2 novembre
Beata
MARGHERITA DI LORENA
MARGHERITA DI LORENA
vedova
Terziaria francescana
poi Clarissa
Vaduémont 1463 - Argentan 2 novembre 1521
Margherita, la nipote prediletta di re Renato di Sicilia, duca d'Angiò e di Lorena, nasce a Vaudémont nel 1463. Giovanissima, sposa Renato, duca d'Alençon. La vita dei due è messa a dura prova dai disastri provocati dalla guerra dei cent'anni. Per Beatrice è dramma quando Renato muore nel 1492, lasciandola sola con tre figli ancora piccoli. A loro si dedica facendone dei giovani ben educati e pronti a spiccare il volo. Convolati i tre a ricche nozze, Margherita distribuisce i suoi beni ai poveri e alla Chiesa, mantenendo per sé quanto serve per un modesto sostentamento, e si ritira nel castello di Essai, dove si sottopone alle più crude penitenze, tanto da indurre il vescovo a consigliarle moderazione. Si dedica allora a curare gli ammalati. Intanto matura una vocazione più specifica alla vita religiosa, che realizza entrando tra le clarisse di Argentan, con le quali condivide la vita di austerità e di amore. Colpita da grave malattia, muore la sera del giorno dei defunti, nel 1521. (Bibbia Francescana)
Martirologio Romano: A Mortagne nella Normandia, beata Margherita di Lorena, che, un tempo duchessa di Alençon, rimasta vedova, professò l’obbedienza alla vita regolare nel monastero di Clarisse da lei stessa fatto costruire.
Martirologio Francescano: In Argentan, nella diocesi di Séez, in Francia, la Beata Margherita di Lorena, Vedova, duchessa di Alençon, del Secondo Ordine, illustre per ammirabili virtù di cui diede prova nell'amministrazione del suo principato e in ogni stato di vita. Il Papa Benedetto XV ne approvò il culto immemorabile.
Martirologio Francescano: In Argentan, nella diocesi di Séez, in Francia, la Beata Margherita di Lorena, Vedova, duchessa di Alençon, del Secondo Ordine, illustre per ammirabili virtù di cui diede prova nell'amministrazione del suo principato e in ogni stato di vita. Il Papa Benedetto XV ne approvò il culto immemorabile.
La Beata Margherita di Lorena, duchessa di Alençon, nacque nel 1463 a Vaduémont in Francia. Venne allevata alla corte del buon Re Renato di Avignone e ricevette la sua educazione sul testo della "Leggenda aurea" di Jacopo da Varagine e altre vita dei Santi, traendone un tal profitto spirituale che a dieci anni sognava di diventare eremita. Nel 148 quando ritornò in Lorena, sua cognata si assunse l'incarico di continuare la sua educazione in modo altrettanto pio.
A dieci anni, durante una passeggiata nel bosco, la nipotina del Re Renato di Sicilia, Duca d'Angiò e di Lorena, si nascose con alcune coetanee, destando apprensione tra le persone del seguito. Ritrovata prima di notte, confessò di aver voluto darsi alla vita eremitica.
Non furono molti a stupirsi, sapendo come il nonno facesse leggere alla bambina le Vite dei Padri del deserto e come il buon Sovrano angioino non si mostrasse né sorpreso né contrariato notando questa precoce vocazione all'ascetismo nella sua nipotina prediletta.
Nata nel 1463, Margherita era ancora adolescente quando il nonno morì. Tornata in Lorena , qualche anno dopo sposò il Duca d'Alençon, che si chiamava anch'egli Renato. Ma la vita dei due sposi non fu facile, perché i disastri della Guerra dei Cent'Anni angustiavano il piccolo Ducato. E peggio fu quando Renato d'Alençon morì, nel 1492, lasciando Margherita vedova a 32 anni, con tre figli ancora bambini.
Da allora, la vita della donna forte fu dedicata all'educazione dei tre orfani, che i parenti avrebbero voluto sottrarre alla sua tutela, e che ella invece seppe far crescere tra i più promettenti e ammirati giovani di sangue reale, e finalmente sposare con ottimi matrimoni.
Una volta libera dall'impegno dei figli, Margherita di Lorena volle anche liberarsi dal peso del ducato, portato con scrupolosa abnegazione durante 22 anni di vedovanza. Dei suoi beni personali fece tre parti: una destinata ai poveri, l'altra alla Chiesa, la terza al proprio sostentamento. Poi si ritirò nel castello di Essai, che divenne un vero monastero laico, in stretto contatto con le Clarisse di Alençon.
Il Vescovo della Diocesi dovette invitare la Duchessa a moderare il proprio zelo ascetico, che la portava non solo a trascorrere notti quasi insonni, in preghiera, a indossare cilici, a digiunare a lungo, ma anche a disciplinarsi con estremo rigore per provare, com'ella stessa soleva dire, "qualcosa della Passione di Gesù".
Cedendo alle esortazioni del prelato, Margherita di Lorena accettò di mutare metodo: prese a curare le piaghe degli ammalati, presso un dispensario da lei aperto a Mortagne.
Finalmente, la vocazione religiosa della nipotina del buon Re Renato poté essere coronata nel modo più completo e anche più austero, quando Margherita entrò tra le povere Clarisse di Argentan, accettando di condividere la durissima vita delle figlie di Santa Chiara, che oggi la onorano come una loro Beata.
Dopo due anni, la Duchessa si ammalò. A chi le proponeva un cambiamento d'aria, rispose che era necessario obbedire alla Regola, ma non era necessario vivere. Infatti non visse a lungo, e si preparò alla morte rimettendosi completamente nelle mani della Madre Superiora, perché questa la rimettesse a sua volta nelle mani del Salvatore.
Morì da vera clarissa, la sera del giorno dei defunti, nel 1521. Sul petto le fu trovata una croce di ferro, con tre punte che penetravano nella carne della Duchessa di Lorena, nipotina preferita del Re Renato d'Angiò.
Piero Bargellini
Fonte: Piero Bargellini, Mille Santi del giorno, Vallecchi ed., Fi, 1977
PREGHIERA
hai dato alla tua Chiesa un esempio di carità verso i poveri
e di distacco dai beni della terra,
per sua intercessione fa' che anche noi esprimiamo,
nel rapporto con i nostri fratelli,
l'immagine viva della tua bontà.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
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