1 marzo
BEATO ANDREA DA TODI
confessore del III Ordine
✝1242
BEATO ANDREA DA TODI
confessore del III Ordine
✝1242
Martirologio Francescano: In Firenze, il beato Andrea da Todi, Confessore del Terz'Ordine, che fiorì per santità e miracoli (1242).
I
santi appartengono alla "memoria" della Chiesa, che ha innanzitutto
assimilato quella dell'Antico Testamento, condividendo con gli Ebrei il
ricordo e la celebrazione dei grandi profeti di Israele. A questi si
aggiunsero agli albori del Cristianesimo gli Apostoli e i martiri, ma in
primo luogo Maria di Nazareth, la madre di Gesù.
Già dal II secolo in Oriente e dal III in Occidente i cristiani si radunavano per la celebrazione dell'Eucarestia presso le tombe dei martiri più noti, onorandone le reliquie e le immagini. Per un moto spontaneo ai martiri vennero associati nel rispetto e nella devozione del popolo i cosiddetti "confessori", vale a dire coloro che professarono la fede con molto coraggio e ardente zelo, benché le circostanze non fossero state tali da indurli a darne testimonianza con la vita. All'inizio del V secolo la devozione per i santi era ormai profondamente radicata nella vita religiosa delle comunità cristiane. La libertà di culto aveva consentito di innalzare sulle loro tombe chiese e altari, dove venivano portati doni per onorarne la memoria. In questo stesso secolo andò precisandosi, come è attestato dalle iscrizioni, la distinzione tra "martire" e "santo" che, sul denominatore comune di una fede impeccabile, poneva la discriminante della morte cruenta. (Angela Cerinotti)
Da Atlante della storia della Ciesa. Santi e beati di ieri e di oggi, Ed. Demetra, Colognola ai colli (VR), 1999.
Già dal II secolo in Oriente e dal III in Occidente i cristiani si radunavano per la celebrazione dell'Eucarestia presso le tombe dei martiri più noti, onorandone le reliquie e le immagini. Per un moto spontaneo ai martiri vennero associati nel rispetto e nella devozione del popolo i cosiddetti "confessori", vale a dire coloro che professarono la fede con molto coraggio e ardente zelo, benché le circostanze non fossero state tali da indurli a darne testimonianza con la vita. All'inizio del V secolo la devozione per i santi era ormai profondamente radicata nella vita religiosa delle comunità cristiane. La libertà di culto aveva consentito di innalzare sulle loro tombe chiese e altari, dove venivano portati doni per onorarne la memoria. In questo stesso secolo andò precisandosi, come è attestato dalle iscrizioni, la distinzione tra "martire" e "santo" che, sul denominatore comune di una fede impeccabile, poneva la discriminante della morte cruenta. (Angela Cerinotti)
Da Atlante della storia della Ciesa. Santi e beati di ieri e di oggi, Ed. Demetra, Colognola ai colli (VR), 1999.