venerdì 4 settembre 2020

Il cattolicesimo coerente e attivo di Cesare Guasti

RISCOPERTE Pubblicati gli atti del convegno su Cesare Guasti protagonista dell’800 fiorentino che diresse l’Archivio di Stato, attivo anche alla Crusca e all’Opera di Santa Maria del Fiore. Padre di famiglia, fu tra i più noti intellettuali del suo tempo. Scrittore di fama, nel 1842 si fece terziario francescano, pubblicando nel 1844 la sua traduzione della Histoire de Saint François d'Assise (1182-1226) di Émile Chavin de Malan.

Il cattolicesimo coerente e attivo di Cesare Guasti


Ci sono personalità sulle quali si è indagato molto e che tuttavia non sono adeguatamente note al grande pubblico. È il caso del toscano Cesare Guasti, vissuto nel XIX secolo, uomo di vastissima erudizione e di profonda fede, al quale, nell’aprile del 2014, venne dedicata a Firenze una giornata di studio. Di tale convegno è stato pubblicato di recente, a cura di Lorenzo Fabbri, il volume degli atti ( Cesare Guasti: un protagonista della scena culturale fiorentina dell’Ottocento; Olschki, pagine 148, euro 28,00). 

Il testo, che accoglie sette interventi di altrettanti qualificati studiosi (Ceccuti, Fabbri, Fiorelli, Gurrieri, Pestelli, Sisi, Toccafondi), mira a mettere in luce alcuni aspetti della sua figura e della sua attività e, soprattutto, a rendere onore a uno dei maggiori esponenti che l’Opera di Santa Maria del Fiore, il celebre Duomo di Firenze, abbia annoverato nella sua storia lunga e gloriosa (non casualmente l’incontro fiorentino fu organizzato dall’Opera stessa). 

Si è accennato alla viva religiosità che fin dalla più tenera età rappresentò una componente essenziale dell’esistenza del Guasti. Era nato a Prato nel 1822 in una famiglia cattolica molto praticante: tre suoi zii erano preti, due sorelle si fecero suore ed egli studiò presso il famoso liceo Cicognini, fondato dai gesuiti e affidato al clero locale. Intorno ai vent’anni divenne terziario francescano e dopo il matrimonio, dal quale nacquero sei figli, guidò la famiglia secondo uno stile autenticamente evangelico, tanto che ci fu qualcuno che giunse a paragonare la sua casa a un convento. Politicamente viene considerato un cattolico liberale vicino alle posizioni di Gioberti, critico del potere temporale del Papato e fautore della conciliazione fra Stato e Chiesa. Si impegnò a fondo per riabilitare la figura del Savonarola, procurandosi per questo non poche contestazioni. Trasferitosi a Firenze nel 1850, vi rimase sino alla morte, che lo colse nel 1889.

Durante gli anni trascorsi nel capoluogo toscano ebbe modo di accrescere la sua straordinaria cultura e di occupare posizioni di sempre maggior rilievo, fino a diventare il direttore dell’Archivio di Stato, nella cui storia lasciò una traccia indelebile. Entrò a far parte dei più rilevanti circoli culturali fiorentini e si impegnò con particolare passione e dedizione nello studio di diverse discipline: dalle arti figurative alla letteratura alla storia. Oltre all’Archivio di Stato, due furono le sedi ove il Guasti ebbe modo di mostrare la sua notevole levatura di uomo colto e appassionato: l’Accademia della Crusca e la già ricordata Opera di Santa Maria del Fiore. Come ricorda il curatore del volume, Guasti fu un uomo caratterizzato da un rigore morale non comune, «le cui origini affondano in tutta evidenza nell’educazione familiare e nei fondamentali anni di formazione presso il Collegio Cicognini », ovvero, in ultima analisi, in un cattolicesimo vissuto coerentemente.

Maurizio Schoepflin

Fonte: AVVENIRE, 21 luglio 2020