sabato 17 ottobre 2020

conoscere il B. PIETRO PETTINAIO del terz'ordine di s. francesco / francescano secolare


4 dicembre
Beato
PIETRO DA SIENA
detto PETTINAIO
del Terz'Ordine di San Francesco
francescano secolare



Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Beato Pietro Pettinaio, 1445-46,
Sagrestia Vecchia di Santa Maria della Scala di Siena




Campi, primi decenni del '200 – Siena4 dicembre 1289


Su questo santo penitente esistono scarne, ma sicure notizie. Al suo tempo, era una figura notissima non solo a Siena, ma anche a Firenze, tanto che Dante lo ricorda nel canto XIII del purgatorio, perché con le sue preghiere avrebbe ottenuto la riduzione della pena del purgatorio alla nobildonna senese Sapia dei Tolomei. Lo cita anche il frate minore "spirituale" Ubertino da Casale nel secolo XIV, nella sua opera principale Arbor vitae crucifixae Domini ]esu, qualificandolo come suo maestro spirituale. Il suo nome si trova citato in vari documenti dell’archivio del Comune di Siena, dal 1258 in poi, e in tutti e messa in risalto la grande stima di cui godeva per la santità della vita e per l'incessante carità profusa verso il prossimo. La fonte principale per la vita di Pietro è una biografia scritta nel 1330 dal frate minore senese Pietro da Monterone, che l'aveva conosciuto personalmente.
Nacque a Campi, una dozzina di chilometri da Siena, alla fine del secolo XII. Era di temperamento allegro e ottimista e da ragazzo fu avviato all’attività di fabbricante di pettini, di varie dimensioni e per usi diversi, nella bottega cli un artigiano di Siena. Di qui il soprannome "pettinaio". Il proprietario gli si affezionò cosi tanto che gli diede in sposa la sua unica figlia e gli lasciò in eredita tutti i suoi beni. La coppia non ebbe figli e i due coniugi decisero, di comune accordo, di vivere in castità e di dedicarsi ad aiutare poveri, malati e carcerati.
A questo scopo, Pietro vendette la sua vigna e, alla morte della moglie, anche la casa, distribuì ai poveri (in particolare ai benestanti finiti in miseria e ai carcerati) il ricavato e andò ad abitare in una casetta vicina al convento dei frati minori. Partecipava alla preghiera dei frati, visitava e curava gli ammalati all’Ospedale di Santa Maria della Scala. Entrò nella vivace Fraternità di penitenti francescani del- la citta, divenendone l’esponente più illustre. Godeva di grande stima presso la cittadinanza, tanto che gli furono affidati diversi incarichi di fiducia. Gli fu chiesto di fare da tramite tra il Comune e alcuni cittadini insolventi delle tasse; nel 1282 lo incaricarono di scegliere cinque prigionieri da liberare in occasione di una festa della Madonna; nel 1286, in occasione di una carestia, fu incaricato, insieme con un altro penitente, di distribuire ai più indigenti una somma di denaro messa- gli a disposizione dal Comune. 
A lui si rivolsero gli esuli ghibellini, affinché ottenesse loro il permesso di ritornare in città. Nell’ultima parte della vita, Pietro intensificò il ritiro, la preghiera e la contemplazione, e sarà soprannominato anche "Tecelano" (santo del silenzio). Per questo e stato spesso raffigurato con un dito sulle labbra. Pu accolto nel convento dei frati minori i quali, per il suo equilibrio e per la profonda esperienza spirituale, mandavano da lui i novizi: egli sapeva coglierne difficoltà e tentazioni, rasserenandoli con la sua amabilità. Morì serenamente in quel convento il 5 dicembre 1289, nella cui chiesa fu sepolto con grandissimo afflusso di fedeli.
L’artistico sepolcro realizzato su commissione del Comune nella chiesa di san Francesco andò distrutto da un incendio nel 1655. Nel 1328 il Comune lo riconobbe come uno dei protettori della città e ne fissò la festa al 4 dicembre. La diffusione del culto del beato Pietro in Toscana é attestata anche da numerose "Laude" composte in suo onore nel secolo XIV, culto che fu confermato ufficialmente da Pio VII nel 1802. (Antonio Fregona, (1))



Martirologio Romano: A Siena, beato Pietro Pettinaio, religioso del Terz’Ordine di San Francesco, insigne per la particolare carità verso i bisognosi e gli infermi e per la sua vita di umiltà e silenzio.

Martirologio Francescano: In Siena, nella Toscana, il Beato Pietro da Siena, detto "Pettinaio", Confessore del Terz'Ordine, insigne per virtù e pel dono della profezia, la cui santità fu conosciuta dal Sommo Pontefice Pio II e la cui festa, per concessione del Papa Pio VII, si celebra con l'Ufficio e con la Messa (1289).


 ICONOGRAFIA


Tra le sue mancanze spirituali, sencondo il beato Pietro, vi era la loquacità,
e ci vollero quattordici anni di duro lavoro per ridurla e raggiungere l'attitudine al silenzio
che desiderava. Sarà soprannominato anche "Tecelano" (santo del silenzio)
e raffigurato nel portare la mano alla bocca facendo segno al silenzio.



NELLA DIVINA COMMEDIA
DEL TERZIARIO DANTE ALIGHIERI


Viene citato nella Divina Commedia da Sapìa Salvani, che nel tredicesimo canto del Purgatorio afferma di esser stata aiutata dalle sante orazioni di Pier Pettinaio:

«...e ancor non sarebbe
lo mio dover per penitenza scemo
se ciò non fosse, ch'a memoria m'ebbe
Pier Pettinaio in sue sante orazioni,
a cui di me per caritate increbbe.»

(Purgatorio XIII, 125-129)
fonte: wikipedia

(1) Antonio Fregona, L'Ordine Francescano Secolare. Storia, legislazione, spiritualità, collana TAU 3, Imprimenda, Padova, 2007.