venerdì 22 maggio 2020

PER CONOSCERE LA VEN. CONCETTA BERTOLI TERZIARIA FRANCESCANA



11 marzo
Venerabile
CONCETTA BERTOLI
Francescana secolare




Mereto di Tomba (Udine), 14 aprile 1908 - 11 marzo 1956
 








"Non ho abbastanza fiato per ringraziare il Signore di avermi messo in questa condizione". "Sto tanto bene nel mio lettuccio. Il Signore affida a tutti un posto. A me ha dato questo e sono contenta". "Io sono missionaria del dolore". A parlare così è una terziaria francescana, Concetta Bertoli, nata a Mereto di Tomba (Udine), il 14 aprile 1908. Verso il Natale del 1924, a sedici anni, iniziò la sua tremenda malattia, la sua salita al Calvario: artrite deformante poliarticolare. Nel 1930, il corpo era completamente immobilizzato e la bocca ermeticamente chiusa.
Inizialmente stenta a rassegnarsi all'immobilità forzata. In seguito, aiutata da santi sacerdoti, arriva ad accettare la grave infermità, impegnandosi ad offrire le proprie sofferenze per la Chiesa, la santificazione dei sacerdoti e la conversione dei peccatori.
Suo immenso dolore era il non poter comunicarsi. Nel 1938, pellegrinò a Lourdes e chiese la grazia di tutto soffrire con pazienza e la grazia di poter ricevere Gesù Eucaristia; fu esaudita e, da allora, sempre si comunicò con ineffabile gioia. Nel 1940, a 32 anni, ebbe inizio la sua cecità, che divenne totale nel 1947. Il 7 agosto dello stesso anno entra a far parte dell'Ordine Francescano Secolare, imparando da S. Francesco la perfetta letizia sulla croce.
Il 24 dicembre 1949, con una messa celebrata nella cameretta, festeggiò le nozze d’argento della sua crocifissione. Pellegrina a Loreto nel 1951, desiderò di vedere la Madonna e la sua Santa Casa: fu esaudita e ritornò cieca.
La sera dell’11 marzo1956, a 48 anni Concetta lasciò sull’umile lettuccio il povero corpo, che era stato crocifisso per 31 anni di malattia e per 26 anni di immobilità.







Ecco un'altra di quelle figure umane che della sofferenza patita nel proprio corpo, ne fecero motivo di elevazione spirituale, docile rassegnazione, offerta come vittima per i sacerdoti, i missionari, i peccatori.
Concetta' Bertoli nacque a Mereto di Tomba, in diocesi e provincia di Udine, il 14 aprile 1908, da una famiglia povera e ricca di religiosità. A soli 20 mesi perdette la mamma e di lei si occupò la sorella Maria. Frequentate le prime tre classi della scuola elementare, cominciò a lavorare in casa e nei campi. Era una ragazza buona, di carattere vivace e allegro. Partecipava alla Messa, alle funzioni della domenica e alle attività parrocchiali.
Nel 1923 si iscrisse nell'Azione Cattolica, ma nell'anno successivo la lasciò, non avendo ancora compreso bene il disegno di Dio su di lei.
All'età di 16 anni, mentre si recava in chiesa per la Messa del Natale del 1924, accusò un forte dolore al piede. Nei primi mesi successivi i dolori si diffusero anche alle mani. Dopo inutili tentativi di cura, fu diagnosticato un male incurabile e progressivo: artrite nervosa deformante poliarticolare reumatica. All' inizio della malattia Concetta fece fatica a rassegnarsi all' immobilità forzata. In seguito, con l' aiuto dei propri parroci imparò ad accettare la grave infermità con cristiana rassegnazione, impegnandosi ad offrire le proprie sofferenze per la Chiesa, per la santificazione dei sacerdoti e per la conversione dei peccatori.
Rientrata nell' Azione Cattolica, cominciò a fare apostolato verso quanti andavano a visitarla. Per rendersi conto del cammino spirituale di Concetta e del miracolo operato dalla Grazia nella sua vita, basta considerare il suo carattere e riflettere sul punto di partenza su quello di arrivo: contrastra la sua vitalità di spirito e lo sfacelo del suo corpo. Da una reazione di ribellione e di disperazione, passa all'accettazione totale e gioiosa del suo posto di dolore e di sofferenza nel desiderio di santificarsi e di cooperare alla salvezza delle anime. 
Dal 1935 la sua situazione peggiorò: le mandibole, ermeticamente bloccate, non le consentivano più di ricevere la S. Comunione. Poteva alimentarsi solo con liquidi che passavano tra le fessure dei denti e non era più in grado di muovere la testa, le braccia, le mani, le gambe.
Il 19 luglio1938 partecipò ad un pellegrinaggio a Lourdes organizzato dall' UNITALSI. Non chiese la guarigione ma solo di poter accettare nel migliore dei modi la sua condizione e di ricevere la Comunione. Fu esaudita.
Il 7 agosto 1941 entrò a far parte dell' Ordine Francescano Secolare, sostenuta dai frati cappuccini di Udine. Così Concetta trovò in Francesco d' Assisi un modello concreto per abbracciare con amore la croce di Gesù.
Nel frattempo anche la vista e l' udito cominciarono progressivamente a diminuire. Nel Natale 1949 volle festeggiare il venticinquesimo di nozze con la sua malattia: nella sua cameretta fu celebrata la Santa Messa durante la quale Concetta fece la Comunione.
Nel 1951 fu portata, sempre dai fratelli dell' UNITALSI, a Loreto e nonostante fosse ormai completamente cieca, poté descrivere la basilica, la Santa Casa e la immagine della Madonna. Della propria cecità commentava: “Ho perduto la vista degli occhi, ma ho l'occhio della fede”
Consumata dai dolori, la sera del 11 marzo 1956 Concetta entrava nella casa del Padre. Aveva vissuto
31 anni di malattia, 26 di completa immobilità e 5 anche di completa cecità.
Concetta, con S. Paolo (Gal 2,20) ha potuto affermare, con il suo modo di vivere, "Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me". In lei ha vissuto il Cristo offerto al Padre, il Cristo offerto in sacrificio d'amore. In lei Cristo ha pregato, in lei Gesù ha amato, ha servito, si è rivelato a tanti che per svariati motivi andavano a trovarla.
Il suo funerale fu una festa. I suoi restimortali riposano nella chiesa parrocchiale di Mereto di Tomba. Il processo di canonizzazione, iniziato il 13 gennaio 1969, si è concluso il 24 aprile 2001 con il riconoscimento delle virtù vissute in modo eroico. (R.R.)






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causa

A Udine, il 13 gennaio 1969, ebbe inizio il processo informativo per la sua Beatificazione, che si concluse il 14 novembre 1971.
Il 24 aprile 2001, il S. Padre ha riconosciuto l’eroicità delle sue virtù per cui d’ora innanzi è Venerabile, basta un solo miracolo perché sia dichiarata Beata: chiediamolo insieme per sua intercessione.


PREGHIERA

Per ottenere grazie e la glorificazione della
Venerabile Concetta Bertoli

Santissima Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo,
sempre ammirabile nei tuoi Santi
che li esalti in Cielo,
ascolta la preghiera che ti innalziamo
perché la tua Serva fedele Concetta Bertoli
che accettò la lunga e dolorosa infermità
con pazienza, serenità e gioia,
offrendosi vittima per i sacerdoti,
i missionari e i peccatori,
sia glorificata qui in terra ,
come la riteniamo glorificata già in Cielo;
e per la sua intercessione concedici la grazia….
Che umilmente imploriamo.

Gloria al Padre, al Figlio, e allo Spirito Santo,
Come era in principio, ora e sempre. Amen.


CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA



Concetta trovò in Francesco d' Assisi un modello concreto
per abbracciare con amore la croce di Gesù.



Fr. Aurelio Blasotti
vice postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione della venerabile Concetta Bertoli, ai microfoni di Tele Radio Padre Pio presentò la sua figura e la sua santità: “capì il dolore, l’accettò in pieno ne chiese dell’altro, l’offrì in preparazione e così si autodefinì: “Io sono missionaria del dolore. Il suo esempio – ha detto Padre Aurelio – aiuterà a credere in Cristo che resta sempre sulla croce e a seguirlo portando la propria”.

Fr. Aurelio l'aprile scorso per complicanze da coronavirus è salito alla casa del Padre. Ora ha raggiunto la sua Concetta cui tanto tempo si è prodigato in vita per vederla salire agli onori degli altari su questa terra. Una prece.
In suo ricordo segnaliamo una sua intervista