andate” (Lettera a suo fratello ed a sua cognata, 7 gíugno 1877) ma non avrebbe acconsentito ad astenersi dall'assistere alle prediche, anche durante la settimana. E questo non era senza coraggio!
In una delle sue lettere, dopo aver detto che: “malgrado la febbre che la travagliava da sei settimane, quando, in attesa di un bambino, faceva tutto il suo lavoro, come di consueto”, aggiunge: “Mi sono alzata lo stesso tutte le mattine alle cinque emezzo , da quindici giorni, per andare a San Leonardo a sentire i Cappuccini che predicano una missione” (Lettera a sua cognata, 12 febbraio 1870). Un'altra volta, confessa francamente che è “per dovere” che va a sentire certe Prediche.
Il canto di chiesa le piaceva, soprattutto quando era semplice, perché non apprezzava granché i cantici o le messe in musica che avevano del teatrale e dell'artificioso".
1) Jean Clapier, "Luigi e Zelia Martin. Una santità per tutti i tempi", Punto Famiglia, Angri (SA), 2011
2) Maria Celina Martin, "Incomparabili genitori. Ricordo filiale della sorella di santa Teresa di Gesù Bambino", Edizioni OCD, Roma, 2008.
Zelia, ammalata ma sempre fiduciosa
dello Spirito: si manifesta in tutte le epoche della Chiesa e riveste diverse espressioni culturali. Luigi e Zelia I'hanno vissuto nel loro secolo che, al centro di enormi cambiamenti sociali, culturali e politici, è stato particolarmente propizio alla nascita diAssociazioni e Confraternite.
Luigi è impegnato in numerosi movimenti ecclesiastici sia di tipo devozionale come la Compagnia del Santo Sacramento di cui è membro dal 7 ottobre 1858, sia di tipo caritativo come la Conferenza di san Vincenzo de' Paoli o i Circoli Cattolici.
Zelia invece da parte sua del Terz'Ordine di San Francesco d'Assisi, che si riunisce presso il monastero delle Clarisse d'Alençon, sia della Confraternita delle Madri cristiane, diretta dai padri cappuccini, che ha la sede presso la stessa comunità religiosa di monache."(1).
Nel 1954 fu scritto da Maria Celina Martin, divenuta Carmelitana scalza con il nome di Suor Genoveffa del Volto Santo e di Santa Teresa, "Ritratto morale di mia madre" (2), nel quale così ricorda la partecipzione di Zelia al Terz'Ordine francescano:
"Nostra madre si era posta sotto la direzione del curato di Montsort, e frequentava il monastero delle clarisse di Alençon, essendo molto assidua alle riunioni del Terz'Ordine di San Francesco di cui faceva parte. Alle religiose di quel convento confidava le sue intenzioni e le sue pene.
L’Arciconfraternita del Cuore Agonizzante di Gesù l'aveva iscritta fra i suoi membri, come parecchie altre associazioni religiose. Confessiamo tuttavia che ella sapeva scegliere, essendo nemica di certe "devozioncelle" che sono all'opposto dello spirito del Vangelo, per le loro complicazioni, togliendogli la sua forte e virile semplicità.
Non solo mia madre prendeva parte alle funzioni parrocchiali al di fuori dei giorni di obbligo, come ne dette esempio due mesi prima della sua morte: “Suona la benedizione ed io vi voglio andate” (Lettera a suo fratello ed a sua cognata, 7 gíugno 1877) ma non avrebbe acconsentito ad astenersi dall'assistere alle prediche, anche durante la settimana. E questo non era senza coraggio!
In una delle sue lettere, dopo aver detto che: “malgrado la febbre che la travagliava da sei settimane, quando, in attesa di un bambino, faceva tutto il suo lavoro, come di consueto”, aggiunge: “Mi sono alzata lo stesso tutte le mattine alle cinque emezzo , da quindici giorni, per andare a San Leonardo a sentire i Cappuccini che predicano una missione” (Lettera a sua cognata, 12 febbraio 1870). Un'altra volta, confessa francamente che è “per dovere” che va a sentire certe Prediche.
Il canto di chiesa le piaceva, soprattutto quando era semplice, perché non apprezzava granché i cantici o le messe in musica che avevano del teatrale e dell'artificioso".
1) Jean Clapier, "Luigi e Zelia Martin. Una santità per tutti i tempi", Punto Famiglia, Angri (SA), 2011
2) Maria Celina Martin, "Incomparabili genitori. Ricordo filiale della sorella di santa Teresa di Gesù Bambino", Edizioni OCD, Roma, 2008.
Devota della B. Vergine Maria
"Nostra madre - continua Maria Celina - aveva una intensa devozione per la Santa Vergine,
riconoscendo di avere ricevuto sovente, per sua intercessione, molte grazie
segnalate. A suo fratello, che allora faceva i suoi studi di medicina a Parigi,
ella chiede di accendere dei ceri secondo la sua intenzione al Santuario di
Nostra Signora delle Vittorie, tanto caro alla nostra famiglia. Sapendolo molto
esposto nella capitale, gli dava questo consiglio:
Se tu acconsentissi
soltanto a fare una cosa che sto per dirti, e se tu volessi volentieri
offrirmela come strenna, sarei più felice che se tu mi inviassi tutta Parigi.
Ecco: tu abiti vicino a Nostra Signora delle Vittorie. Ebbene! Entraci soltanto
una volta al giorno per dire una Ave María alla Santa Vergine. Vedrai che ella
ti proteggerà in maniera del tutto speciale e ti farà riuscire in questo mondo,
per darti in seguito un'eternità di felicità. Ciò che ti dico non è da parte
mia una devozione esagerata e senza fondamento; ho motivo di avere fiducia
nella Santa Vergine; ho ricevuto da lei dei favori che io sola conosco (Lettera
del 1° gennaio 1863).
Ecco perché la statua dell'Immacolata che doveva sorridere a
Teresa Bambina, era circondata d'onore !
|
Un giorno, Maria, la nostra sorella
maggiore, trovando quella statua troppo grande per la camera dove era stata sistemata,
e dicendo che essa “rassomigliava ad una statua da istituto”, voleva combiarla.
La mamma protestò subito: “Quando non ci
sarò più, figlia mia tu farai quello che vorrai, ma fino atanto che vivrai,
questa Santa Vergine non uscirà di qui” Eila ci facevafare le nostre preghiere
ai suoi piedi e la baciavamo tanto spesso che le sue dita erano tutte rotte e
bisognava avere diverse paia di mani di riserva!”.
Zelia, ammalata ma sempre fiduciosa
Dal 1865 una ghiandola al seno
destro, che degenererà in cancro, fa molto soffrire Zelia. «Se il buon Dio
vorraà guarirmi, ne sarò molto contenta, perché, in fondo, desidero vivere; mi
costa dover lasciare mio marito e i miei figli. Ma d’altronde, mi dico: se non
guarisco, significa che per loro sarà forse più utile che io me ne vada» Il 28
agosto 1877 a mezzanotte e mezza, Zelia muore circondata dal marito e da suo
fratello.
Santi Louis e Zélie Martin
dopo aver avuto il desiderio della vita religiosa,
avete sentito la chiamata del Signore alla vocazione al matrimonio
Voi che siete i "genitori senza uguali"
di cui parla vostra figlia santa Teresa del Bambino Gesù,
felici genitori di Léonie,
la serva di Dio suor Francoise-Thérèse,
di Marie, Pauline e Céline,
trapiantate sulla montagna del Carmelo
e di quattro altri bambini
rapiti al vostro affetto in tenera età:
Hélène, Joseph, Jean-Baptiste e Mélanie-Thérèse.
Avete reso gloria a Dio
con il vostro umile e paziente lavoro,
con il vostro impegno verso i poveri,
con la vostra vita famigliare nella quale regnava la gioia di amare
Voi avete vissuto concretamente la vostra vita quotidiana
attraverso le gioie e le pene dell'esistenza.
Voi ci amate come vostri propri figli,
con il vostro cuore di padre e il vostro cuore di madre
perché siete gli amici di Dio.
Ascoltate la nostra preghiera e la nostra domanda (...)
e intercedete in nostro favore presso Dio Padre,
per Gesù Cristo nostro Signore, nella grazia dello Spirito Santo.
Amen
Ci sono persone che Dio prende e mette da parte.
Ce ne sono altre che lascia nella massa, che non “ritira dal mondo": sono persone che fanno un lavoro normale, hanno una famiglia normale o sono dei celibi normali. Hanno malattie normali, lutti normali, hanno una casa normale, un abbigliamento normale. Sono le persone della vita normale, quelle che incontriamo per la strada. (...)
Noi, gente che si incontra per la strada, crediamo con tutte le nostre forze che la strada, che questo mondo nel quale Dio ci ha messo, è il luogo della nostra santità. (...)
Non ha importanza quel che facciamo: c'è chi spazza e chi scrive, chi parla e chi tace, chi rammenda e chi fa una conferenza, chi cura i malati e chi batte a macchina. Tutto questo è solo la scorza di una splendida realtà: quella dell'anima che incontra Dio e lo rincontra ad ogni minuto, e ad ogni minuto cresce in grazia, sempre più bella per il suo Dio.
Suonano alla porta? Presto andiamo ad aprire: è Dio che viene ad amarci.
Vuoi un'informazione? Eccola qui: Dio viene ad amarci.
E’ l'ora di pranzo? Andiamo, c'è Dio che viene amarci.
Lasciamolo fare !”.
Madeleine Delbrêl
mistica francese, assistente sociale e poetessa
Il Rev. P. Joseph Stephane-Piat, OFM, era un sacerdote e autore del XX secolo. Il suo La storia di una famiglia: la Casa di Santa Teresa di Lisieux in dettaglio le lotte ei trionfi della famiglia Martin, tra cui la vita di Luigi e Zelia Martin, così come gli altri parenti e fratelli di S. Teresa. Il lavoro è stato originariamente pubblicato a metà degli anni Quaranta da PJ Kennedy and Sons, New York. Il libro di padre Piat è stata anche stampato nel 1994 da Tan Books, avendo ricevuto il Nulla Osta e Imprimatur.
Preghiera di Novena
Santi Louis e Zélie Martin
dopo aver avuto il desiderio della vita religiosa,
avete sentito la chiamata del Signore alla vocazione al matrimonio
Voi che siete i "genitori senza uguali"
di cui parla vostra figlia santa Teresa del Bambino Gesù,
felici genitori di Léonie,
la serva di Dio suor Francoise-Thérèse,
di Marie, Pauline e Céline,
trapiantate sulla montagna del Carmelo
e di quattro altri bambini
rapiti al vostro affetto in tenera età:
Hélène, Joseph, Jean-Baptiste e Mélanie-Thérèse.
Avete reso gloria a Dio
con il vostro umile e paziente lavoro,
con il vostro impegno verso i poveri,
con la vostra vita famigliare nella quale regnava la gioia di amare
Voi avete vissuto concretamente la vostra vita quotidiana
attraverso le gioie e le pene dell'esistenza.
Voi ci amate come vostri propri figli,
con il vostro cuore di padre e il vostro cuore di madre
perché siete gli amici di Dio.
Ascoltate la nostra preghiera e la nostra domanda (...)
e intercedete in nostro favore presso Dio Padre,
per Gesù Cristo nostro Signore, nella grazia dello Spirito Santo.
Amen
Ci sono persone che Dio prende e mette da parte.
Ce ne sono altre che lascia nella massa, che non “ritira dal mondo": sono persone che fanno un lavoro normale, hanno una famiglia normale o sono dei celibi normali. Hanno malattie normali, lutti normali, hanno una casa normale, un abbigliamento normale. Sono le persone della vita normale, quelle che incontriamo per la strada. (...)
Noi, gente che si incontra per la strada, crediamo con tutte le nostre forze che la strada, che questo mondo nel quale Dio ci ha messo, è il luogo della nostra santità. (...)
Non ha importanza quel che facciamo: c'è chi spazza e chi scrive, chi parla e chi tace, chi rammenda e chi fa una conferenza, chi cura i malati e chi batte a macchina. Tutto questo è solo la scorza di una splendida realtà: quella dell'anima che incontra Dio e lo rincontra ad ogni minuto, e ad ogni minuto cresce in grazia, sempre più bella per il suo Dio.
Suonano alla porta? Presto andiamo ad aprire: è Dio che viene ad amarci.
Vuoi un'informazione? Eccola qui: Dio viene ad amarci.
E’ l'ora di pranzo? Andiamo, c'è Dio che viene amarci.
Lasciamolo fare !”.
Madeleine Delbrêl
mistica francese, assistente sociale e poetessa
profilo a cura di marco stocchi
* LINK : SANTUARIO DI ALENÇON città dove ha vissuto la
famiglia Martin e città natale di Santa Teresa del Bambin Gesù. Dopo la morte
di Zelia si trasferiranno a Lisieux.
* LINK : SANTUARIO DI LISIEUX
* LINK : SANTUARIO DI LISIEUX
archivio/ofs
2012 - PRIMO CONGRESSO EUROPEO
DELL'OFS E GIFRA A LISIEUX
NEI GIORNI DELLA MEMORIA LITURGICA DI
LOUIS E ZELIA MARTIN
Il dinamismo evangelico di S. Teresa
del Bambin Gesù
esempio per la Gioventù Francescana
esempio per la Gioventù Francescana
Il ricordo di Zelia Guerin terziaria
francescana
Il primo Congresso Europeo dell’Ordine Francescano Secolare e della
Gioventù Francescana dell’Europa si è celebrato a Lisieux (Francia) dal 9 al 15
luglio 2012. Anche se la GiFra europea ha avuto in
passato cinque suoi Congressi, questa era la prima volta in cui si sono
incontrati in un Congresso Europeo i fratelli e le sorelle delle varie
Fraternità nazionali dell’OFS e della GiFra, insieme ai loro Assistenti
spirituali. Il tema scelto per questo primo Congresso era: “OFS e GiFra in
Europa: “Prendete il largo”, “Duc in altum”! (Lc 5,4).
La scelta di Lisieux non è stata casuale, infatti la Gioventù Francescana
di Europa confida di imitare il dinamismo evangelico di Teresa di Gesù Bambino,
co-patrona delle missioni, e di scoprire le somiglianze tra la dottrina del più
giovane Dottore della Chiesa e gli insegnamenti di San Francesco di Assisi.
L’altra ragione era la celebrazione della memoria liturgica dei Beati Louis e
Zélie Martin, i genitori di Santa Teresa, che viene celebrata nel giorno del
loro anniversario di matrimonio, il 12 luglio, e per ricordare che la mamma di
Santa Teresa, la beata Zélie Martin, era membro dell’Ordine Francescano
Secolare.
Dalle 34 Fraternità nazionali dell’OFS e delle 15 Fraternità nazionali
della GiFra esistenti in Europa al Congresso hanno partecipato i rappresentanti
provenienti da 25 paesi.
(foto e report nel sito dell' OFM continua )
Il Rev. P. Joseph Stephane-Piat, OFM, era un sacerdote e autore del XX secolo. Il suo La storia di una famiglia: la Casa di Santa Teresa di Lisieux in dettaglio le lotte ei trionfi della famiglia Martin, tra cui la vita di Luigi e Zelia Martin, così come gli altri parenti e fratelli di S. Teresa. Il lavoro è stato originariamente pubblicato a metà degli anni Quaranta da PJ Kennedy and Sons, New York. Il libro di padre Piat è stata anche stampato nel 1994 da Tan Books, avendo ricevuto il Nulla Osta e Imprimatur.