martedì 2 giugno 2020

PER CONOSCERE GIORGIO LA PIRA TERZIARIO FRANCESCANO


5 novembre

Venerabile 
GIORGIO LA PIRA
Terziario francescano e domenicano 
e dell'Istituto secolare dei Missionari della Regalità



Pozzallo, Ragusa, 9 gennaio 1904 - Firenze, 5 novembre 1977









per approfondirne la figura, sostenere la causa di beatificazione 







BIOGRAFIA




Giorgio La Pira: un cristiano che scelse di vivere in povertà tutti i suoi molteplici impegni di docente universitario, politico e sindaco di Firenze, confidando esclusivamente nella divina Provvidenza.
Nel 1925, dopo aver superato una forte crisi interiore, aderisce al Terzo Ordine francescano: avvenimento che egli ricorda come la sua Pasqua di conversione. Già iscritto al Terzo Ordine domenicano, dal 1928, farà anche parte dell'Istituto secolare dei Missionari della Regalità, fondato da fra Agostino Gemelli, OFM. Non deve stupire questa appartenenze a diverse associazioni cattoliche: prima del Concilio Vaticano II era consueto.

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Giorgio La Pira nasce in Sicilia, a Pozzallo, una cittadina di mare in provincia di Ragusa il 9 gennaio 1904 da Gaetano e Angela Occhipinti, primogenito di sei figli. Poi nel 1914 si trasferisce a Messina dove fa amicizia con Salvatore Quasimodo e Salvatore Pugliatti. Arriva a Firenze nel 1924 come studente di Diritto Romano, di cui successivamente diviene professore.


GIORGIO LA PIRA

Siciliano di nascita, elesse Firenze come sua città e centro delle sue molteplici attività culturali e politiche, di laico impegnato. Era prima di tutto uomo di preghiera. Chi l'ha conosciuto attesta che il Professore pregava e studiava dall'alba per l'intera mattinata; durante il resto della giornata si dedicava alla formazione dei giovani e alla carità verso i poveri delle periferie fiorentine. Diede vita all'Opera del pane di San Procolo, dove, ogni domenica, radunava i più poveri, offrendo loro la possibilità di condividere un pasto, di stare insieme e di partecipare alla santa Messa.
La storia lo consacra come un visionario, un mistico che ha dato alla politica il senso di missione: il suo motto era «Fare della fede la vita››. Fu grande uomo politico: fu eletto diverse volte deputato e sindaco di Firenze. Pur facendo parte di un partito, a lui non interessava l'attività politica per successo, ambizione o guadagno: riteneva il proprio impegno un modo efficace per fare del bene e servire il prossimo. Per lui essere in politica era una vocazione. Riferisce in una omelia il Cardinale Bettori che, all'amico Fanfani, spiegava così, in una lettera, la sua "strana" attività politica: "Vedi caro Amintore, io non sono un sindaco, come non sono un deputato o un sottosegretario. La mia vocazione è una sola, strutturale direi: pur con tutte le deficienze e le indegnità che si vuole, io sono, per la grazia del Signore, un testimone dell'Evangelo".
Fece parte dell'Assemblea Costituente della Repubblica (1946); da uomo di vasta cultura e retta moralità, diede un contributo decisivo alla stesura dei primi articoli della nostra Costituzione e si dimostrò apprezzato conciliatore tra i vari schieramenti. Nel 1948, nominato Sottosegretario al Lavoro nel governo De Gasperi, fu al fianco dei lavoratori nelle aspre vertenze sindacali del dopoguerra.

La Pira sindaco di Firenze
Come sindaco si impegnò a fare di Firenze una città a misura d'uomo. ll suo programma era costituito da pochi fondamentali punti: dare la possibilità a ogni cittadino di avere lavoro, casa, scuola, ospedale e chiesa.
Si batte per salvare la Pignone, conservando il posto a duemila operai; procurò lavoro a migliaia di disoccupati; requisì case e ville vuote in attesa che si edificassero nuove abitazioni; fece costruire due
nuovi rioni. Promosse Firenze oltre che come città d'arte, meta di turismo internazionale, anche come sede di un movimento culturale e politico perla pace e la civiltà umana e cristiana: «La città sopra il monte» (vedi video di presentazione pubblicato da questo sito).
Mentre altrove i regimi innalzavano muri di separazione, lui cercava in ogni modo di facilitare i contatti, il dialogo tra la gente: segno tangibile fu la realizzazione di nuovi ponti sull'Arno. Tutto ciò, come i più anziani ricordano, procurava stupore e disagio tra gli uomini di governo, che pure erano suoi amici ed estimatori; vi erano pure tanti sostenitori e coloro che incoraggiavano e aiutavano a realizzare il suo programma a favore della popolazione fiorentina, specie dei più bisognosi.

La Pira uomo di pace
Dal 1951 sentì ancora più forte la sua ispirazione a dedicarsi con particolare impegno a promuovere la pace nel mondo; il 6 gennaio di quell'anno, intervenne presso Stalin per sostenere la pace in Corea. Organizzò “Convegni per la pace e la civiltà cristiana" che si svolsero dal 1952 al 1956 con la partecipazione di uomini di cultura provenienti da tutto il mondo; dal 1958, si dedicò anche ai "Colloqui mediterranei" per la riconciliazione tra le religioni della «famiglia di Abramo». Nel 1959 si recò in Russia, creando un "ponte" di preghiera, unità e pace tra Oriente e Occidente: fu primo uomo politico occidentale a superare la «cortina di ferro››.
Fu sempre legato alle suore di clausura, informandole e coinvolgendole nelle sue molteplici iniziative attraverso la preghiera, che considerava anche come forza, la più grande, di efficacia storica e politica.

La Pira francescano
Per La Pira essere francescano significava, come lui stesso diceva: «Servizio agli altri». Spesso lo si incontrava nel piazzale della Verna o davanti alla basilica di San Francesco ad Assisi: conversava con tutti, specialmente con i giovani, che lo ascoltavano entusiasti. Colpiva il suo volto raggiante, il suo atteggiamento semplice, l'abbigliamento modesto: in lui si scorgeva un uomo diverso. I suoi gesti attiravano più delle parole: alla gente sembrava di incontrare un novello san Francesco.

Epilogo
Visse gli ultimi anni della sua vita fra i giovani, continuando a lavorare per la pace e l’unità dei popoli a tutti i livelli. 
Sorella morte lo raggiunse il 5 novembre 1977. Ai funerali erano presenti le più alte rappresentanze dello Stato, personalità provenienti da ogni parte del mondo, contagiate dal suo sogno di pacificazione universale. I fiorentini si riversarono in piazza e per le vie, specie la gente semplice e quella moltitudine di poveri da lui protetti e aiutati: tutti volevano ringraziare e salutare il loro «Sindaco santo››.





PREGHIERA DI GIORGIO LA PIRA

Signore mio Gesù Cristo, che morendo in croce, hai dato la vita al mondo, liberami, per questo sacrosanto Corpo e Sangue Tuo, da tutte le mie colpe e da tutti i mali. Fa' che io sia sempre fedele ai tuoi comandamenti, e non permettere che io mi allontani da Te. 

O buon Gesù, io Ti raccomando, tutti coloro che piangono e soffrono, a tutti quelli che fanno piangere e soffrire. Ti raccomando i fanciulli abbandonati, la gioventù nello scandalo e nel pericolo, la vecchiaia nel bisogno, tutti coloro che soffrono nella povertà. 

Ti raccomando chi piange la morte dei suoi cari, chi cerca lavoro e non lo trova, che soffre nella solitudine. Gli ammalati, gli handicappati, le vittime della droga e dell'alcool, i carcerati, i deportati, gli immigrati, gli oppressi, coloro che sono in guerra, i profughi.
confortali, O Signore, aiutali, benedicili. Ti raccomando la nostra terra. Ti raccomando il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, le Suore, i Missionari, le famiglie. Ti raccomando quelli che ancora non ti conoscono e tutti coloro che sono lontani dalla Chiesa. Forma, O Signore, un solo ovile, con un solo pastore. 


PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE DI GIORGIO LA PIRA



“O Dio, che concedesti al tuo servo Giorgio La Pira la grazia di amarti e di testimoniarti in modo ammirevole nella vita ecclesiale, culturale, sociale e politica del nostro tempo, concedici le grazie che ti domandiamo…; e fa’ che sia riconosciuta dalla Chiesa la sua santità, perché sia venerato dal popolo cristiano come ispiratore di carità, di giustizia e di pace. Amen”.