mercoledì 12 luglio 2017

VEN. FRANCESCO ANTONIO MARCUCCI, IL VESCOVO terziario francescano innamorato dell'Immacolata - 12 luglio



12 luglio
Venerabile
FRANCESCO ANTONIO MARCUCCI
Sacerdote e Vescovo
Fondatore della Congregazione delle Pie Operaie dell'Immacolata Concezione
Terziario francescano

Force, Ascoli Piceno, 27 novembre 1717- Ascoli Piceno, 12 luglio 1798



Francesco Antonio Marcucci nacque a Force (AP) il 27 novembre 1717 da una nobile e religiosa famiglia ascolana. Non ancora diciottenne, docile alla voce di Dio, si consacrò a Lui con il voto della castità. A 23 anni fu ordinato sacerdote.
Illuminato poi dalla grazia divina, l'8 dicembre 1744, fondò ad Ascoli la Congregazione delle Pie Operaie dell'Immacolata concezione. Ad essa affidò il compito di essere nella Chiesa una presenza viva di Maria Immacolata per proporla a tutti modello di vita cristiana e di promozione della dignità della donna di ogni ceto ed età, impegnandosi ad istruirla ed educarla.
In un periodo pervaso dalla cultura illuministica e razionalistica, il Marcucci si impegnò a rimuovere l'ignoranza del popolo, specie religiosa, con una fervida predicazione che toccava il cuore degli ascoltatori perché sostenuta dalla preghiera e fondata sullo studio e sulla cura del linguaggio che egli adattava alle capacità di ognuno.
Ancora giovanissimo, aveva cominciato a predicare le missioni al popolo nel Piceno e nell'Abruzzo, sull'esempio dell'apostolo francescano San Leonardo da Porto Maurizio.
Divenuto vescovo di Montaldo Marche e vicegerente di Roma, il nostro venerabile è tra le personalità più rappresentative del secolo XVIII della Chiesa in Italia. Nel suo governo pastorale ha lasciato un'impronta indelebile di virtù, di carità creativa e di promozione sociale.
Morì santamente ad Ascoli Piceno il 12 luglio 1798.
E' stato definito il "san Francesco di Sales" dei nostri giorni per la sua dolcezza, lo zelo nella predicazione e la proposta di una santità gioiosa possibile a tutti perché fondata su una grande confidenza su Dio e Maria Santissima.





Causa

Le Pie Operaie dell’Immacolata Concezione stanno promuovendo la Causa di beatificazione del loro Fondatore e attendono con fervente preghiera, insieme alla Chiesa locale, il dono del riconoscimento del miracolo, attribuito alla sua intercessione.

Nel 1963 si è aperta la causa per la sua beatificazione. Adempiute tutte le fasi relative al processo di beatificazione, presso la Congregazione per le Cause dei Santi, nella Sessione Ordinaria del 12 gennaio 2010, i Padri Cardinali e Vescovi hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse. La domenica delle Palme, 27 marzo 2010, il Santo Padre Benedetto XVI ha promulgato il decreto di venerabilità, ossia il riconoscimento delle virtù eroiche di mons. Francesco Antonio Marcucci dell'Immacolata Concezione. Attualmente è in esame, presso la stessa Congregazione, il “presunto” miracolo (6 maggio 2010; 17 novembre 2011).

postulatore: Fra Giovangiuseppe Califano, ofm
attori: Pie Operaie dell’Immacolata, Via Cosimo Tornabuoni, 12, 00166 Roma

Molte le notizie utili riportate nel sito MonsignorFrancescoAntonioMarcucci
(Decreto riconoscimento delle virtù; Attualità del modello di santità del venerabile Francesco Antonio Marcucci; Intercessione; contatti).

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FRANCESCO ANTONIO MARCUCCI

  • biografia


Una delle personalità più rappresentative della Chiesa del XVIII secolo, uomo di grande cultura, Francesco Antonio Marcucci visse in un epoca di complessi mutamenti sociali.
Nacque il 27 novembre 1717 a Force, nell’entroterra ascolano, in una famiglia nobile e importante, e crebbe nell’affetto dei suoi, acquisendo fin da giovanissimo una profonda religiosità.
Frequentò le migliori scuole di Ascoli Piceno: il collegio dei gesuiti, poi gli istituti dei domenicani, dei francescani e dei filippini. Aveva una grande devozione per l’Immacolata e a diciotto anni a Lei consacrò la sua vita sentendo la chiamata al sacerdozio.

Fondatore sulle orme di S. Francesco Sales
Unico erede del casato, avviato all’avvocatura, dovette lottare non poco per convincere i genitori ad accettare la propria scelta. All’Oratorio di S. Filippo conobbe padre Giuseppe Sardi (1682-1761) che divenne suo confessore. Da lui assimilò la spiritualità di S. Francesco di Sales.
Nel settembre 1738, a soli ventuno anni, ebbe l’ispirazione a fondare una congregazione religiosa in onore dell’Immacolata Concezione, desiderio che poi si avverò. Studiò diverse discipline, in particolare la Sacra Scrittura e la Patristica, sentendo il dovere di istruire il prossimo.
Già nel 1740 pubblicò “La vita comune”, ispirata al grande santo di Ginevra, e “Introduzione alla predicazione evangelica”, opera diretta ai sacerdoti per un apostolato concreto. Negli anni a venire, in un’instancabile attività culturale, organizzò inoltre accademie e pubblicò saggi di storia locale.

Sacerdote e predicatore
Ordinato prete il 25 febbraio 1741, il Marcucci intraprese da subito un’intensa predicazione di quaresimali ed esercizi spirituali in vari paesi delle Marche e dell’Abruzzo. In quell’anno acquistò, indebitandosi, uno stabile adatto ad ospitare un convento.
Nel luglio 1742 Benedetto XIV lo nominò missionario apostolico.
Purtroppo non erano tempi tranquilli: la peste serpeggiava nel vicino Abruzzo e gli eserciti austriaci e spagnoli, in Italia a causa della guerra di successione austriaca, accampati lungo le spiagge, saccheggiavano le campagne. Nonostante le sfavorevoli circostanze, dopo tante preghiere, il giorno dell’Immacolata del 1744, il vescovo concesse di erigere la Congregazione che il venerabile Francesco Antonio da anni aveva nel cuore.

Nasce l'istituto delle Pie Operaie dell'Immacolata Concezione
Nacquero le Pie Operaie dell'Immacolata Concezione (Suore Concezioniste), con la missione di promuovere, attraverso l'istruzione e l'educazione, la dignità della donna. L’anno successivo aprì la prima scuola.

Vescovo
Nel 1770 Clemente XIV lo nominò vescovo di Montalto: fu consacrato a Roma, in S. Salvatore in Lauro, la chiesa dei piceni, il 15 agosto 1770, a cinquantadue anni.
Il suo episcopato è ricordato fra i più fruttuosi dell'epoca.

A servizio del Papa
Dal 1774 al 1786 fu vice gerente, carica in cui profuse energie e generosità. Pio VI nel 1782 lo volle con sé nel viaggio a Vienna. Nel 1797 i francesi invasero lo Stato Pontificio senza alcun rispetto delle cose sacre e il Marcucci divenne un punto di riferimento per alcuni vescovi costretti all’esilio.

Gli ultimi anni
Afflitto dalla situazione in cui si trovava la Chiesa (e molto malato)  trascorse gli ultimi anni di vita ad Ascoli, presso le sue suore, dove morì il 12 luglio 1798 all’età di 81 anni.


Maria nella vita e nei Sermoni del Venerabile


Mons. Marcucci, fervente innamorato di Maria proprio sotto il titolo di “Immacolata Concezione”, non lasciava infatti passare sotto silenzio nessuna ricorrenza mariana, anzi di ciascuna di esse sapeva approfittare per diffondere il culto e la vera devozione all’Immacolata e questo Egli ha trasmesso alle Sue Figlie, le Pie Operaie dell’Immacolata Concezione, perché continuassero sul suo esempio. Egli ama essere definito “dell’Immacolata Concezione”.
In tutti i suoi scritti ha sempre l’intento di essere di utilità al popolo e di formarlo nella crescita spirituale. È convinto che la conoscenza e la devozione verso la Madonna sia la via maestra per la trasmissione della fede.
D’altra parte i suoi Sermoni sono costruiti come le grandi chiese barocche nelle quali la mobilità delle forme e la convergenza verso l’altare esprime il desiderio dell’anima di essere condotta alla devozione attraverso la ricchezza delle citazioni bibliche, la profonda semplicità della riflessione teologica, la dolcezza delle indicazioni ascetiche pratiche e i riferimenti di ordine devozionale. In tutti i discorsi il servo di Dio lascia trasparire l’immagine di Maria impressa nel suo cuore: una Maria biblica che vive il mistero di Cristo con atteggiamento di fede sia nella sofferenza che nella gioia, ma anche una Maria vivente che assunta in cielo non depone la sua missione di salvezza.
Il Marcucci non nasconde la sua pietà e intensa devozione verso la Madre di Cristo, divenuta nostra Madre, e a lei dirige anche numerose preghiere. 

Fonte: La Theotokos - Dizionario Enciclopedico di mariologia


  • preghiera



Trinità Santissima,
che, alla scuola della Vergine Immacolata,
hai plasmato l'umile tuo Servo
Francesco Antonio Marcucci
rendendolo modello d totale disponibilità
e di ardente carità
nel servizio premuroso ai fratelli,
fa' che egli risplenda nella Chiesa
e nel mondo come segno della tua santità
e a me, fiducioso nella tua misericordia,
concedi per sua intercessione
e per la tua gloria la grazia che ti chiedo ...

Immacolata Madre del Signore
amata ardentemente dal Venerabile
conforta i Pastori della Chiesa, le famiglie
le persone consacrate, gli educatori
i giovani e quanti cercano il Figlio tuo
con cuore sincero. Amen !

Tre Gloria al Padre


CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA, MARZO 2003





Maiolica con il ven. Francesco Antonio Marcucci
autore ignoto, 1747


Terziario francescano

I sacerdoti sono dei secolari, fossero pure vescovi, si proprio come noi, laici dell'Ordine Francescano Secolare, così come i diaconi: viviamo nel mondo, pur non essendo mondani: mentre coloro che scelgono una vita religiosa, abbracciano una specifica spiritualità. Cosa non preclusa ai laici, come noi, francescani secolari, che abbracciamo quella di San Francesco d'Assisi, con una Regola che i Papi nei secoli hanno approvato per noi. Nel mondo, ma non del mondo.
E nei secoli anche molti sacerdoti secolari hanno fatto propria la spiritualità francescana e tra questi c'è il Venerabile Francesco Antonio Marcucci. O meglio, come lui stesso di se diceva, Francesco Antonio Maria Marcucci, per il suo grande trasporto per Maria Immacolata, tanto da fondare la Congregazione delle Pie Operaie dell'Immacolata Concezione (note anche come Concezioniste). Un secolo prima del pronunciamento del dogma, cui tanto impulso hanno dato i francescani a partire da Duns Scoto.
Molti furono i sacerdoti, molti i Papi, che divennero Terziari francescani, con il pontificato di Leone XIII, che tanto impulso dette al Terz'Ordine Francescano. Ma un sacerdote che diveniva Terziario francescano prima di quest'epoca aurea, sicuramente ha una patente di genuinità in più: tra questi sicuramente possiamo annoverare il Venerabile Francesco Antonio Marcucci. (marco stocchi, ofs)

I TRE SANTI ISPIRATORI DELLA GIOVINEZZA

S. Francesco di Paola
fondatore dei Minimi - E' ricordato nel Martirologio Francescano quale Terziario francescano, ma in realtà non ne abbiamo notizie certe. Probabilmente furono terziari francescani i genitori, o almeno uno di essi, che a Paola oltretutto c'era un convento francescano. Sicuramente erano, i suoi genitori devoti del Poverello d'Assisi che scelsero per questo motivo di dare al proprio figliolo il nome di Francesco.

Da bambino, Francesco contrasse una forma grave d'infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente all'intercessione del santo d'Assisi. Fecero quindi voto che in caso di guarigione il piccolo avrebbe indossato per un anno intero l'abito dell'ordine francescano. La malattia si risolse senza quasi lasciare traccia.
All'età di tredici anni fu accolto nel convento francescano di San Marco Argentano,  vi rimase per un anno, adempiendo alla promessa dei genitori. Il tempo trascorso nella comunità evidenziò le attitudini mistiche del giovane, compresi quei fenomeni soprannaturali che accompagneranno tutta la sua biografia, aumentandone la fama in vita ed il culto dopo la morte. Durante quest'anno di dedizione al convento, il piccolo Francesco si adoperò nell'osservanza regolare e nello sbrigare le mansioni umili della casa, e praticava già molti digiuni e astinenze. Concluso l'anno, i frati avrebbero voluto trattenerlo con loro, ma Francesco conservava il desiderio di conoscere anche altre modalità di vita consacrata prima di fare la sua scelta. Nel 1430 svolse, con la famiglia, un lungo pellegrinaggio che, avendo Assisi come meta principale, coinvolse alcuni dei principali centri della spiritualità cattolica italiana: Loreto, Roma e Montecassino, toccando anche i romitori francescani del Monte Luco.
Quindi si ritirò in un podere del padre attirando l'attenzione di altri giovani che volevano farsi suoi discepoli, così fondò l'Ordine dei Minimi basato su condizioni di vita austera, con frequenti digiuni e macerazioni. Morì in Francia il 2 aprile 1507, dov'era stato chiamato da Luigi XI per le sue doti di taumaturgo. Ebbe il dono dell'estasi.


  • Il giovane Marcucci desiderava entrare nell'Ordine dei Minimi ma fu sconsigliato dal suo direttore spirituale gesuita, in considerazione della dura vita alla quale si sarebbe dovuto sottoporre.

S. Francesco di Sales - Nacque il 21 agosto 1567 a Thorens in Savoia e apparteneva ad un'antica famiglia dell'antica nobiltà locale. Studiò a Parigi presso il il nuovo collegio dei Gesuiti e poi a Padova dove nel 1592 si laureò in Diritto. L'anno dopo ricevette l'ordinazione sacerdotale fino a diventare nel 1602 Vescovo di Ginevra. Predicò in molti paesi della Francia (in tempi di piena Controriforma, ndr) e morì improvvisamente il 27 dicembre a Lione.

  • Nel 1601 Francesco di Sales aveva fondato un ordine femminile dedicato alla Visitazione della Madonna (Visitandine) ed ebbe il merito di aprire una via tutta nuova, seguita da altri fondatori di ordini femminili come lo stesso Marcucci.
    Questi aveva in comune con il Santo la vivacità d'indole che trasformò come lui in dolcezza tanto da essere definito il "San Francesco di Sales dei nostri giorni".
    Fin dalla giovinezza, Marcucci sentì l'attrazione per il Santo e lo scelse come protettore della sua predicazione. Durante le missioni popolari era solito portare un quadro a cui lati erano raffigurati Sant'Emidio, patrono della città e San Francesco di Sales

San Leonardo da Porto Maurizio - Paolo Girolamo Casanova, futuro San Leonardo, nacque il 1676 a Porto San Maurizio (oggi Imperia). Nel 1690 si trasferì a Roma per gli studi, fu alunno del Collegio romano dei Gesuiti (oggi Università Gregoriana) e quindi, a 21 anni, entrò come religioso tra i Francescani Riformati. In breve divenne un formidabile predicatore, dotato di voce che aveva del prodigioso. Fu instancabile nel girare ogni angolo della penisola, tanto che fu chiamato ancora vivente "l'apostolo d'Italia".
  • Nell'aprile 1739 S. Leonardo predicò una missione anche ad Ascoli Piceno e fu per il Marcucci l'occasione d'incontrare il padre francescano "di santa vita e missionario di gran grido", come ebbe a dire di lui il giovane ascolano che, dopo questa esperienza, si dedicò con zelo ardente alla predicazione nelle Marche ed in Abruzzo. Quest'incontro fu un momento d'intensa emozione anche per tutta la città. Molti cittadini e lo stesso Comune posero sulle porte di casa l'emblema del Nome di Gesù, come raccomandato dal missionario.
Morì a Roma il 27 novembre 1751, nello stesso giorno in cui il Marcucci compiva trentaquattro anni.


Albero genealogico del Ven Francesco Antonio Marcucci
che contemplava la figura del Beato Marco
Frate minore dell'Osservanza, morto nel 1496



Un legame particolare univa il ven. Marcucci all'Ordine Francescano per diversi motivi:
  • il Beato Marco, suo prestigioso avo, apparteneva all'Osservanza Francescana.
  • Marcucci era un Terziario francescano e aveva come confessore il minore fra Luigi dell'Annunziata.
  • Strinse rapporti con fra Giovanni Ganganelli da Sant'Arcangelo, quando era docente nel convento di Ascoli; Ganganelli fu Cardinal protettore delle Concezioniste e, divenuto papa, nominò il Marcucci vescovo di Montalto.

I SANTI FRANCESCANI

Oltre San Leonardo da Porto Maurizio, Marcucci era devoto ad altri due santi francescani del Piceno: San Serafino da Montegranaro e il Beato Bernardo da Offida.

San Serafino da Montegranaro - Nato nel 1540 a Montegranaro da umile famiglia contadina, Felice Piampiani entrò giovanissimo nel nuovo ordine dei frati Cappuccini, fondato da pochi anni.
Divenuto frate laico con il nome di fra Serafino, peregrinò per molto tempo nei conventi marchigiani esercitando i più umili lavori - portinaio, questuante, cuoco, ortolano - mostrando sempre più le virtù della pazienza, ubbidienza ed umiltà, amore per i poveri, vita ascetica segnata da continue astinenze, offrendo prodigi e miracoli nel segno del suo piccolo crocefisso in ottone. Nel 1590 si stabilì definitivamente nel convento di Ascoli dove morì il 12 ottobre 1604 in fama di santità. Canonizzato, nel 1767, sotto papa Clemente XII. Nel 1773 Cappuccini costruirono in Ascoli un nuovo santuario per poter accogliere i numerosi pellegrini.

Beato Bernardo da Offida
- Domenico Peroni nacque ad Offida il 7 novembre 1604. Dopo avere fatto per anni il pastorello, nel 1625 entrò nel convento dei Cappuccini per diventare frate l'anno successivo con il nome di Bernardo, a ricordo di un altro cappuccino di Offida, con lo stesso nome morto nel 1558.
Durante la sua vita fra Bernardo si distinse per il suo apostolato di paciere, tanto da essere denominato "l'angelo della pace", e anche "l'angelo della carità" per la cura verso gli ammalati. Morì a quasi novant'anni il 22 agosto 1694.
  • La devozione per fra Bernardo da Offida andò sempre crescendo finché il 25 maggio 1795 fu beatificato da papa Pio VI. Nel 1771 mons. Marcucci in qualità di vescovo di Momtalto presiedette l'ascolto dei testimoni per la causa di beatificazione.

I SANTI DEL PERIODO ROMANO

Durante il periodo di residenza romana (1774-1786), mons. Marcucci ebbe la possibilità di conoscere personalmente due eminenti figure di religiosi successivamente santificati: San Paolo della Croce e San Giuseppe Benedetto Labre.

San Paolo della Croce - fondatore dei Passionisti, era nato il 3 gennaio 1694 in Ovada, Alessandria (Piemonte); discendeva dalla nobile famiglia Danei. Clemente XIV, il 3 settembre 1770, gli approvò le Regole dell'istituto. Morì ad 81 anni, il 18 ottobre 1775, a Roma, nel ritiro dei Santi Giovanni e Paolo, la casa donatagli dal papa.
Su incarico di Pio VI, il Vicegerente Marcucci benedisse la salma e presiedette con singolare devozione al suo funerale. Il 31 maggio 1835 Pio IX ascrisse S. Paolo nel calendario dei beati canonizzandolo il 29 giugno 1867.
  • Quando Marcucci giunse a Roma in occasione della nomina a Vescovo lo invitò a conoscere Paolo della Croce che era malato. Così il Santo si rivolse al Marcucci "Voi siete un po' malinconico per timore del vostro Vescovado; ed io vi dico che stiate allegro, e facciate coraggio, perché Iddio vi assisterà in modo particolare, e voi vi farete santo e ci morirete".
    C'era stato un contagio di santità tra il fondatore dei Passionisti e quello delle Pie Operaie dell'Immacolata. Quelle parole che tanto lo avevano consolato lo accompagnarono per tutta la vita come una luce ed una forza a sostegno della opera della sua congregazione da poco sorta.
    L'amore all'Immacolata, l'impegno a difenderne il privilegio, come pure lo zelo missionario erano altri punti di unione nei due fondatori che si erano conosciuti tramite la comune amicizia con padre Ganganeli.

S. Giuseppe Benedetto Labre - La sera del mercoledì Santo del 1783 - il 16 aprile - moriva a Roma, all'età di trentacinque anni, dopo una vita di volontari digiuni, durissime pratiche ascetiche e penitenziali il terziario francescano Giuseppe Benedetto Labre. Era nato nel 1748 ad Amettes (nel nord della Francia) da una famiglia di piccoli contadini, visse una giovinezza difficile e, dopo avere provato l'esperienza in un'abbazia cistercense, passò gli ultimi anni della sua breve stagione terrena a Roma come monaco viandante auto emarginato dalla società, una sorta di santo barbone che dimorava spesso sotto le arcate del Colosseo.
La sua morte destò un enorme movimento di popolo che amò molto questo semplice e saggio pellegrino lontano dagli schemi tradizionali, quasi un "folle di Dio", che con la sua vita povera e penitente aveva saputo parlare al cuore di tutti.
Fu beatificato nel 1860 e canonizzato nel 1881 da papa Leone XIII (anche lui terziario francescano).
  • A tre mesi dalla morte di Labre, mons. Marcucci assegnò a p. Tommaso Gabrini, parroco della chiesa dei Ss. Vincenzo e Anastasio di Roma, il compito di redigere una dissertazione da recitare pubblicamente nella sua Accademia dell'Immacolata, col preciso intento "di sciogliere il problema (...) se la commozione del popolo di Roma nella morte del Veneraile Servo di Dio Benedetto Giuseppe, ed il concorso al di lui sepolcro dovessero aversi in conto di una vera soprannaturale mozione proveniente da Dio, o più tosto considerarsi come furore mosso da umano artificio".
    Lo scritto influì non poco sull'andamento della seconda fase della causa e, soprattutto, sull'immagine del Santo che veniva precocemente delineandosi, evidenziando nel contempo il ruolo svolto da mons. Marcucci, definito "personalità per nulla secondaria nella vita politica e religiosa romana".

    Egli infatti scorgeva in Labre un ideale di vita ascetica che corrispondeva pienamente alla sua spiritualità, secondo una visione della vita in aperta antitesi al libertinismo sensista ed al materialismo utilitaristico dell'epoca, alla quale contrapponeva la fermezza della fede cattolica.

Liberamente tratto da: Guida al Museo Biblioteca Francesco Antonio Marcucci (...), Istituto Suore Pie Operaie dell'Immacolata Concezione, Ascoli Piceno, 2006.






Nell'immagine a sinistra
disegnata il 6 marzo 1749
dal Ven Marcucci
per le alunne della scuola
delle Suore Operaie
dell'Immacolata Concezione,
da lui fondata in Ascoli Piceno:

l'Angioletto regge sulla testa
e sulle ali l'ostensorio,
dove è esposta l'ostia consacrata




































PREGHIERA SULL'EUCARESTIA

Gesù Sacramentato, sei giunto all'eccesso del tuo amore per me, rimanendo nell'Eucarestia come mio compagno e cibo.
Cosa potevi e puoi fare di più per me ?
Ti sei fatto mio sostegno, mia fortezza, mio coraggio,
mio conforto, mio rifugio e mia vita.
Mi hai promesso il Paradiso e già eri il vero Paradiso in terra,
invidiato da tutti gli Angeli.
Cosa posso darti in cambio? Lo so, tu desideri il mio cuore:
eccolo, dunque, te lo dono per le mani
della tua Immacolata Madre
e lo unisco al suo purissimo cuore per sempre.
So che desideri la mia vita:
eccola, te la dono per mezzo delle medesime mani
e la unisco con la sua santissima vita.
So che tu desideri tutto da me:
eccomi, sono tuo, in anima e corpo, nel tempo e per l'eternità.
Ti adorerò, ti amerò e ti servirò fedelmente con il tuo aiuto.
In ogni respiro voglio lodarti e benedirti dicendo:

Col il Cuor di Maria, mare di contento,
ti adoro, o mio Gesù, ogni momento.



"Il divino sacramento si chiama Pane Celeste e Pane degli Angeli, perché è un Pane disceso dal Cielo, adorato e corteggiato dagli Angeli; ma non perché se ne nutrano. Questa singolarissima grazia è concessa solo a noi che siamo nel mondo"
Francesco Antonio Marcucci



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Approfondimenti su web


[DOC]
IL VENERABILE FRANCESCO ANTONIO MARCUCCI (1717-1798)
di Suor Maria Paola Gobbi

Biografia in formato word - scaricabile su computer

MARCUCCI, Francesco Antonio, di Gianni Fazzini in Treccani.it
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 70 (2008)

Daniele Bolognini, su Santi e beati