mercoledì 10 giugno 2020

PER CONOSCERE BARTOLOMEA CAPITANIO Terziaria francescana, cofondatrice delle Suore di Maria Bambina


 26 Luglio
Santa
BARTOLOMEA CAPITANIO

vergine, cofondatrice delle Suore di Maria Bambina
con Santa Vincenza Gerosa
Francescana secolare


Lovere, Bergamo, 13 gennaio 1807 - 26 luglio 1833









Martirologio Romano: A Lovere in Lombardia, santa Bartolomea Capitanio, vergine, che insieme a santa Vincenza Gerosa fondò l’Istituto delle Suore della Carità di Maria Bambina e morì a ventisette anni, consunta dalla tisi, ma ancor più divorata dalla carità.







Bartolomea Capitanio nacque il 13 gennaio 1807a Lovere sul lago d'Iseo (provincia di Bergamo e diocesi di Brescia) in una famiglia benestante. A undici anni, per portare a termine la sua educazione, fu affidata alle clarisse, ritornate in paese dopo la parentesi dell'occupazione francese. Presso questo istituto conseguì, nel 1822, il diploma di maestra e ivi rimase, nei due anni successivi, come insegnante elementare, sicuramente attratta, almeno in un primo tempo, dall'idea di entrare in clausura. Ma, sensibile all'atmosfera della Restaurazione, che spingeva a una militanza attiva in difesa di una religione minacciata dall'ondata di secolarizzazione di origine illuministica, preferì uscire dal monastero per iniziare a svolgere un apostolato sociale.
Nel 1824, tornata in famiglia, aprì una scuola per bambine povere in casa propria, cercando di elaborare un metodo didattico che consentisse un insegnamento al tempo stesso scolastico e spirituale. La sua decisione di vivere al di fuori di un monastero la portò a progettare nuove forme di vita religiosa, più consone ai tempi così mutati: il primo frutto di questo suo lavoro fu un regolamento di vita spirituale, scritto per sé e finalizzato soprattutto a conciliare la sua vocazione spirituale e assistenziale con la partecipazione alla vita familiare. Il voto di obbedienza al padre, da lei scelto come momento di pratica spirituale, faceva della necessità di lavorare nella bottega familiare un compito non estraneo alla sua vocazione.
Particolarmente sensibile al disorientamento della gioventù, per cui non era facile, dopo gli anni rivoluzionari, avvicinarsi alla religione, fondò un oratorio e una congregazione, dedicata a Maria Bambina, che dovevano fornire ai giovani del paese occasioni di incontro in un clima religioso.
In questi anni di difficile definizione della sua vocazione trovò un solido sostegno nel parroco del paese, don Angelo Bosio, che la mise in contatto con una giovane compaesana altrettanto impegnata in attività caritative, Caterina Gerosa (che più tardi da religiosa prenderà il nome di Vincenza). Bartolomea collaborò così alla fondazione di un ospedale per i poveri che Caterina Gerosa finanziò con un lascito familiare, e vi svolse funzioni di direttrice e di economa.
Il suo progetto di fondare un istituto adeguato al bisogno «grande ed estremo›› dei suoi tempi si faceva frattanto sempre più concreto, nonostante le difficoltà materiali poste dalla famiglia e dalla comunità a trovare i fondi necessari e una sede. Nel 1829 elaborò una nuova regola spirituale, a cui aderì anche Caterina Gerosa. Nel 1832, infine, comperarono un edificio in abbandono, appartenuto alla nobile famiglia Gaia, situato accanto all'ospedale, e il 21 novembre dello stesso anno, alla presenza del parroco Bosio e delle due fondatrici, fu eretto l'istituto che offriva scuola gratuita per le figlie del popolo, orfanotrofio, pie unioni e assistenza degli infermi.
Nel 1833 le due fondatrici si unirono in una società legale, riconosciuta dal governo austriaco. Più difficile invece fu ottenere il consenso dell”istituzione ecclesiastica, nonostante le fatiche di don Bosio, tanto che le regole scritte da Bartolomea non poterono essere adottate, ma dovettero essere sostituite, per sette anni, da quelle di un istituto già riconosciuto e operante, quello di Giovanna Antida Thouret.
Bartolomea morì il 26 luglio 1833, dopo soli otto mesi dall'inizio dell'attività dell'istituto, la cui vita continuò con successo grazie a Caterina Gerosa. La sua figura, sempre ricordata negli anni dalle consorelle, che poi adottarono definitivamente la regola da lei scritta, non fu dimenticata. Alla sua intensa spiritualità, testimoniata da un ricco epistolario e dalle numerose versioni del regolamento e dai metodi di vita religiosa, da lei studiati con passione e fondati sulla carità, si deve la creazione e la durata nel tempo dell'istituto delle suore della Carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, dette suore di Maria Bambina, che ora conta oltre 10.000 religiose distribuite in più di 700 case.
Bartolomea Capitanio fu dichiarata venerabile l'8 marzo 1866 da Pio IX, fu beatificata il 30 maggio 1926 da Pio XI e canonizzata il 18 maggio 1950 da Pio XII. La sua festa si celebra il 26 luglio.
Lucetta Scaraffia (1)







Effige in cera di Maria SS. Bambina conservata nel convento di Milano.





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(1) Il grande libro dei Santi, Diz. Enc. diretto da C. Leonardi - A. Riccardi - G. Zarri, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1998.