24 ottobre
SAN
LUIGI GUANELLA
sacerdote
sacerdote
del Terz'ordine di San Francesco
Francescano secolare
Nacque a Fraciscio di Campodolcino nel 1842. Educato a Como dai somaschi, venne ordinato sacerdote nel 1866. Nominato parroco a Panello Lario nel 1878, vi trovo un ospizio per orfanelli e derelitti che più tardi trasferì a Como, fondando, nel 1866, la Casa della Divina Provvidenza, la quale estese in molte diocesi i benefici del “Cottolengo” di Torino. La primitiva fondazione diede vita a numerose altre in Italia e all'estero (Svizzera, Stati Uniti, ma anche Asia e Africa). Per la direzione e l’assistenza delle sue case don Guanella fondo nel 1881 le due congregazioni dei “Servi della Carità” e delle “Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza”.
Infaticabile, apprezzato da san Giovanni Bosco (che incontro a Torino e con il quale trascorse tre anni) e da san Pio X, aderì alle iniziative sociali del tempo; si dedico al risanamento di zone malariche, e — specialmente dopo un viaggio in America — all'assistenza agli emigrati, inviando sul posto i suoi religiosi; istituì l’Arciconfraternita del Transito di San Giuseppe, che conta oltre nove milioni di iscritti, che continuamente offrono preghiere per agonizzanti. Nel gennaio dell’anno 1915 don Guanella fece ancora in tempo ad intervenire insieme a don Orione nel terremoto della Marsica, prima di terminate la sua vita terrena a Como. È beato dal 1964 e santo dal 2011.
Martirologio Romano: A Como, beato Luigi Guanella, sacerdote, che fondò la Congregazione dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza per prendersi cura delle necessità dei più poveri e degli afflitti e provvedere alla loro salvezza..
Costruire una grande famiglia, guidata dal Padre amorevole di ogni uomo, perché ci sia spazio per tutti, specie per gli ultimi, per chi fa fatica, per chi cerca una via di guarigione e di riscatto. Era questo il sogno di san Luigi Guanella. (Matteo Liut).
Un eccezionale video d'archivio, San Pio X e San Luigi Guanella. Era il 1904
DON LUIGI GUANELLA
Nato nel 1842 a Franciscio di Campodolcino (Sondrio), sopra al lago di Como, Luigi Guanella era il nono di tredici figli; all'età di dodici anni andò nel collegio dei padri somaschi a Como, dove studio per sei anni prima di entrare in seminario per diventare sacerdote. Ordinato nel 1866, gli fu affidata la responsabilità della parrocchia di Savogno, in Valchiavennaz qui costruì una scuola elementare e comincio a insegnare. Organizzò diversi tipi di assistenza per la popolazione povera della parrocchia e istituì un gruppo giovani dell’Azione cattolica, movimento fondato nel 1867.
Dal momento che le sue attività e i suoi scritti lo resero nemico di politici anticlericali e di massoni locali, la scuola fu chiusa e il suo nome finì sulla lista nera del governo, cosicché non poté più fare il parroco; decise allora di rinunciare alle normali attività parrocchiali e nel 1875 si trasferì a Torino per seguire S. Giovanni Bosco (31 gen.), di cui ammirava da lungo tempo l’opera. Entrato nella giovane congregazione salesiana, fece voti triennali; gli fu poi affidato l'incarico di direttore di tutti gli oratori e inizio anche a scrivere per il Lettore cattolico.
Dal momento che le sue attività e i suoi scritti lo resero nemico di politici anticlericali e di massoni locali, la scuola fu chiusa e il suo nome finì sulla lista nera del governo, cosicché non poté più fare il parroco; decise allora di rinunciare alle normali attività parrocchiali e nel 1875 si trasferì a Torino per seguire S. Giovanni Bosco (31 gen.), di cui ammirava da lungo tempo l’opera. Entrato nella giovane congregazione salesiana, fece voti triennali; gli fu poi affidato l'incarico di direttore di tutti gli oratori e inizio anche a scrivere per il Lettore cattolico.
Quando nel 1878 il suo precedente vescovo lo richiamo in diocesi, Luigi si trovava di fronte a una scelta difficile, ma, malgrado l’opposizione di S. Giovanni Bosco, obbedì al vescovo e ritorno al lavoro parrocchiale.
Apri a Traona una nuova scuola per bambini poveri e ancora una volta dovette chiuderla a causa dell’opposizione massonica; fu poi obbligato a trasferirsi in una piccola parrocchia di montagna, Pianello Lario, dove le autorità civili ritennero fosse ormai fuori gioco e senza la possibilità di creare ulteriori fastidi. Questo spostamento si rivelo provvidenziale: esistevano infatti in quella zona un orfanotrofio e un ospizio per anziani e ammalati, gestito da una comunità religiosa che era stata appena fondata da don Coppini (1827-1881) nel 1878. Coppini, prima di diventare prete, aveva partecipato ai moti del 1848, diventando anche segretario di Giuseppe Mazzini. Luigi fu molto colpito dall'operato della congregazione e sentì che doveva fare tutto ciò che era nelle sue possibilità per coltivare "questo granello di senape". Preziosa collaboratrice in questa impresa fu la beata suor Marcellina Bosatta, una delle prime suore della fondazione di Coppini.
Nel 1886 si trasferirono a Como, dove trovarono una sede molto più spaziosa della precedente; la chiamarono “Piccola casa della Divina Provvidenza”, a testimonianza dei legame con S. Giuseppe Benedetto Cottolengo (29 apr.) che nel 1828 aveva aperto una casa simile a Torino e che fu uno dei maggior ispiratori di Luigi nella sua opera di dedizione ai malati e ai disabili.
Nel 1890 la casa si prendeva cura di più di duecento persone, e, per portare avanti il lavoro, fu istituita la Congregazione delle Figlie di Maria della Provvidenza (approvata dalla Santa Sede nel 1917). Luigi accolse anche alcuni uomini che sentivano la vocazione di seguirlo nel suo operato, li mandò in diversi seminari per un periodo di tirocinio e infine costituì un’altra congregazione, i Servi della Carità, che ricevette l'approvazione nel 1928 e nel 1935: il beato e i primi membri presero i voti religiosi nel 1908. Luigi insisteva molto sul fatto che l'assistenza dovesse essere offerta agli svantaggiati "senza alcuna eccezione"; nel 1905 e nel 1908 diede rifugio agli sfollati per il terremoto, e nel 1915, sebbene avesse settantatré anni, andò di persona ad aiutare i terremotati della Marsica (Abruzzi) e si prodigò nell'assistere gli orfani e i feriti nella casa della congregazione a Roma.
Nel 1913 decise di organizzare una crociata mondiale di preghiera per i moribondi: a questo scopo creò l'Arciconfraternita di S. Giuseppe per i moribondi, che negli anni ’6O vantava dieci milioni di membri sparsi in tutto il mondo.
Oltre alle opere di carità, Luigi nutri un grande interesse per l’istruzione aprendo scuole diurne e serali e centri vocazionali. Particolarmente devoto a Maria, le aveva conferito il titolo di Nostra Signora del lavoro dal momento che fu sempre molto attento alle condizioni del mondo operaio e interessato alla preparazione dei giovani alla professione.
Nel 1886 si trasferirono a Como, dove trovarono una sede molto più spaziosa della precedente; la chiamarono “Piccola casa della Divina Provvidenza”, a testimonianza dei legame con S. Giuseppe Benedetto Cottolengo (29 apr.) che nel 1828 aveva aperto una casa simile a Torino e che fu uno dei maggior ispiratori di Luigi nella sua opera di dedizione ai malati e ai disabili.
Nel 1890 la casa si prendeva cura di più di duecento persone, e, per portare avanti il lavoro, fu istituita la Congregazione delle Figlie di Maria della Provvidenza (approvata dalla Santa Sede nel 1917). Luigi accolse anche alcuni uomini che sentivano la vocazione di seguirlo nel suo operato, li mandò in diversi seminari per un periodo di tirocinio e infine costituì un’altra congregazione, i Servi della Carità, che ricevette l'approvazione nel 1928 e nel 1935: il beato e i primi membri presero i voti religiosi nel 1908. Luigi insisteva molto sul fatto che l'assistenza dovesse essere offerta agli svantaggiati "senza alcuna eccezione"; nel 1905 e nel 1908 diede rifugio agli sfollati per il terremoto, e nel 1915, sebbene avesse settantatré anni, andò di persona ad aiutare i terremotati della Marsica (Abruzzi) e si prodigò nell'assistere gli orfani e i feriti nella casa della congregazione a Roma.
Nel 1913 decise di organizzare una crociata mondiale di preghiera per i moribondi: a questo scopo creò l'Arciconfraternita di S. Giuseppe per i moribondi, che negli anni ’6O vantava dieci milioni di membri sparsi in tutto il mondo.
Oltre alle opere di carità, Luigi nutri un grande interesse per l’istruzione aprendo scuole diurne e serali e centri vocazionali. Particolarmente devoto a Maria, le aveva conferito il titolo di Nostra Signora del lavoro dal momento che fu sempre molto attento alle condizioni del mondo operaio e interessato alla preparazione dei giovani alla professione.
Era, in definitiva, una persona piena di idee e di iniziative. Fu anche coinvolto nel piano di bonifica di una parte della pianura spagnola duramente colpita dalla malaria e vi fondo un istituto per disabili. Un’ulteriore iniziativa fu quella di mandare alcuni membri della propria congregazione nelle zone svizzere vicine al confine con l’Italia, per vedere cosa poteva essere fatto per ristabilire una presenza cattolica nelle vallate protestanti.
In buoni rapporti di amicizia con Scalabrini e colpito dall'opera che quest’ultimo stava conducendo per la cura spirituale di diverse migliaia di emigrati italiani, partiti in quegli anni per ragioni economiche, decise di mandare uno dei suoi primi sacerdoti in America a sostegno di questo lavoro, dopo un sopralluogo personale nel 1912 per rendersi conto della situazione.
Scrisse più di cinquanta opere brevi, di carattere spirituale, agiografico, storico, sociale, o anche in difesa della Chiesa dall'anticlericalismo. Simpatizzava per tutti coloro che a quel tempo si prodigavano per lo sviluppo di un cattolicesimo sociale attraverso l’Opera dei Congressi, varie forme di Azione cattolica, o altro ancora.
Scrisse più di cinquanta opere brevi, di carattere spirituale, agiografico, storico, sociale, o anche in difesa della Chiesa dall'anticlericalismo. Simpatizzava per tutti coloro che a quel tempo si prodigavano per lo sviluppo di un cattolicesimo sociale attraverso l’Opera dei Congressi, varie forme di Azione cattolica, o altro ancora.
Nel 1915 fu insignito di medaglia d’oro dalle autorità civili comasche per la sua opera a favore dei feriti di guerra. Colpito da un attacco apoplettico nel settembre dello stesso anno, mori nella città di Como il 24 ottobre.
Papa Pio XI lo soprannomino "il Garibaldi della carità" e la sua causa fu introdotta a Roma nel 1939;‘fu beatificato da papa Paolo VI nel 1964 e canonizzato da papa Benedetto XIV nel 2011.
Entrambe le sue congregazioni prosperarono e aprirono molti ospedali e conventi. Esse rappresentano l’eredita duratura di una persona che viveva pienamente i precetti dei Vangelo e che offrì un meraviglioso esempio di santità personale e di coinvolgimento nelle problematiche del mondo moderno, pur vivendo in una società in cui l’opposizione alla religione e soprattutto alla Chiesa era molto forte e in cui anche molti cattolici preferivano abbassare il capo confidando in tempi migliori.
Entrambe le sue congregazioni prosperarono e aprirono molti ospedali e conventi. Esse rappresentano l’eredita duratura di una persona che viveva pienamente i precetti dei Vangelo e che offrì un meraviglioso esempio di santità personale e di coinvolgimento nelle problematiche del mondo moderno, pur vivendo in una società in cui l’opposizione alla religione e soprattutto alla Chiesa era molto forte e in cui anche molti cattolici preferivano abbassare il capo confidando in tempi migliori.
Alban Buttler
DON GUANELLA TERZIARIO FRANCESCANO
Tra i moltissimi “Fratelli della Penitenza” si annovera e si distingue don Luigi Guanella, per le sue affinità con lo spirito di San Francesco, di cui si considerò, lui e i suoi collaboratori, un devoto seguace. Infatti nelle “Massime di Spirito” enumera tra i santi protettori della Piccola Casa della Provvidenza (la sua prima fondazione) San Francesco d’Assisi “dacché” – scrive – tutti nella Casa sono terziari francescani” (SC. 35).
Padre Lazaro Iriate ne “L’Italia Francescana” ci dà una testimonianza più particolareggiata circa l’iscrizione al Terz’Ordine Francescano:
“Il Beato Luigi Guanella ebbe coscienza, positivamente nutrita, di appartenere alla famiglia francescana, dacchè il 19 marzo 1877 si iscrisse al Terz’Ordine di S. Francesco nella fraternità stabilita presso la parrocchia di Trinità di Mondovì, dove svolgeva l’incarico di direttore dell’Oratorio salesiano da lui fondato; infatti, fin dal 1875 faceva parte, con impegno temporaneo, della Congregazione fondata da S. Giovanni Bosco… Quell'inserimento, suggerito forse dallo stesso don Bosco, terziario francescano anche lui, non fu, come in tanti altri devoti laici, un mezzo di avvantaggiarsi delle indulgenze e altri beni spirituali concessi ai terziari, ma un nuovo stimolo di impegno cristiano e sacerdotale; avendo come guida e modello San Francesco d’Assisi, verso il quale nutriva sincera devozione, come pure si sentiva unito con speciale affetto a tutti i membri dei tre Ordini francescani” (IF. 481).
Nel secolo scorso, alla devozione popolare verso San Francesco, si aggiunse l’entusiasmo nascente sull'originalità e le profondità cristiane del Poverello d’Assisi, da parte degli ambienti culturali, specialmente tedeschi anche nel campo protestante. In precedenza i figli e le figlie del primo e secondo Ordine avevano subito grandi prove e persecuzioni con le note soppressioni. Nel 1762 i religiosi del primo Ordine erano 132.000, nel 1882 erano ridotti a 20.000. Sotto la spinta dei terziari nel 1882, ricorrendo il settimo centenario del Santo, le famiglie dei primi due Ordini (Minori e Clarisse) ripresero vigore.
SCRITTI DI DON GUANELLA
SCRITTI DI DON GUANELLA
Il Papa Leone XIII, pure lui terziario, pubblicò l’enciclica “Auspicato” del 17 settembre 1882. Sorsero istituti, usciti quasi sempre dal Terz’Ordine, per rispondere alle necessità delle nuove classi sociali.
E don Luigi Guanella cavalcando questo risveglio di vita cristiana diede alle stampe due volumetti: “Un Poverello di Cristo” e “Il Terz’Ordine di S. Francesco e l’enciclica del Papa Leone XIII” (la si può leggere online cliccando qui) a cui aggiunse “Regola recente del Terz’Ordine di S. Francesco” (la si può leggere online cliccando qui).
Li scrisse quando era parroco a Pianello del Lario negli anni 1882-1883 che furono i più fecondi della sua produzione letteraria, rivolta specialmente alla gente del popolo umile e semplice.
E don Luigi Guanella cavalcando questo risveglio di vita cristiana diede alle stampe due volumetti: “Un Poverello di Cristo” e “Il Terz’Ordine di S. Francesco e l’enciclica del Papa Leone XIII” (la si può leggere online cliccando qui) a cui aggiunse “Regola recente del Terz’Ordine di S. Francesco” (la si può leggere online cliccando qui).
Li scrisse quando era parroco a Pianello del Lario negli anni 1882-1883 che furono i più fecondi della sua produzione letteraria, rivolta specialmente alla gente del popolo umile e semplice.
Approfittava dei momenti liberi dagli impegni parrocchiali e dell’Ospizio per trascorrerli nel Convento di Dongo, dove in biblioteca trovava quei sussidi utili alle sue pubblicazioni, con particolare interesse sulla vita di S. Francesco, sull’Ordine, sulle Fonti Francescane.
A pagina 579 del volume “Il Terz’Ordine Francescano della Lombardia” di p. Biagio Zanoni – ed. 1949 – è scritto: “… Fu precisamente durante il corso filosofico-teologico che vestì le serafiche lane del Padre San Francesco, che portò con grande entusiasmo fino al tramonto della vita… Mentre a Pianello esplicava il suo apostolato di bene, un giorno D. Luigi Guanella declinò il proprio nome ai RR. Padri di Dongo perché lo trascrivessero nel registro dei Terziari non domiciliati in Dongo; detto registro lo ricorda al N. 218…”.
A pagina 579 del volume “Il Terz’Ordine Francescano della Lombardia” di p. Biagio Zanoni – ed. 1949 – è scritto: “… Fu precisamente durante il corso filosofico-teologico che vestì le serafiche lane del Padre San Francesco, che portò con grande entusiasmo fino al tramonto della vita… Mentre a Pianello esplicava il suo apostolato di bene, un giorno D. Luigi Guanella declinò il proprio nome ai RR. Padri di Dongo perché lo trascrivessero nel registro dei Terziari non domiciliati in Dongo; detto registro lo ricorda al N. 218…”.
Dal suo libricino “Un Poverello di Cristo”, scritto in occasione del settimo centenario della nascita di S. Francesco, leggiamo che Francesco era ancora in cerca della missione a cui lo chiamava il Signore.
“Francesco intese che egli meschinello doveva riparare la casa del Signore. Venne dunque nella Chiesa della Madonna degli Angeli che è nella solitudine giù nella valle di Assisi. Si pose ginocchione, allargò le braccia in forma di croce, eresse in alto il volto e disse: “Insegnatemi, o Signore”. Ammaestrollo dunque Iddio con amorevoli discorsi e finalmente gli impose: “Esci predicatore e maestro ai popoli, che ti ascolteranno”. Francesco obbedì e si trovò in mezzo alla nazione d’Italia ed ai regni della terra” (PC. 20).
Francesco, libero da ogni legame terreno, con l’animo immerso in Dio, si sentiva vicino alle creature del Signore ed in particolare agli uccelli. Ecco cosa scrive don Guanella: “Conversava con gli augelli dell’aria che chiamava suoi fratelli. Questi garrivano intorno a lui quando camminava. Dimoravano poi in giro e stavano silenziosi quando Francesco, piegate le ginocchia, ponevasi a recitare l’Ufficio divino. Alle tortore diceva: “Sorelle mie, tortore semplici e caste, venite… Io voglio darvi dei nidi, affinché cresciate e moltiplicate”. Così chiamatele al convento le addimesticava come le galline. Amava le lòdole, perché avevano il color cinericcio dell’abito dato da lui ai Terziari. Ma quando vide che una lodoletta maggiore voleva tutto per sé e beccava le altre, disse: “Insaziabile, e dispietata che sei! Tu morirai di mala morte e nessun animale vorrà cibarsi della tua carne”. La lodolaccia perì miseramente” (PC. 48).
Sono due brani simili a tanti altri dei 15 capitoletti del volumetto per sottolineare gli insegnamenti del Santo di Assisi.
Nel libricino “Il Terz’Ordine…” si sofferma ad esaltare le glorie storiche del T.O.F. ed elenca i privilegi e le grazie che godono i terziari, ma trapela anche la sua impronta personale in ciò che riguarda il contenuto spirituale. In San Francesco sottolinea la povertà, l’umiltà, la semplicità vissute nell’ardente contemplazione del suo Signore. Lui, invece, il povero prete montanaro, coglie l’esigenza di servire i poveri, vere immagini di Cristo nel continuo contatto con Dio nella preghiera e nel sacrificio.
Nel libricino “Il Terz’Ordine…” si sofferma ad esaltare le glorie storiche del T.O.F. ed elenca i privilegi e le grazie che godono i terziari, ma trapela anche la sua impronta personale in ciò che riguarda il contenuto spirituale. In San Francesco sottolinea la povertà, l’umiltà, la semplicità vissute nell’ardente contemplazione del suo Signore. Lui, invece, il povero prete montanaro, coglie l’esigenza di servire i poveri, vere immagini di Cristo nel continuo contatto con Dio nella preghiera e nel sacrificio.
- PREGHIERA
Tu sei venuto sulla terra
per offrire a tutti l’amore del Padre
e per essere sostegno e conforto per i piccoli
e i sofferenti
Ti ringraziamo per averci donato
il tuo servo fedele, don Luigi Guanella,
come eco stupenda dell’amore di Dio.
Fa’ che l’esempio della sua vita
possa risplendere in tutto il mondo
a gloria di Dio Padre e a soccorso del popolo cristiano.
Per sua intercessione, concedi a noi
di poter imitare le sue virtù:
l’ardente pietà verso l’Eucaristia,
la confidenza serena nella Provvidenza,
la carità tenera verso i più poveri,
la passione pastorale per il tuo popolo,
affinché, insieme a lui,
possiamo ricevere il premio di gloria
che hai preparato per noi
nella casa del Padre.
Amen.
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