martedì 23 giugno 2020

PER CONOSCERE IL B. RAIMONDO LULLO (RAMON LLULL) TERZIARIO FRANCESCANO








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Venerdì 27 novembre 2015 a Palma di Maiorca si apre il settimo centenario della morte del beato Raimondo Lullo. Terziario francescano si distinse per il suo impegno missionario che lo condusse a imparare l’arabo e scrivere numerose opere per un confronto schietto con le diverse religioni. In tale occasione risulta interessante la lettera che il Ministro Generale del Terz’Ordine Regolare ha scritto inerente al Beato maiorchino.


[…] Molti di noi tendono a compiacersi della propria vita spirituale per essere “impegnati in molte cose”, ma ignorano poi come seguire il vangelo può effettivamente trasformare la nostra vita. Questo richiede di essere in comunione con lo Spirito del Signore ed essere pronti a cooperare docilmente alla grazia divina che ci chiama a una santità sempre maggiore. Uno dei modi con cui attuare ciò è considerare come uomini e donne […] abbiano vissuto l’ideale francescano nel corso dei secoli. […]

Ramon Llull in che modo può essere ritenuto come testimonianza rilevante e attuale dopo tanti secoli?

Un convertito

Ramon Llull nacque presso una ricca famiglia a Palma, capitale dell’isola di Mallorca, nel 1232, tre anni dopo che re Giacomo I aveva vinto i Mori e annesso le Isole Baleari al regno di Aragona. Figlio di un ricco sostenitore del re di Barcellona, “probabilmente aveva ricevuto un’educazione simile a quella dei figli di famiglie appartenenti al ceto medio: conoscenza fondamentale della dottrina, rudimenti per leggere e scrivere (forse anche in latino) e l’intero sistema culturale e ideologico della classe dominante (costumi, norme, leggende, letture ecc.)”. Probabilmente ha lavorato per un certo periodo come precettore di Giacomo II d’Aragona. Nel 1257 sposò Blanca Picany, dalla quale ha avuto due figli: Domènec e Magdalena. Circa nello stesso periodo fu nominato siniscalco, amministratore capo della famiglia reale, del futuro re Giacomo II di Mallorca.

Benché sposato e prestando servizio alla casa reale, Ramon non smise di coltivare la sua vena poetica. Si dedicava infatti a scrivere poesie secondo lo stile trovadorico dell’“amor cortese”. Durante gli anni della sua gioventù Ramon sentì con evidenza un grande bisogno di amare ed essere amato, che si manifestò attraverso l’infatuazione per una donna che, andando ben oltre un normale desiderio di amare, assunse comportamenti aggressivi. La forza di questa passione portò Ramon dapprima a lottare contro un’oscurità interiore, poi alla comprensione del mistero dell’amore, esperienza che più tardi descriverà nel Llibre D’amic I Amat (Il Libro dell’amante e dell’amato).

La sua vita cominciò a cambiare quando il Signore lo visitò in modo drammatico nel 1263. Ramon descrisse l’esperienza della sua conversione nell’autobiografia dettata a un monaco francese nel 1311.
Ramon, giovane siniscalco del re di Majorca, era molto versato a comporre canzoni e poesie lascive e a condurre azioni indegne. Una notte era seduto accanto al suo letto, intento a comporre e a scrivere in lingua volgare una canzone per una donna che aveva amato pazzamente; appena cominciò a scrivere la canzone, guardò verso destra e vide Nostro Signore Gesù Cristo sulla croce, come se fosse sospeso a mezz’aria.

Il Cristo crocifisso apparse a Ramon ben cinque volte e il Signore, come fece con sant’Agostino e san Francesco, lo chiamò ad una vita di conversione e penitenza. Cominciò così per Ramon il difficile viaggio di conversione e penitenza che lo portò a dedicare la sua vita e le sue forze totalmente ed esclusivamente al regno di Dio. A trent’anni Ramon lasciò la corte reale e, dopo aver provveduto alla sua famiglia, si dedicò totalmente al servizio di Dio e alla conversione dei musulmani e degli ebrei. Nel 1265 dopo un’altra manifestazione religiosa si fece terziario francescano. Fece lunghi pellegrinaggi ai santuari di Nostra Signora di Rocamadour, a sud della Francia, e di San Giacomo di Compostela, per poi tornare a Mallorca. Si rivestì di un ruvido abito eremitico e si ritirò sul monte Randa, a sud dell’isola, che guarda verso l’Africa musulmana attraverso il Mediterraneo. A ricordo della sua presenza in questo luogo i francescani del TOR presenti nell’isola stanno curando da oltre cent’anni un santuario dedicato alla Nuestra Senora de Cura (Nostra Signora della Salute) e una Sala di Grammatica per studenti che si preparavano per l’università.

Ramon trascorse i seguenti nove anni studiando islamismo, giudaismo, filosofia, teologia, arabo e altre lingue per aiutarsi nella missione di convertire gli infedeli alla Chiesa. Modellò la sua vita su quella di san Francesco, dando via tutti i suoi averi per abbracciare una vita di penitenza a servizio del Signore.
La sua vita fu consumata da un triplice desiderio: “dedicare la sua vita alla conversione dei non cristiani, scrivere il miglior libro mai scritto per denunciare gli errori dei non cristiani, promuovere la fondazione di monasteri dove i missionari avessero potuto studiare le lingue parlate da non cristiani”.
Continuò la sua formazione a Montpellier, importante centro culturale e politico in quel periodo. Questo luogo fu determinante nello sviluppo di Ramon sia come pensatore sia come studioso. Si diresse poi a Parigi, centro accademico per eccellenza; a Roma, centro della cristianità, sede del papato e centro di importanti decisioni; e in Terra Santa, allora sotto il controllo dei musulmani.

L’islamismo e il giudaismo divennero i grandi interessi di Ramon e ardentemente cercava studiosi di queste grandi religioni per discutere sui loro punti di vista. Il testo famoso di Lull El libre del gentil i dels tres savis (Il libro del Gentile e dei tre saggi) è il risultato di questa sua ricerca e un modello di dialogo interreligioso e interculturale. La storia si concentra su un pagano che è alla ricerca della verità. Incontra tre saggi: un ebreo, un musulmano e un cristiano. Ognuno di essi presenta la propria religione come risposta alla ricerca del pagano. Benché Ramon presentasse la posizione e i meriti di ciascun saggio, era ovvio, nella sua convinzione, che presentasse il cristianesimo come l’unica vera fede. Per quelli che sarebbero andati in missione Ramon favorì fortemente lo studio dell’arabo e di altre lingue, non sufficientemente conosciute in quel periodo, e per questo scopo nel 1275 aprì una scuola a Miramar, nell’isola di Mallorca. Per quarant’anni, come detto sopra, viaggiò per città europee importanti, sia sotto l’aspetto politico che religioso: Montpellier, Roma, Napoli, Genova, Pisa, Parigi, Barcellona e anche Gerusalemme. In ognuna di queste città egli continuò a studiare, scrivere, predicare, insegnare e fare dibattiti con fervore e con convinzione. E’ stato uno scrittore prolifico di oltre 260 testi in catalano, latino e arabo lungo un periodo di circa quarant’anni. I suoi scritti comprendono “poesia, romanzi, trattati di mistica, opere filosofiche e teologiche, discussioni scientifiche e un’autobiografia”.

Non contento di preparare altri alla missione, Ramon ha svolto tre viaggi missionari in nord Africa con lo scopo di convertire il mondo musulmano alla cristianità.
Durante il suo secondo viaggio nel 1307 fu imprigionato per sei mesi, e nel viaggio di ritorno in Europa naufragò al largo delle coste italiane. Sette anni dopo fece l’ultimo viaggio a Tunisi. Secondo la tradizione morì nel 1316 all’età di 84 anni, o durante il suo ritorno a Mallorca o subito dopo il suo arrivo nell’isola.

Un’antica tradizione riferisce che la sua morte fu causata da ferite subite durante l’ultimo viaggio in Africa: per questo è venerato come martire. I resti mortali del beato Ramon Llull sono oggi deposti in un sepolcro ben scolpito, risalente al sec. XV, che si trova nella basilica di San Francesco a Palma de Mallorca, curata attualmente dai frati della Provincia spagnola dell’Immacolata Concezione del TOR. Pio IX approvò il culto liturgico di Ramon Llull come beato e martire nel 1858.

Ramon Llull è riconosciuto come Doctor illuminatus ed è noto per la sua incredibile intelligenza. Era filosofo, teologo, mistico, un contemplativo e di grande azione, padre fondatore della lingua catalana, attento ai problemi della Chiesa e della società del suo tempo, grande missionario verso gli ebrei e i musulmani, aperto al dialogo e cercatore di saggezza e conoscenza. E’ evidente che ha vissuto una vita intensa e prolifica.

    Cosa possiamo imparare dalla vita e dalla testimonianza di Ramon Llull ?

      Benché dedito all’azione, Ramon è stato sempre un uomo di profonda preghiera, di intensa esperienza di Dio, che ha amato il silenzio e la solitudine. La sua divorante ricerca di conoscenza scaturiva dal suo amore appassionato per Dio e dall’intensa e frequente preghiera. Ha trascorso diversi anni della sua vita nello studio e nella contemplazione sul monte Randa nell’isola di Mallorca, dove riferisce di aver sperimentato il dono di essere “illuminato” ed essere guidato a sviluppare un metodo per la conversione degli infedeli. Considerò questa illuminazione come un dono soprannaturale che lo spinse a sviluppare un sistema di pensiero e di apologetica, da lui denominato Ars Magna, con il quale Ramon pensava di poter istruire e poi convincere musulmani, ebrei e pagani della verità della fede cristiana. Il lavoro offre un magnifico sguardo in profondità e mostra il nucleo del pensiero llulliano, ed è considerato fondamentale per comprendere le sue intuizioni teologiche, filosofiche e scientifiche – alcune delle quali sono considerate addirittura anticipazioni dell’informatica. Secondo Ramon il vero punto di partenza per un dialogo tra le grandi religioni si fonda sugli attributi con cui le tre religioni definiscono Dio: “Dio esiste, Egli è uno, Egli è la causa prima di tutte le cose, ecc.” Poi passa a spiegare in modo cortese, senza violenza e con uno spirito di pace e di comprensione, la vera ricerca della Trinità divina e dell’incarnazione.

      Durante il lavoro dell’Ars Magna, compose altre opere, tra cui Il libro del Gentile e dei tre saggi e altre sulla contemplazione. Verso il 1238 la sua instancabile energia produsse Il libro dell’amante e dell’amato e la deliziosa novella intitolata Evast e Blaquerna. In un certo senso tutto questo può essere considerato il frutto di una vita tutta dedicata alla preghiera e alla contemplazione.

      Enorme passione per la creazione e consapevole presenza di Dio in tutte le cose

      Come san Francesco, che ammirava e seguiva come francescano secolare, Ramon ha cantato le meraviglie di Dio che egli vedeva riflesse nel libro della creazione. Si univa con le creature del mondo e cantava la bellezza di Dio in loro. Aveva una grande capacità di stupirsi e la capacità di meravigliarsi, come è dimostrato nel suo libro Fèlix o Libro delle meraviglie. In quest’opera Ramon loda Dio e tutte le meraviglie che vede nelle sue creature. L’uccello cantò nel giardino dell’Amato. L’Amante venne e disse all’uccello: “Se non capiamo la lingua l’uno dell’altro, possiamo però capirci attraverso l’amore, perché nel tuo canto vedo il mio Amato davanti ai miei occhi” (Il libro dell’amante e dell’amato, 26). In questo canto Ramon descrive una profonda esperienza di Dio che egli trova nella natura, “tra la vigna e il finocchio, Egli mi condusse all’amore, ad amare Dio con sospiri e lacrime”.

      Dedito alla missione e all’evangelizzazione

      Ramon Lull fu un uomo appassionato, concentrato totalmente su una sola causa: far conoscere il tesoro che lui stesso aveva scoperto e che aveva riempito completamente la sua vita: Gesù Cristo. Per le sue radici majorchine può essere considerato l’artefice della letteratura catalana che, grazie a lui, raggiunge una particolare freschezza e malleabilità; tuttavia sapeva essere accogliente delle altre lingue e culture, specialmente quella araba e latina.

      Ramon riteneva che l’annunzio della fede cristiana andasse fatto in maniera pacifica attraverso il dialogo e argomentazioni convincenti. Tutti i suoi lavori erano finalizzati all’evangelizzazione dei popoli, specialmente i musulmani. Per questo fondò a Miramar, con l’aiuto del re Giacomo II e l’approvazione del papa Giovanni XX, la scuola ove un gruppo di frati francescani potessero studiare l’arabo e la cultura islamica, per prepararsi a presentare la fede cristiana nei paesi islamici in maniera tale da essere compresi e apprezzati da coloro che professavano quella religione.

      Nell’opera Libre de sancta Maria troviamo una preghiera mirabile e sorprendente per la evangelizzazione dei popoli: è un esempio del suo zelo apostolico, della sua singolare devozione e fiducia che aveva per Maria, piena di grazia, Signora e Avvocata, Patrona sia dei non-cristiani sia dei missionari chiamati ad evangelizzarli.

      Passione per una riforma

      In opere come il Romanç d’Evast e Blaquerna Llull spiega con chiarezza le sue idee circa il rinnovamento della cristianità, sia a livello personale e familiare sia a livello ecclesiale e sociale.
      L’opera è stata considerata come il primo esempio di romanzo biografico e sociale della letteratura occidentale. La trama del romanzo considera cinque stati di vita o vocazioni nella Chiesa in cui Llull dà un’espressione narrativa ai suoi princìpi filosofici e teologici, miranti ad una riforma sociale e politica. Sebbene definita da alcuni utopistica, questa riforma risulta invece ovvia alla luce delle innovazioni introdotte dal Doctor illuminatus rispetto alla vita sociale del suo tempo, contraria al vangelo.
      I temi che Llull sviluppa in questo lavoro offrono un esempio e un incoraggiamento profetico, e un’esperienza concreta per come vivere la fede cristiana nella nostra società contemporanea. Alcuni dei temi ricorrenti, che Llull esplora in maniera creativa, considerano la povertà di Gesù Cristo, l’integrazione nella società di gruppi emarginati, l’integrità morale nei mestieri e nelle professioni, la grande responsabilità sociale dei politici, la coerenza al vangelo per tutti i cristiani – specialmente il clero e altri agenti pastorali, la centralità della Parola di Dio, specialmente il vangelo, nella vita quotidiana e nell’organizzazione della Chiesa. Ramon non ha paura di esaminare ogni ambito sociale del suo tempo attraverso il prisma di una fede radicata profondamente nella dottrina cattolica. Non dovremmo essere timidi nel fare la stessa cosa!

      L’amore trasformante di Dio

      Come è stato accennato in precedenza, anche in gioventù Ramon è stato consumato dal desiderio di amare ed essere amato. In un certo senso tutta la sua vita, i vari studi e impegni cui si dedicò, e la sua prodigiosa produzione letteraria sono il risultato della sua passione che traspare da tutto ciò che ha svolto e scritto. Vediamo un assaggio di questa sua ineffabile esperienza mistica nella meravigliosa opera Il libr o dell’amante e dell’amato (Blaquerna): L’amore è un oceano con onde turbate dai venti; non ha né porto né riva (n. 229).

      L’amante era in pericolo nel grande oceano d’amore ma confidava nell’amato, che venne a lui con difficoltà, pensieri, lacrime, sospiri e dolori, perché l’oceano era d’amore (v. 292).
      Fu chiesto all’amante: “Chi è il tuo amato?”. Egli rispose: “Colui che mi fa amare, desiderare, piangere, sospirare, soffrire e morire” (v. 231). L’amante disse: “O tu che sei l’amore, se sei fuoco, vieni luce con le tue lanterne nel mio cuore; se sei acqua, vieni ai miei occhi, da cui sgorghino lacrime che diventino corsi d’acqua…” (v. 165). Hanno chiesto all’amante: “Da dove vieni?” “Da amore”. “A chi appartieni?” “Appartengo all’amore”. “Chi ti ha fatto nascere?” “Amore”. “Dove sei nato?” “Nell’amore”. “Chi ti ha fatto crescere?” “Amore”. “Come vivi?” “Con amore”. “Qual è il tuo nome?” “Amore”. “Da dove vieni?” “Dall’amore”. “Dove vai?” “All’amore”. “Dove abiti?” “Nell’amore… nel mio amato c’è giustizia e misericordia…” (v. 95).

      Ramon era talmente convinto di questo che si potrebbe dire che desiderava morire per amore, non di vecchiaia. Forse ha abbracciato volentieri il martirio proprio come realizzazione di questo desiderio.

      Conclusione

      Dalla vita e dalla testimonianza del nostro fratello Ramon Llull, possiamo evidenziare alcuni elementi per una vera vocazione francescana:

      • una vita totalmente consacrata al Signore e aperta ad una conversione permanente;
      • una vita consumata dalla preghiera, dalla contemplazione, dal desiderio di conoscenza;
      • una vita impegnata alla diffusione del vangelo, alla conversione degli infedeli, e alla  missione della Chiesa;
      • una vita trasformata dall’amare e dall’essere amati dal Signore.


      Da: http://www.francescanitor.org/resources/Letters/italiano/Francesco_2011_ital.pdf
      Ripreso da Il sismografo