mercoledì 18 giugno 2025

PER CONOSCERE I CONIUGI LUIGI E MARIA LUISA BELTRAME QUATTROCCHI - Terziari Francescani


26 agosto  -  9 novembre


Beati
LUIGI E MARIA BELTRAME QUATTROCCHI

Francescani secolari







Catania, 12 gennaio 1880 - Roma, 9 novembre 1951
Firenze, 24 giugno 1884 - Serravalle (AR), 26 agosto 1965


Luigi Beltrame nacque a Catania il 12 gennaio 1880. Trasferitosi a Roma compì gli studi universitari, laureandosi in Giurisprudenza. Qui conobbe la giovane Maria Luisa Corsini, nata a Firenze il 24 giugno 1884, sua futura moglie. 

Luigi fu un padre autorevole, diligente, dedito al lavoro, di grande rettitudine morale, proteso a garantire la sicurezza e la stabilità della famiglia. Intraprese la professione di Avvocato generale dello Stato. Svolse il suo apostolato fra gli ammalati come barelliere nei pellegrinaggi; tra gli Scout; tra i poveri, interessandosi di quelli più emarginati delle borgate della Capitale. Concluse la sua vita a Roma, il 9 novembre 1951.

Maria Luisa Corsini, donna dal cuore amabile e dallo spirito audace, si dedicò alla cura della famiglia, ad un intenso cammino spirituale ed apostolico, alla formazione educativa delle giovani generazioni, specialmente attraverso la pubblicazione di opere a carattere pedagogico. Fu infermiera volontaria della Croce Rossa assistendo terremotati e feriti dei durante i due conflilitti mondiali. Con il marito Luigi e i figli aiutò numerosi militari, dissidenti politici ed ebrei a salvarsi dalla persecuzione. S'impegnò anche come assistente infermiera degli ammalati pellegrini a Lourdes e Loreto, animatrice in gruppi biblici e in diversi movimenti di impegno cristiano. Fu dedita all'accompagnamento dei fidanzati al matrimonio e alla cura della crescita umana e spirituale delle famiglie. Tracciò il programma di santità di tutta la famiglia nell'espressione "Fiat - Adveniat - Magnificat". Si spense a Serravalle di Bibbiena (AR), il 26 agosto 1965.

Sostenendosi reciprocamente con il loro amore, Luigi e Maria vissero un'esistenza d'intensa fede, tenendo alta la verità del Vangelo, e di generosa carità attingendola dal Cuore del Salvatore e riversandola nella famiglia e nella società. Questo essi testimoniarono ai loro figli che chiamati al servizio della Chiesa e del mondo nella vita sacerdotale, religiosa e laicale continuarono a difendere il carisma dei genitori. 

Il Sommo Pontefice S. Giovanni Paolo II, li elevò agli onori degli altari - come prima coppia nella storia della Chiesa Cattolica - beatificandoli in Piazza San Pietro il 21 ottobre 2001, nel XX anniversario dell'Esortazione Apostolica Familiaris CosortioIn quell’occasione, per la prima volta nella storia della Chiesa abbiamo visto elevata alla gloria degli altari una coppia di sposi, beati non “malgrado” il matrimonio, ma proprio in virtù di esso.


Martirologio Romano:
26 agosto: A Roma, beata Maria Beltrame Quattrocchi, che, madre di famiglia, visse con suo marito una vita di profonda e lieta comunione di fede e di carità verso il prossimo, illuminando con la luce di Cristo la famiglia e la società.
9 novembre: A Roma, beato Luigi Beltrame Quattrocchi, che, padre di famiglia, nelle faccende pubbliche come in quelle private osservò i comandamenti di Cristo e li proclamò con diligenza e probità di vita.

La diocesi di Roma li commemora il 25 novembre, anniversario del loro matrimonio.


CAUSA
La causa di beatificazione di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi viene aperta il 25 novembre 1994, mentre il 21 ottobre 2001 Giovanni Paolo II innalza la coppia agli onori degli altari. Il 28 ottobre 2001 i corpi dei coniugi vengono trasferiti nella loro cripta presente nel Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma.
Il miracolo che ha consentito la loro beatificazione riguarda Gilberto Grossi, colpito da una malattia invalidante fino dall'età di dieci anni; fra l'incredulità dei medici, nonostante la malattia rimanga in tutta la sua gravità, conosce una completa remissione dei sintomi, grazie all'intercessione dei Beati, e può realizzare il suo sogno: diviene neurochirurgo, si sposa e conduce una vita normale.

Postulatore : P. Massimiliano Noviello OFMCapp.
Attore: Ufficio Famiglia ‒ Vicariato di Roma, P.za S. Giovanni Laterano, 1, 00165 Roma, Italia
Informazioni : postulazionenola@alice.it


BIOGRAFIA

La testimonianza dei coniugi Beltrame Quattrocchi, ha affermato San Giovanni Paolo II, è “una singolare conferma che il cammino di santità compiuto insieme, come coppia, è possibile, è bello, è straordinariamente fecondo ed è fondamentale per il bene della famiglia, della Chiesa e della società”.

Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi
Il percorso di santità di una coppia di sposi


“Il cammino di santità compiuto insieme, come coppia, e possibile, bello, straordinariamente fecondo; e fondamentale per il bene della famiglia, della Chiesa e della società”. Giovanni Paolo II ha pronunciato queste parole durante la beatificazione degli sposi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, il 21 ottobre 2001.

Luigi Beltrame nasce il 12 gennaio 1880 a Catania. Aggiungerà al nome di suo padre quello di suo zio Quattrocchi che lo adotterà, non potendo avere figli. Nel 1891 si stabilisce a Roma con i suoi zii. Dopo gli studi di diritto, Luigi intraprende la carriera di avvocato. Frequenta volentieri i grandi classici della letteratura, ama la musica, il teatro, le bellezze della natura e i viaggi.

Maria Luisa Corsini nasce il 24 giugno 1884 a Firenze. La famiglia si trasferisce a Roma nel 1893. Maria Luisa segue i corsi di una scuola commerciale dove impara la contabilità, in uno con le lingue inglese e francese. I suoi gusti personali la portano verso le lettere: acquisisce una vasta cultura letteraria. Sviluppando anche un talento per la musica, Maria suona il piano.

L’amicizia tra le famiglie Corsini e Quattrocchi permette l’incontro di Maria e di Luigi. A Luigi, ammalato gravemente, Maria manda una immagine della Madonna di Pompei. Questo episodio rivela ai due giovani amici la profondità del loro reciproco amore. I1 25 novembre 1905 si sposano nella basilica di Santa Maria Maggiore di Roma. Ciascuno s’interessa del lavoro dell’altro. Luigi si allontana spesso da Roma per motivi professionali, ma si scrivono molto.

Dalla loro unione coniugale nasceranno Filippo, Stefania e Cesarino. Ella scrive a suo marito, assente per motivi di lavoro: “Chi mi data la forza di pensare ai bambini?... di sopportare la fatica fisica e psicologica della gravidanza e del resto? Credi pure che sono veramente disperata”. Poco a poco, grazie alla preghiera, la serenità ritorna nell’animo di Maria, con l’accettazione della volontà di Dio.

Nel settembre 1913 Maria concepisce un altro figlio, ma con una dolorosa diagnosi: “Placenta previa”, che all’epoca equivaleva a una sentenza di morte per la madre e per il figlio. Il ginecologo, un professore di fama, dichiara che solo una interruzione della gravidanza permetterà forse di salvare la madre. Maria e Luigi sono atterriti; volgendo gli sguardi sul Crocifisso attingono in Lui la forza di opporre un “no” categorico all’aborto. La sola sorgente di luce viene da una fiducia illimitata-in Dio e nella S. Vergine Maria. Con un difficile parto viene al mondo Enrichetta. Malgrado i pronostici pessimisti madre e figlia sono salve.

Maria affida gran pane dei compiti materiali al personale di servizio della famiglia, come allora si usava nelle famiglie borghesi. Nel corso degli anni, scrive articoli e libri: sono il suo “apostolato della penna”. I suoi testi, ai quali lavora anche suo marito, si rivolgono alle madri e alle famiglie. Maria si impegna anche nelle opere di carità.

Maria e Luigi partecipano alle attività dell’UNITALSI per accompagnare i malati a Loreto e a Lourdes. Furono poi molto attivi nello scoutismo con l’ASCI (Associazione scoutistica cattolica italiana, ora AGESCI) e impegnati nell’Azione Cattolica. Su suggerimento del Padre spirituale P. Pellegrino Paoli o.f.m., aderiscono nel 1917 all’Ordine Francescano Secolare.

In politica, la coppia Beltrame segue in un primo tempo il fascismo; in seguito disapprovano il regime in occasione delle leggi razziali. Allora si spendono senza risparmio per salvare degli ebrei.

Luigi, che nel 1909 era risultato primo nel concorso nazionale per Avvocato Erariale, eserciterà grandi responsabilità in vari Ministeri, grazie alla sua vasta cultura giuridica e amministrativa. Nel 1943 sarà proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri per diventare Avvocato Generale dello Stato. “Personalità eminente dell’Avvocatura dello Stato – dirà uno dei suoi amici - avrebbe dovuto essere il primo ad assumere la massima carica. Una campagna subdola, condotta da membri della stessa Avvocatura di tendenze laiche e anticlericali, gli sbarrò la strada”. Luigi può esser considerato un esempio per quelli che pagano con una emarginazione professionale, l’onesta e la coerenza di una vita in accordo con la fede. Nel suo impegno parrocchiale per la formazione dei giovani sacrifica il tempo che avrebbe potuto dedicare al riposo. Luigi scrive: “Non dobbiamo nascondere i nostri sentimenti religiosi, dobbiamo professarli pubblicamente, ma, principalmente, dobbiamo farlo mediante le nostre opere. E con l’onestà e lo spirito cristiano, con l’amore verso il prossimo, la carità vissuta e messa in pratica, che facciamo professione di uomini dalle convinzioni religiose”.

Il principale impegno di Maria e Luigi resta la cura della famiglia. La preghiera vi tiene largo spazio e Luigi ne e l’anima: “Fin dalla nostra infanzia - scrive uno dei suoi figli - noi eravamo colpiti dal grande raccoglimento di papà durante le visite al SS. Sacramento in chiesa. Era sempre mio padre che, dopo cena, cominciava e guidava la recita del rosario”.

Nel 1922, i figli Filippo e Cesarino manifestano il desiderio di donarsi a Dio: Filippo entra in seminario e Cesarino nell’abbazia benedettina di S. Paolo fuori le Mura. Maria scriverà ai suoi figli: “Pensare a voi è dunque per me, dopo la Messa e la comunione, l’unico riposo e come l’unico rifugio luminoso del mio animo benedicente il Signore”. Alla fine del primo anno di filosofia, Filippo deve lasciare il seminario per motivi di salute. Poco dopo raggiunge il fratello e si fa benedettino.

Qualche anno dopo Stefania entra nel convento delle Benedettine di Milano e prende il nome di suor Cecilia. Enrichetta riferisce: “La partenza di mia sorella fece nel cuore di papa una lacerazione estremamente violenta. Ho ancora negli occhi, a più di sessant’anni di distanza, le lacrime silenziose e pudiche di mio padre inginocchiato, mentre dall’altra parte della grata si svolgeva la cerimonia della vestizione di sua figlia”.



Quattro figli e una vita familiare scandita dalla fede 
Camaldoli 1983. Da sinistra: Padre Paolino, Madre Cecilia, Enrichetta, Don Tarcisio


Maria si era dedicata a dare ai suoi figli una educazione umana e cristiana, pia senza esagerazioni: “Mi sono spesso domandata - scrive - se una vita orientata in tal modo debba necessariamente condurre alla vocazione. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, dice il Signore... Ai genitori, a cui Dio ha fatto questo dono gratuito, resta il dovere di umiliarsi, di ringraziare, di vivere il Domine non sum dignus, in una vita riconoscente, di dedizione e di pietà”. Maria considera la diversità dei doni di Dio: “Tutti gli stati di vita sono nobili e santi, in quanto mezzi efficaci per raggiungere il fine (la santità)”; se i figli fanno la scelta di sposarsi, “é certamente una grande e sublime vocazione, ma neanche questa è una via facile”.

Nella vita di ogni giorno Maria e Luigi rivaleggiano nella carità. Uno dei loro figli scrive: “La loro vita di coppia fu una autentica gara di rispetto, di donazione, di dipendenza amorosa e di obbedienza reciproca, in una ricerca comune di ciò che era il meglio per l’altro, in un accordo delle anime dove il concetto stesso di obbedienza era superato da una esigenza di carità... fin nell’esercizio amoroso della correzione fraterna e di una consultazione sincera e umile del pensiero dell’altro”. Tuttavia non mancano le opinioni divergenti, le discussioni animate e anche le frizioni. Ma questo non dura mai a lungo e le pronte domande di perdono riportano a serenità.

Luigi e Maria esercitano volentieri lo spirito di solidarietà verso coloro che li sollecitano con mille richieste. Oltre agli aiuti economici, Luigi mette a loro servizio le sue capacità professionali e il prestigio che si è acquistato nelle più alte sfere. Quanto a Maria, ella esercita a suo modo una sorta di “direzione spirituale” non solo verso i suoi familiari, ma anche verso gli amici e finanche verso preti e religiose che si rivolgono a lei con fiducia.

Nel 1918, Luigi attraversa un periodo difficile, che sua figlia evoca cosi: “Nostro padre ha attraversato un periodo di acuta crisi spirituale, legato alla rude ascesa spirituale intrapresa da sua moglie sotto la spinta apostolica del P. Mateo Crawley. Si è lasciato prendere da un momento di scoraggiamento e ha finito per avere “paura di Dio”, come di un rivale che, attirando troppo in alto sua moglie, lo derubasse in certo qual modo... Ella lo ha aiutato a superare questo ostacolo e a lasciarsi attirare lui pure dallo Spirito, in un amore che non e mai diminuito, ma che si e trovato aumentato per la viva presenza della Grazia”.

Dopo la partenza dei loro figlioli (salvo Enrichetta, che rimarrà con i genitori), Luigi e Maria pensano di ritirarsi in un monastero, ma comprendono che non e questa la volontà di Dio. Il loro desiderio di perfezione si realizzerà conservando la vita in comune dove l’unione delle loro anime diventerà sempre più profonda.



Dal 2001 i coniugi Beltrame Quattrocchi
riposano nella crita del 
Santuario del Divino Amore - Roma 


Nel 1941, la salute di Luigi è minata da due crisi cardiache; scrive nel suo testamento: “Spero che Dio vorrà concedermi la grazia della perseveranza finale in questa fede che sento oggi cosi viva e che cerco di conservare con coerenza nei miei pensieri e nelle mie azioni, come so e posso”. Poi, una nuova crisi cardiaca causa la morte di Luigi all’età di 71 anni.

Qualche mese più tardi, Maria scrive: “Luigi e sempre e incessantemente l’amore e il rimpianto inguaribile di tutti e di ciascuno di noi, anche se lui ci assiste, ci e vicino e ci ama tanto quanto prima, e se possibile ancora di più. Poco a poco, egli mi accompagna sempre di più, soprattutto nella preghiera, alla comunione, davanti all’altare”. Negli anni successivi, Maria abbandona poco per volta le sue attività esteriori e impiega tutto il suo tempo nella preghiera, nella scrittura e nella cura della sua famiglia. Nel 1962, il figlio Cesarino (padre Paolino) le rivela la sua decisione di entrare fra i Trappisti, ciò che la riempie di gioia. Durante l’estate del 1965, trascorre un bel periodo di vacanza, ma il 26 agosto viene portata via da una crisi cardiaca. Ha 81 anni.

Fonte:  Novità dell'annuncio e vita di fede, Collana Tau/7, Roma. 2012


SPIRITUALITA
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L’unione mistica che i due sposi accolgono consapevolmente è cercata e vissuta da loro attraverso l'amore per I'altro, un amore umano, forte ed intenso, che unisce i due fin dal fidanzamento.
Così essi giungono a sperimentare l'ebbrezza sorprendente di un'inaudita profondità riversandosi nell'amore di Dio. E quanto emerge dal loro epistolario (Dal campo base alla vetta) e quanto Maria riconosce nello scritto L'ordito e la trama pubblicato subito dopo la morte del marito avvenuta a Roma: “Vita terrena, fatta di ansietà e di cure, di timori e di raccomandazioni, di tenerezze reciproche, che non sono sentimentalismi o romanticismi, bensì un mondo recinto che dalle abissali profondità e sconfinate estensioni, pur restando tra i due, sa irradiare di fuori amore e luce [...]. filo per filo; la trama in funzione dell'ordito; I'ordito in funzione della trama [... ] uno senza I'altra non riesce a formare il tessuro [...]. Filo per filo, intrecciati in Dio l’uno con l’altra”.
La loro mistica si connota, dunque, per I'indissolubile unità dei due sperimentata nella vita dello Spirito che essi si inspirano I'un I'altro nulla riservando per se stessi come singoli, ma dirigendo tutto il bene personale al bene della coppia. La vita in Dio è fondata e resa possibile, oltre che dalla grazia del sacramento, anche dalle affinità e dai comuni valori ed ideali, che fondano e plasmano una sintonia crescente, che rende capaci di restituire a lui, nel servizio agli altri, gli stessi frutti di tale amore.

Fonte: V. Angrisani - E. Catafano, in La Mistica parola per parola, a cura di Luigi Borriello, Maria R. Del Genio, Tomas Spidlik, Ancora, Milano, 2007.


LUOGHI

Casa Beltrame Quattrocchi


S. Maria Maggiore

Epigrafe a ricordo del Matrimonio dei Beati Coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi - Cappella di S. Caterina d’Alessandria - Basilica Papale di Santa Maria Maggiore - Roma

L’epigrafe sta a ricordo del giorno in cui i Beati Coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi consacrarono a Cristo il Ioro amore, con la celebrazione del Sacramento del Matrimonio, rappresenta un segno tangibile della memoria storica e spirituale di una famiglia cristiana ricca di umanità, di fede e di carità.

Progettata dall'Ing. Arch. Giuseppe Trinchese, la lastra marmorea, essenziale e sobria, è collocata sulla parete destra, vicina all’altare maggiore, della Cappella di S. Caterina d’Alessandria (sec. XVI), della Famiglia Cesi. Essa e stata realizzata con pregiato marmo bianco di Carrara, dello spessore di 7 cm e dimensioni 110x60 cm. Il testo dell'Epigrafe é incorniciato al1'intern0 di una sottile linea di contorno che scorre lungo i quattro lati della lastra. La scritta è incisa nel marmo e rivestita di foglie dorate. Il testo, in latino, ha la seguente traduzione:

I BEATI CONIUGI LUIGI E MARIA BELTRAME QUATTROCCHI PRIMA COPPIA ELEVATA AGLI ALTARI NELLA STORIA DELLA CHIESALCATTOLICA IL XXV NOVEMBRE MCMV IN QUESTA CAPPELLA CELEBRARONO IL LORO MATRIMONIO VIVENDO NELLA LUCE DEL VANGELO E NELLA COSTANTE FEDELTA AL QUOTIDIANO COME VOCAZIONE ALLA SANTITA. DALLA LORO FELICE UNIONE NACQUERO FILIPPO, STEFANIA, CESARE ED ENRICHETTA.

Santuario del Divino Amore




Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi furono legati al Santuario da fervida devozione verso la Madonna. Il 13 agosto del 1940, Maria, si reco in pellegrinaggio al Santuario e affido alla Madonna del Divino Amore i suoi quattro figli, che, sempre nel giorno del 13 agosto, degli anni successivi, furono miracolosamente salvati.

13 agosto del 1942, Don Tarcisio, cappellano militare, sulla nave “Attendolo” fu salvato dal siluramento della nave. Il 13 agosto del 1943, Padre Paolino, cappellano militare mentre andava a ricuperare il cadavere di un soldato fu sfiorato dal proiettile di un cecchino. Il 13 agosto del 1943, Madre Cecilia, a Milano, ebbe salva la vita, per aver lasciato il Convento, dove viveva, poco prima che fosse distrutto dai bombardamenti.

Dal 28 ottobre 2001, riposano nella Cripta del Santuario, accanto alla tomba di Don Umberto Terenzi, primo Rettore e Parroco del Santuario e fondatore delle opere del Divino Amore.


PREGHIERE




Preghiera per intercessione dei Beati Coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo
ti ringraziamo per il dono dei Beati Coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi e della loro famiglia. Nell’amore che hanno reciprocamente condiviso e riversato sui loro figli ci offrì una testimonianza viva e intensa del tuo Amore, con cui ti prendi cura di tutti gli uomini. Questo Amore essi lo hanno attinto dal Cuore di Gesù attraverso l’ascolto della Parola, l’Eucaristia, il Rosario e lo hanno consegnato a tutti nel segno concreto della Carità fraterna.

Ti chiediamo, O dolcissima Trinità, per intercessione dei Beati Coniugi Luigi e Maria che la Chiesa cresca di nuovi figli e di ardenti apostoli del Vangelo; |’umana società promuova la giustizia, la pace e la salvaguardia dei Creato; le famiglie siano luoghi di accoglienza, di rispetto, di dialogo, di premura per i piccoli, i giovani, gli ammalati, gli anziani, i deboli, i poveri e gli esuli; i coniugi e i genitori rispondano, con fedeltà al quotidiano, alla loro chiamata nel custodire e promuovere la vita, la dignità umana, l’educazione, la fede e la solidarietà. Fa’ che otteniamo per la preghiera dei Beati Coniugi Luigi e Maria la grazia che ardentemente desideriamo...

Maria, Madre delle famiglie, ci aiuti e ci protegga nel cammino della vita a rispondere al dono del nostro Battesimo come chiamata alla Santità. Amen.

Tre Gloria al Padre

Per grazie ricevute e per informazioni: 
P. Massimiliano Noviello OFMCap. - postulazionenola@alice.it

Con approvazione ecclesiastica