venerdì 20 novembre 2020

NAPOLI: ANNO GIUBILARE PER DON DOLINDO RUOTOLO, NEL CINQUANTESIMO DALLA MORTE DEL TERZIARIO FRANCESCANO

Don Dolindo «il nulla di Dio» 
Napoli gli dedica un giubileo

Morto 50 anni fa il prete e servo di Dio viene ricordato da molti pellegrini che si recano a pregare sulla sua tomba. Il parroco della chiesa in cui è sepolto: «Con la sua vita ci ha insegnato ad abbandonarci al Signore con fiducia»




Una vita caratterizzata da preghiera, penitenza ed umiltà, grazie alla quale ha convertito i cuori di tanti. A cinquanta anni dalla morte, che ricorre il 19 novembre, per il servo di Dio don Dolindo Ruotolo, a Napoli, sta per iniziare l’anno giubilare. Alla sua tomba, custodita nella parrocchia di San Giuseppe dei Vecchi e Immacolata di Lourdes, nel centro cittadino, libri con invocazioni, preghiere, grazie ricevute. Qui una processione di fedeli che “bussano” quotidianamente per tre volte (segno trinitario), pregando con tanta fede, per ricevere grazie spirituali e materiali attraverso la sua intercessione, poiché egli scrisse: «quando verrai alla mia tomba tu bussa. Anche dalla tomba io risponderò: confida in Dio». «È importante la preghiera e la sua intensità – chiarisce subito don Pasquale Rea “custode” e parroco da venti anni della memoria del sacerdote – qui ci sono folle di pellegrini che si radunano: al di là di quante volte si bussa».

Don Dolindo Ruotolo nacque a Napoli il 6 ottobre 1882. Don Pasquale sintetizza in tre binomi la vita del sacerdote, terziario francescano, chiamato così in maniera profetica, perché Dolindo significa proprio dolore. La sofferenza, alle volte, è la via tracciata per arrivare a Dio: dolore, persecuzioni, afflizioni, malattie. Di queste prove la vita di don Dolindo Ruotolo (1882-1970) ne è stata sempre piena.

Sofferenza/amore

«Sofferenza/amore, il primo binomio – dice don Pasquale – poi umiltà/rispetto e povertà/dignità». Il dolore, infatti, si presentò presto nella sua vita: a undici mesi un’operazione chirurgica sul dorso delle mani, la fame perenne e le scarse disponibilità economiche, le punizioni del padre che lo chiudeva in una stanza buia, le mortificazioni continue «ma che – aggiunge il parroco don Pasquale – affrontava nella volontà del Signore e nell’amore verso Gesù in cui confidava pienamente». Don Dolindo era solito ripetere: «Gesù mi abbandono in Te, pensaci Tu! Non voglio agitarmi, mio Dio, confido in Te».

Umiltà/rispetto

«Poi – prosegue don Pasquale – il rispetto verso tutti: anche per i bambini, che accoglieva con tenerezza di padre e con umiltà: era un uomo che ha vissuto una vita sempre stando un passo indietro».

Povertà/dignità
«Ma quello che emerge di più è la grande dignità con cui ha affrontato una vita di povertà: «non accettava nessun obolo per la Messa, vestiva in maniera sobria e indossava una talare consunta per vivere in semplicità e di provvidenza».

Perciò, nella parrocchia dove è sepolto, ogni lunedì mattina, alle 10 si riuniscono gruppi di preghiera in suo nome. Nel giorno del cinquantesimo della morte quattro celebrazioni per ricordarlo e poi l’inizio dell’anno giubilare «con il restauro e l’inaugurazione dell’archivio con parte dei suoi scritti», spiega il parroco.
L’idea è quella di realizzare un concerto con le musiche di don Dolindo perché colui che si firmava “il nulla di Dio” «era anche compositore di musiche gregoriane per celebrazioni liturgiche », oltre ad aver lasciato una completa autobiografia e numerosi scritti e commenti alla Sacra Scrittura.
Poi la presentazione di un libro di riflessione e guida spirituale, curato dallo stesso don Pasquale Rea, dal titolo Don Dolindo, sulle alture delle beatitudini (Effata, pagine 96, euro 10) in cui si spiega come le Beatititudini siano un percorso possibile perché sono state vissute da don Dolindo. «Con la sua testimonianza il sacerdote napoletano ci ha insegnato – conclude don Pasquale – che occorre vivere in pienezza e non scappare dalle situazione dolorose, ma sul suo esempio, trasformarle in occasione di grazia».
Rossana Borzillo 
su Avvenire - 11 Novembre 2020
Si ringrazia !