Maria Luigia del Santissimo Sacramento
al secolo Maria Luigia Velotti
Terziaria francescana fondatrice delle Suore Adoratrici della Croce
Maria Luigia del Santissimo Sacramento (al secolo: Maria Velotti) nacque a Soccavo (Italia) il 16 novembre 1826. Rimasta orfana di entrambi i genitori all’età di quattro anni, venne accolta in casa di una zia, a Sirico, dove ricevette una educazione cristiana e un’elementare istruzione.A causa dell’invidia di alcuni parenti cominciò a essere maltrattata, finché una coppia di sposi senza figli, suoi vicini di casa, l’accolsero come una figlia. Nel 1853, dopo un intenso cammino spirituale, entrò nel Terz’Ordine Francescano, ricevendo l’abito e il nome di Maria Luigia Pascale del SS.mo Sacramento. L’anno successivo emise la professione religiosa e si ritirò in una casa di religiose nel quartiere Capodimonte di Napoli. Da questo momento visse particolari esperienze mistiche. Nel 1864 si trasferì presso le Suore Teresiane di Napoli, dove rimase quattro anni. Qui incontrò una ricca vedova, Eletta Albini, con la quale condivise un ideale di vita religiosa apostolica. Nel 1868, insieme ad altre giovani, diede inizio all’Istituto delle Adoratrici della Santa Croce. Dopo varie peregrinazioni, nel 1884, la Comunità trovò una casa a Casoria, dove si stabilì ed aprì anche una scuola per le ragazze esterne. In seguito alle malattie che l’accompagnarono per anni, la Serva di Dio morì a Casoria (Italia) il 3 settembre 1886.
Maria Luigia Velotti —
beatificata a
Napoli sabato 26
settembre 2020 — è una
singolare figura di quella
stagione di santità fiorita nel
corso dell’Ottocento nella Chiesa
di Napoli, a cui contribuì in maniera efficace azione pastorale
del venerabile cardinale Sisto Riario
Sforza, arcivescovo negli
anni 1845-1877. La vicenda umana della
nuova beata si dispiega
negli ambiti più
umili della scala sociale.
I casali di
Soccavo, Sirico di Nola, Capodimonte, Miano, e infine la
cittadina di Casoria,
furono le tappe che
segnarono la modesta
geografia della sua vita.
Mentre san Ludovico da
Casoria, che pure fu
suo confessore, coinvolgeva nella sua
vulcanica opera caritativa
i più noti personaggi del mondo culturale, politico ed
ecclesiale del suo
tempo e santa Caterina Volpicelli
si adoperava a
diffondere con ardore
l’Apostolato della preghiera
e la devozione
al Sacro Cuore
di Gesù a partire
dai più prestigiosi
salotti della borghesia napoletana,
Maria Luigia Velotti quasi
in punta di
piedi avviava la sua
opera di evangelizzazione e
di promozione umana
a favore delle
fanciulle e delle
donne del popolo,
dopo aver vissuto lunghi anni
ritirata dal mondo,
nella semplice condizione
di terziaria francescana.
Maria Velotti era nata a Soccavo, villaggio alle porte di Napoli, il 16 novembre 1826. All'età di quattro anni, orfana di entrambi i genitori, fu accolta dalla zia materna a Sirico di Nola. Qui trascorse un’infanzia felice, finché il germe dell’invidia non venne a deteriorare la convivenza. Parenti malevoli, temendo di essere privati dell’eredità, istigarono la zia, nubile e possidente, contro la nipote, dipinta come una ragazza fannullona e incapace. Alle proibizioni e alle angherie che ne seguirono, Maria rispose con atteggiamento umile e sottomesso, rifugiandosi nella preghiera. In questa via di umiltà e di sofferenza, privata una seconda volta degli affetti familiari, Maria progredì nel cammino di fede.
Risale al 1849 l’incontro col padre Filippo Antonio da Domicella, frate minore, che la orientò definitivamente verso la spiritualità francescana. Il 2 febbraio 1853 nel convento di San Giovanni in Palco a Taurano di Nola, la beata ricevette l’abito del terz’ordine francescano e assunse il nome di Maria Luigia Pascale del Santissimo Sacramento. L’anno successivo, professò la regola.
Già da tempo si era ritirata a vivere presso una coppia di anziani coniugi che la consideravano come una figlia. Nella loro casa, poteva adempiere tranquillamente le pratiche di pietà, vivendo nella forma allora abituale nel Meridione d’Italia, della monaca di casa.
A partire dal mese di luglio 1854 ebbe inizio una nuova tappa della sua vita, contraddistinta dall'esperienza comunitaria. Su consiglio del confessore, l’umile terziaria di Sirico chiese di essere accolta nel "ritiro" fondato a Capodimonte da Maria Michela Russo. Poi dal 1864 passò nel “conservatorio” delle Teresiane della Torre, alla salita San Raffaele di Materdei in Napoli, dove stette due anni. Queste forme di vita religiosa, ancora molto diffuse nell'Ottocento, furono il mezzo con cui il Signore andò preparandola a quello che sarebbe stato il suo compito di fondatrice di una nuova comunità francescana. Infatti Maria Luigia, oltre l’intensa vita di preghiera, avvertiva il bisogno di aprirsi a una dimensione apostolica più attiva, per rispondere efficacemente alle emergenze sociali del suo tempo.
Con la sua prima compagna, Elisabetta Albini, che aveva conosciuto presso le Teresiane, nel 1868 Maria Luigia si trasferì nel casale di Miano, nelle vicinanze del convento dei Frati minori. Qui, sotto la guida del venerabile padre Michelangelo da Marigliano, le due donne svilupparono un umile ma intenso apostolato tra la popolazione. Intorno al 1870, ritornarono a Napoli dove presero in affitto una casa nel quartiere di Materdei per iniziare ad accogliere bambine orfane, bisognose di assistenza. Fu questo il periodo in cui si intensificarono i rapporti spirituali con san Ludovico da Casoria, che spesso celebrava la messa per la piccola comunità.
Col
tempo il raggio
d’azione di Maria Luigia
si estese anche
a ragazze e a donne desiderose
di vivere ritirate
dal mondo. Con l’arrivo
di nuove vocazioni,in
questo contesto spirituale
e apostolico, negli anni
1877-1879 nacquero le
suore Francescane adoratrici della
Santa Croce. Il venerabile
Bernardino da Portogruaro, ministro generale
dei Frati minori,
in visita a
Napoli, conobbe personalmente la madre
Maria Luigia, ne
divenne un sincero
estimatore, incoraggiò gli
umili inizi della fondazione,
riconoscendovi il dito di Dio
e l’autentica matrice francescana.
Con la scelta del
titolo dell’istituto la
fondatrice intendeva esprimere
la sua speciale
devozione alla passione
del Signore e
l’ideale di onorare
la Croce con
una perfetta donazione di
carità. La spiritualità
della beata affonda infatti
nella più genuina scuola francescana
dove la contemplazione affettiva trova
il suo principale
riferimento nel libro della
Croce. Fin da
giovane madre Maria
Luigia fu peraltro
favorita da singolari doni mistici che la resero partecipe dei
dolori della passione di
Gesù. Inoltre si manifestarono in lei estasi, bilocazioni, scrutazione
dei cuori, guarigioni,
carismi che seppe
custodire nell'umiltà e nel nascondimento, senza
suscitare clamore.
Madre Maria
Luigia fu una
donna del popolo sempre
attenta ai bisogni
degli ultimi. La
sua specifica missione,
dal momento che
non poteva attendere
ad attività esterne
perché malata nel
fisico, fu quella di
attendere all’accoglienza di
numerose persone che
quotidianamente le facevano
visita per ottenere
guida, conforto e sostegno
spirituale. Benché illetterata,
la beata fu amabile
consigliera capace di dispensare a
tutti con semplicità
la sapienza evangelica che
apprendeva
all’incessante contemplazione
del mistero della
Croce.
Nel 1884 madre
Maria Luigia stabilì
la sede del suo
istituto a Casoria,
in quello che fu
detto il “ritiro
di Santa Maria”, adiacente la casa natale di padre Ludovico da Casoria.
Di lì a
poco anche santa
Maria Cristina Brando
e santa Giulia
Salzano, che pure
conobbero e frequentarono
la beata, eleggevano la
cittadina campana a centro di
irradiazione delle loro opere.
Intanto le sue
condizioni di salute
— che fin dal
1880 la costringevano
alla sedia —
si aggravarono. Nella serena
attesa dell’incontro con il
Signore, madre Maria
Luigia si spense il
mattino del 3
settembre 1886.
La sua memoria restò in benedizione per cui nel 1927 si avviò presso la curia ecclesiastica di Napoli il processo informativo per la sua beatificazione. La serva di Dio fu dichiarata venerabile il 21 gennaio 2016.